Avezzano. Nei confronti del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, arriva una diffida stragiudiziale, in merito all’acquisto dell’ormai “famoso” iPhone. Il consigliere di minoranza Mariano Santomaggio (Forza Italia) ha inviato una nota all’ispettorato della funzione pubblica di Roma e al prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, in cui spiega che, nonostante un’interrogazione in cui ha chiesto spiegazioni sull’accaduto, non ha mai ricevuto risposte.
Nella diffida, che porta la data dell’undici agosto e che è stata inviata al sindaco Di Pangrazio, Santomaggio premette «di aver presentato un’interrogazione a risposta scritta al sindaco del Comune di Avezzano per il tramite del Presidente del Consiglio».
Si tratta della «richiesta di chiarimenti in merito all’acquisto, appositamente per il signor sindaco, (determina dirigenziale n. 6574 del 3/12/2014), di un apparato cellulare modello IPHONE 6.64 G.B. APPLE del costo di 839,00 euro».
«L’increscioso episodio, lesivo dell’immagine dell’Amministrazione», scrive Santomaggio, «è stato rivelato dal Procuratore regionale della Corte dei Conti dell’Aquila nella sede solenne della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. In quella sede, il Procuratore ha evidenziato, con riferimento all’acquisto dell’apparato, “gli aspetti di illegittimità della spesa, non conforme alla regolamentazione interna sulla telefonia e ai programmi di razionalizzazione approvati dal medesimo ente locale”, ed il successivo procedimento avviato dalla Procura che “ha portato al recupero dell’importo erogato, riversato nelle casse del Comune interessato, senza attivazione del giudizio contabile”».
Santomaggio spiega come abbia «con urgenza, chiesto di sapere perché, pur essendo il sindaco il diretto utilizzatore e beneficiario di tale cellulare, l’importo di euro 839,00 è stato versato nelle casse comunali dalla dirigente del servizio con reversale d’incasso n. 3277 del 6/7/2015. Constatato che per tale interrogazione, protocollo n. 28750 del 7/6/2016, alla data odierna sono trascorsi più di sessanta giorni da quando è stata presentata all’ufficio comunale di competenza e la stessa non ha avuto risposta scritta da parte del Sindaco né risulta essere iscritta in alcun ordine del giorno di nessuna seduta del Consiglio Comunale, considerate le leggi in materia che prevedono, tra l’altro, che in materia di rifiuto di produrre gli atti di ufficio (omissione), che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro 30 giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a €. 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa”».
Per questi motivi, Santomaggio ha diffidato il sindaco Di Pangrazio a procedere «entro e non oltre 30 giorni dall’inoltro della presente, a soddisfare la grave inadempienza, con l’avvertenza che, in mancanza, procederà presso le competenti sedi giurisdizionali».