L’AQuila – La scorsa notte i Carabinieri Forestali della Stazione “Parco” di Capitignano, coadiuvati da militari delle stazioni Forestali e Parco dipendenti dal Reparto Carabinieri P.N. Gran Sasso e Monti della Laga e dal Gruppo Carabinieri Forestale di L’Aquila, con il supporto del Comando Regione CC Forestale “Abruzzo e Molise”, si sono portati – sin dalle prime luci dell’alba – sulle rive del Lago di Campotosto per un’operazione di contrasto al bracconaggio ittico.
Le attività, eseguite al largo e proseguite poi a terra fino al tardo pomeriggio, hanno consentito di effettuare il sequestro amministrativo di 43 reti da pesca risultate non conformi, nonché il sequestro penale di ulteriori 72 reti, qualificate attrezzi non consentiti e non autorizzati, per un totale di 4000 metri lineari di maglia ed un corrispondente valore economico di circa 4000 euro. Sono stati altresì sottoposti a confisca 730 capi di fauna ittica delle specie “coregone lavarello” e “persico reale” per un peso stimato di circa 250 kg, per un prezzo di vendita stimato in circa 1.500 euro.
Accurati servizi preventivi di monitoraggio sulla presenza di reti al largo nello specchio lacuale hanno, contestualmente, consentito di individuare n. 2 pescatori professionisti di origine rietina, ai quali sono state elevate 4 sanzioni amministrative per violazione della pesca professionale, per un totale di euro 800,00. Ulteriori attività investigative sono in corso per risalire ai proprietari delle restanti reti rinvenute e sottoposte a sequestro penale per inosservanza della Legge 394 del 1991 in materia di aree protette.
L’intervento di recupero delle reti ha, inoltre, reso possibile la liberazione di ingenti quantitativi di pescato vivo, che sarebbe stato verosimilmente immesso sul mercato anche se di dimensioni non conformi. Infine, il pesce idoneo al consumo umano in precedenza confiscato è stato donato, a norma di legge, ai fini di solidarietà sociale in favore della Mensa Celestiniana di L’Aquila.
L’esercizio della pesca nel Lago di Campotosto è regolato da un apposito disciplinare dell’Ente Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga a tutela della fauna ittica: l’attenzione al fenomeno in un’area di particolare pregio naturalistico è massima, grazie alla costante azione di vigilanza, controllo e repressione degli eventuali illeciti, svolta dai carabinieri della specialità.I militari hanno operato con la risolutiva collaborazione del Comitato regionale Abruzzo della FIPSAS – Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subaquee, che ha messo a disposizione per le attività in acqua 2 imbarcazioni e diverse guardie ittiche volontarie. Tale forma di supporto è stata resa possibile anche grazie ad un protocollo d’intesa stipulato tra l’Arma dei Carabinieri e la Federazione Nazionale, che indica specificamente, tra le attività di collaborazione, la prevenzione e la repressione di reati legati al bracconaggio ittico.