Ovindoli. Pino Angelosante, ex sindaco di Ovindoli, è stato rinviato a giudizio per il reato di abuso di ufficio, in concorso con altre persone.
A deciderlo è stato il gip Maria Proia che ha fissato ad ottobre del prossimo anno la prima udienza in cui l’ex sindaco sarà chiamato in tribunale per l’avvio del processo.
Insieme all’ex sindaco sono stati rinviati a giudizio l’ex vice sindaco Marco Iacutone, gli amministratori Berardino Polla e Carlo Bianchini e l’allora segretario comunale Cesidio Falcone.
L’inchiesta nacque nel 2012 quando Giancarlo Sociali, attuale comandante della polizia locale associata di Cerchio-Collarmele- Ortona e Bisegna, presentò una denuncia alla procura in cui raccontò di come era stato “modificato” un concorso per vigili urbani, ad Ovindoli, al fine di assumere la moglie dell’allora sindaco Pino Angelosante. Sociali fu poi ascoltato in procura, come persona informata dei fatti, in quanto aveva appena firmato una domanda di mobilità, dopo il pensionamento del comandante di Ovindoli, per poter concorrere al posto nella località sciistica marsicana.
Dall’esposto in procura partirono le indagini. Con una delibera che l’allora sindaco non sottoscrisse ma che portava la firma di Bianchini e Polla, venne all’epoca modificato un bando di concorso, per l’assunzione di un agente di polizia municipale, da categoria D (un posto da comandante della stazione), come era in origine, a categoria C. Quest’ultima era la categoria della moglie dell’ex sindaco che intanto era prima nella graduatoria del Comune di Cappadocia. Intanto Falcone chiedeva al Comune di Cappadocia il nullaosta per attingere alla graduatoria e una volta ottenuta Iacutone firmava una convenzione per cui la moglie di Angelosante passò nell’organico di Ovindoli.
Attualmente Ovindoli, non avendo una categoria D, è ancora senza il responsabile della polizia municipale, come invece impone la legge.
Il rinvio a giudizio di Angelosante e degli altri tre arriva a pochi giorni dalla chiusura di un’altra vicenda collegata. L’ex sindaco, infatti, aveva denunciato in procura Sociali che tempo fa aveva condiviso su Facebook un articolo di stampa on line in cui, erroneamente, i giornalisti avevano scritto che Angelosante era stato rinviato a giudizio. All’epoca, invece, si trattava solamente dell’arrivo dell’avviso di conclusioni di indagini preliminari e quindi della notifica dell’avviso di garanzia. Il pm all’epoca propose l’archiviazione ma Angelosante tramite il suo legale, Antonio Milo, si oppose. In quanto Sociali, seppur avendo condiviso un post dove il giornalista aveva sbagliato e non lui, essendo un comandante dei vigili urbani, avrebbe dovuto conoscere la terminologia esatta. Anche l’opposizione però si è conclusa con un nulla di fatto in quanto la vicenda è stata archiviata definitivamente. L’avvocato che ha sostenuto le ragioni di Sociali è Vittoriano Frigioni.