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Collelongo, limitazioni all’essenziale per la tradizionale celebrazione in onore di Sant’Antonio Abate

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Collelongo – Il sindaco di Collelongo, Rosanna Salucci, e il parroco, Don Vincenzo Piccioni, si rivolgono alla comunità per comunicare l’impossibilità di celebrare la festa di Sant’Antonio Abate, amatissima e molto sentita dagli abitanti di Collelongo, con le tradizionali modalità.
Sarà possibile infatti, nelle giornate del 16 e 17 gennaio e nella massima sicurezza, accendere e benedire una Cuttora e i Torcioni, esporre al santo alcune Conche Rescagnate, benedire le Panette, suonare la celebre canzone e celebrare le messe in onore del santo.
L’invito è a fare un sacrificio per scacciare il virus, seguendo l’esempio di Sant’Antonio che non cedette alle tentazioni del diavolo, ricordando che nei secoli questa festa ha incontrato molti ostacoli quali guerre, terremoti, pestilenze, che non scalfito questa tradizione, ma che l’hanno invece rafforzata.
Per superarli però sono stati fatti dei sacrifici e delle rinunce, hanno fatto capire ancora di più la forza del legame della comunità di Collelongo con questa ricorrenza.
Di seguito il post riportato nella pagina dell‘amministrazione comunale di Collelongo:
Carissimi,
siamo ormai entrati nei giorni più sentiti e caratterizzanti della nostra comunità. Nei giorni che rappresentano Collelongo e ne raccontano storia, devozione e tradizione: la Festa di Sant’Antonio Abate.
Quest’anno purtroppo dovremo viverla in modo diverso. Abbiamo tra di noi e nel mondo un nemico invisibile e silenzioso che sa dimostrarsi spesso feroce e senza pietà.
L’accoglienza e la generosità della Festa per quest’anno devono trovare una dimensione nuova. Dobbiamo accogliere e far nostro l’esempio di Sant’Antonio Abate che fu eremita e che non cedette alle tentazioni del diavolo. Il sacrificio che ci viene chiesto serve a tenere lontano il male del virus che ci minaccia ogni giorno. Tutelare la vita dell’altro è il gesto di generosità più grande che si possa fare, è ciò che ci viene chiesto in questi mesi, è ciò che sta alla base della rinuncia che faremo quest’anno.
Nel corso dei secoli la nostra Festa ha incontrato molti ostacoli quali guerre, terremoti, pestilenze, che non hanno mai distrutto la nostra tradizione ma che invece l’hanno resa ancora più forte. Per superarli sono stati fatti dei sacrifici e delle rinunce che hanno contribuito anche a far capire, ancora di più, quanto la nostra comunità sia legata a questa ricorrenza.
La festa di Sant’Antonio Abate non corre alcun rischio, ha la solidità per potersi adattare alle difficoltà del momento e superarle. Non corre alcun rischio perché vive nel cuore di ogni collelonghese, perché quest’anno vivrà lo stesso dentro ogni nostra casa. Le nostre case saranno le Cuttore, all’interno di esse arderà il fuoco della tradizione secolare.
Condividiamo sui social il nostro Sant’Antonio Abate, la nostra suonata, la nostra cantata, la nostra pasta, la nostra panetta, i nostri cicerocchi. Un modo per fare comunità nonostante tutto.
Per quest’anno ci limiteremo all’essenziale aiutati anche dai mezzi che ci offre il tempo presente. Accenderemo una Cuttora e accenderemo i Torcioni, benedicendoli entrambi. Verranno esposte al Santo alcune Conche Rescagnate, verranno benedette le Panette, verranno celebrate le Sante Messe in onore a Sant’Antonio Abate, suoneremo la nostra Canzone.
Tutto questo però avverrà solamente nelle giornate del 16 e del 17 in sicurezza, con responsabilità e serietà. Nei prossimi giorni vi comunicheremo il programma e dove seguire il tutto in streaming.
Il sacrificio che ci apprestiamo a fare è un segno di rispetto per le decine di migliaia di morti causati dal virus, per le decine di migliaia di malati che stanno soffrendo ogni giorno, per gli operatori sanitari che lottano ogni giorno per salvare vite, per chi anche nella nostra comunità soffre, ha sofferto, ha perso persone care. Un sacrificio che facciamo in difesa della tradizione e dei suoi valori fondanti.
VIVA SANT’ANTONIO ABATE!

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Roberta D Agostino

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