Ex dipendente della Santa Croce finisce in tribunale dopo la denuncia di Colella. È accusato di sequestro, violenza privata e sabotaggio

Canistro. Si è svolta davanti al Giudice delle Indagini preliminari, Francesca Proietti, l’udienza relativa al procedimento penale a carico di Maurizio Bisegna di Canistro, ex dipendente della Sorgente Santa Croce spa anche rappresentante sindacale aziendale. L’udienza è stata rinviata in attesa della decisione di rinvio a giudizio o della conferma dell’archiviazione.

A renderlo noto sono i suoi avvocati difensori Salvatore Braghini e Renzo Lancia.

“Il pubblico ministero, Roberto Savelli”, fanno sapere i due avvocati, “aveva chiesto l’archiviazione dopo la denuncia del rappresentante legale della società con cui gli vengono attribuiti reati gravissimi correlati alle manifestazioni dell’ottobre-novembre 2016, dal sequestro di persona alla violenza privata, dalle minacce al reato di sabotaggio ai danni dell’azienda. Ci si trovava in un momento particolarmente caldo della vertenza con la società, in quanto da settembre 2016 i lavoratori erano ormai in procinto di essere licenziati (come sarebbe successo di lì a poco) e non ricevevano più lo stipendio”.

“Gli stessi lamentavano l’impossibilità di avere un incontro con l’imprenditore per conoscere le sue reali intenzioni sul futuro della società e per rivendicare i loro diritti retributivi”, proseguono i legali, “tagliato ogni canale di comunicazione da parte dell’imprenditore, i dipendenti organizzarono manifestazioni e sit-in davanti ai cancelli aziendali, e, in tale contesto – secondo i legali del Colella – si sarebbero consumati i delitti attribuiti al Bisegna. Abbiamo rappresentato al giudice che i fatti attribuiti all’indagato sono generici nonché privi di ogni riscontro e fondamento. Oltre a contestare la legittimità processuale dell’opposizione alla richiesta di archiviazione del pm, i legali abbiamo osservato che non si trattò affatto di sequestro del Colella perché lo stesso, forse impaurito dalla presenza dei manifestanti nel piazzale antistante l’azienda, non uscì per sua scelta. Né vi è stata alcuna violenza privata ai danni dell’imprenditore ovvero dei trasportatori, in quanto le proteste, seppure animate, si svolsero nei limiti della legalità e nel rispetto delle persone. Il sabotaggio industriale, anche questo da escludere, non potrebbe mai configurarsi perché non ci fu danneggiamento dei macchinari dell’azienda e la produzione di quest’ultima era peraltro cessata dopo i noti fatti della revoca dell’aggiudicazione dell’ottobre 2015 e dell’annullamento del bando intervenuto con sentenza del TAR abruzzese nel gennaio 2016”.

Braghini e Lancia confidano dell’archiviazione in quanto: “nessun reato ovvero condotta illecita è attribuibile al Bisegna e agli altri lavoratori nel mentre si sono limitati ad esercitare il loro diritto a manifestare per la tutela dei propri diritti. Le querele e le denunce non favoriscono certo un clima di dialogo per la soluzione delle diverse problematiche sul tappeto, tanto più che oltre  a Bisegna anche altri lavoratori della Santa Croce ex riceveranno a breve una convocazione in Tribunale per i medesimi fatti contestati al collega sindacalista. Manifestare per i propri diritti non è un crimine!”.

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