Avezzano – Manca un giorno al ballottaggio e l’attenzione dell’elettorato è polarizzata sui due candidati e sui loro profili personali. La redazione di Terremarsicane ha intervistato separatamente i due contendenti, ormai esausti, dopo la faticosa campagna elettorale estiva. Le risposte di Di Pangrazio, alle nostre domande.
Buonasera Di Pangrazio, lo so, sono le 21.45, ma le vorrei fare qualche domanda a margine di questa giornata (1°ottobre) molto intensa per voi e i vostri avversari, dal momento che non vi siete risparmiati in termini di comunicati stampa, inviati alle redazioni dei giornali.
«A quest’ora mi distruggi, (risata) vabbé, dimmi pure.»
È chiaro che a poche ore dal ballottaggio, la sfida si polarizza e l’attenzione dell’elettorato va sulle persone. Quale pensi sia il tuo punto di forza rispetto a Genovesi?
«Sicuramente le competenze, l’autonomia e l’esperienza, che in un periodo difficile come questo, fanno senz’altro la differenza. Le persone, i cittadini, vogliono la tranquillità, e sceglieranno chi ha le attitudini per garantirgliela. Chi entra in comune deve mettere subito in moto la macchina amministrativa, non possiamo permetterci due, tre anni di scuola guida.»
C’è un punto che marca notevolmente le differenze fra lei e Genovesi. Da una parte c’è l’orgoglio dell’appartenenza ai partiti, dall’altra quasi il ripudio dell’appartenenza ai partiti, che infatti, non sono presenti nella sua coalizione.
«Non è proprio così. Io dico che oggi i partiti devono essere ricomposti. Ho scelto solo liste civiche perché in questo momento c’è troppa dispersione. Qui ad Avezzano i partiti non hanno leadership riconosciute. Spero che in questi anni in cui amministrerò la città, i partiti possano tornare a ritrovare un’identità propria che sappia rappresentare Avezzano e la Marsica e non l’Aquila o Pescara.»
Secondo lei, Genovesi, ce l’ha qualche cosa in più da spendere, su certe fasce dell’elettorato, ed essere più attrattivo rispetto a Di Pangrazio?
«Assolutamente no! Anzi, ha un problema, perché è uno strumento degli aquilani che in un momento così difficile e complicato hanno azzardato l’imposizione della sua candidatura, che oggettivamente non ha le competenze e soprattutto l’esperienza per caricarsi sulle spalle una città come Avezzano. Credo che la sua parte politica abbia commesso un grave errore di arroganza e presunzione nell’imporre Tiziano Genovesi. Non è che stai indicando un consigliere dell’ACI. Anche l’onorevole D’Eramo ha una grave responsabilità nell’aver imposto questa candidatura.»
Lei è molto amato dai giovani, ma sembrerebbe che questa volta i ragazzi siano più propensi a votare Genovesi. È vera questa cosa?
«A me non risulta. Ho una bella squadra di giovani che stanno con me fin dall’inizio, a questi si sono andati ad aggiungere quelli di Generazione+ e tutti i giovani di Del Boccio. Mi ricordo ancora quel giorno, quando da Sindaco uscente e sconfitto, fui travolto dall’applauso interminabile di tutti i giovani presenti al Teatro dei Marsi. Ecco, quel ricordo, ancora oggi mi fa molto emozionare. Certo poi ci sono anche giovani attratti dalla Lega ma qui si tratta di scegliere fra due persone, non fra due partiti.»
Che idea si è fatta, ascoltando le dichiarazioni di alcuni candidati della coalizione della Taccone, che invece di optare per Genovesi, hanno detto che al ballottaggio voteranno la tua persona?
«C’è stata anche l’irresponsabilità di qualcuno che in maniera assolutamente impropria ha cercato di far passare la notizia che Forza Italia avrebbe chiuso un accordo con Genovesi, immediatamente smentito dai responsabili territoriali del partito. Il mio appello a far vincere Avezzano è aperto a tutti, civici e partiti.»
Non pensa che questo ampio fronte comune contro Genovesi, lo faccia sembrare più forte di quello che è, col rischio che tutto si ritorca contro di voi?
«Ma che razza di domanda è? Questa è una provocazione! Qui non stiamo giocando, se tutti stanno con me è perché ritengono Genovesi inadeguato a ricoprire il ruolo di Sindaco di Avezzano.»
Ha già in mente una squadra di governo se diventerà sindaco della città?
«Basta guardare i volti delle persone elette consiglieri nella mia coalizione, e confrontarli con quelli che stanno con Genovesi, non aggiungo altro. Già questo basta a inquadrare il livello e l’importanza della mia quadra di amministratori, tutte persone di grande qualità.»
Se diventasse Sindaco concederebbe il ruolo di Presidente del Consiglio alla minoranza?
«Il Presidente del Consiglio viene eletto dal Consiglio Comunale con la maggioranza dei 2/3 nelle prime due sedute di votazione. Dalla terza, si va a maggioranza assoluta. Credo che chi condividerà dei programmi seri e importanti, potrà fare il Presidente del Consiglio. Assolutamente, non credo che questo ruolo possa essere affidato a un componente dell’opposizione. È una figura importante, a garanzia della politica amministrativa, per questo deve essere espressione della maggioranza.»
È previsto qualche altro confronto con Genovesi?
«Non saprei, mi hanno invitato a un confronto domani sera, a chiusura della campagna elettorale. Un evento piuttosto rilassante per fortuna, perché da venerdì sera devono cessare le ostilità, e tutti insieme, da lunedì, dovremo lavorare per Avezzano, maggioranza e opposizione per il bene della città.»