Plestinia: una controversia

Testi tratti da Pescasseroli lineamenti di storia dall’origini all’Unità d’Italia
( Testi a cura del Prof. Gianluca Tarquinio )

Ascoltando i discorsi degli anziani pescasserolesi, oppure rivolgendosi ad altri che si dedicano alla raccolta di materiali che interessano la storia del paese, possiamo farci un’idea delle tappe che hanno determinato la nascita del paese e che in parte risultano anche esatte: i superstiti di Plestinia edificarono il castello da cui, in seguito, discesero per costruire.il nuovo paese intorno alla chiesetta di S.Paolo. Quindi alla base di tutto c’è Plestinia a cui una delle passate amministrazioni comunali dedicò una strada: Corso Plistía (1).
L’ubicazione fino ad ora ritenuta esatta delle tre città fortificate citate da Livio era la seguente: Milonia presso Ortona dei Marsi; Fresilia tra l’attuale Opi e Villetta Barrea; Plestinia a Campomizzo e Pescasseroli (2).

Veniamo ora, con maggior precisione, a trattare della questione di Plesfinia la quale rappresenta il nodo della situazione. Testimonianze orali la pongono nella zona chiamata Campomizzo che si trova vicino il bivio tra la statale marsicana e la via di Bisegna, ma non esiste nessuna prova archeologica a sottolineare tale notizia anche se vi sono stati ritrovati alcuni reperti, ma non chiarificatori (3). Gli storici marsicani la pongono dove oggi si vedono i resti del castello di Pescasseroli, ma a parte qualche moneta e punta di freccia, mancano prove inconfutabili (4). Infine, gli storici napoletani la pongono vicino alle sorgenti del fiume Sangro, quindi nel territorio di Gioia dei Marsi, dove dicono che furono rinvenute, sopra una collina molti avanzi di mura, pavimenti, resti di strade ed epigrafi, ma anche di questi reperti non vi è alcuna traccia (5).

Mentre per gli storici marsicani sappiamo che essi hanno una fonte bibliografica comune, il Febonio, non si conosce, invece, da dove quelli napoletani hanno attinto le loro informazioni. Come abbiamo visto, l’ubicazione di Plestinia è causa di molte divergenze; il Di Pietro, addirittura, la pone vicino Campoli Appennino (FR). Tornando al Febonio a cui si accodarono tutti gli studiosi fino ai nostri giorni, essendo stato il primo a fare tale ipotesi, egli giustifica la posizione di Plestinia in Pescasseroli, e quella di Fresilia in Opi, perchè, senza queste città, il confine dei Marsi sarebbe rimasto sguarnito. Ma dobbiamo toglierci dalla mente quelle immagini di films in cui vediamo le campagne militari della Roma imperiale, con una enorme massa di uomini ben armati, macchine da guerra formidabili e città inespugnabili, perchè falserebbero la reale visione dell’epoca.

Nel 302 a.C., anno in cui compare Plestinia, i vari centri italici avevano delle difese fatte da recinti di pietra ammucchiate lungo il perimetro dell’agglomerato che si trovava sempre in posizione più alta rispetto al piano, le azioni di ‘guerra’ erano svolte da piccole bande di uomini, poco e male armati, inoltre l’arca dei loro «oppidum» era molto limitata.
Da una ricerca, i cui risultati furono pubblicati nel 1980, appr ndiamo che lungo la linea di confine dei Marsi con i Peligni (che potrebbe identificarsi con la strada Bisegna-Pescina) sono stati rinvenuti ben diciassette piccoli centri fortificati dei Marsi, cioè con una forte recinzione in pietra. Ecco, quindi, che con la sola ricerca metodologica, basata sullo studio dei toponimi, delle fonti medioevali e della ricerca sul luogo, si è giunti a-fare scoperte molto importanti sugli insediamenti marsi. Dei due centri citati da Livio con Plestinia, quello di Milonia è stato identificato con esattezza vicino il paese di Carrito e precisamente nelle località di ‘Casei’ e ‘Colle cavallo’.

Questo centro, con una circonferenza di Km. 3,600 in opera poligonale di 1 e Il maniera e che chiude nel suo interno tre alture, risulta strategicamente molto importante perchè controlla un trivia tra i Marsi, i Peligni ed i Sanniti.
Data la sua grandezza, e dal fatto che Marruvio fu costruita dai romani solo dopo la fine della ‘Lega Sabellica’, per controllare l’attività armentizia dei Fucino, ecco che si presenta come il più grande centro dei Marsi. Circa l’ubicazione di Plestinia , il Grossi ritiene che si trovasse presso la località Rocca Vecchia di Pescina, sopra di un’altura che sovrasta il castello della stessa cittadina. Inoltre aggiunge che ‘…..l’oppidum di Rocca Vecchia, con la sua estensione dí ben diciotto ettan, e la complessità della sua struttura difensiva, potrebbe identificarsi con la Plestinia del 302 a. C ‘ .

L’ipotesi del Prof.Grossi nasce anche dal fatto che i Romani, partendo da Carsoli per sferrare un attacco al cuore del territorio dei Marsi, e nello stesso tempo aprirsi una strada verso il Sannio, non potevano lasciarsi alle spalle, prima di arrivare a Milonia, un centro fortificato di quelle proporzioni situate sopra Pescina, e dal momento che i centri fortificati marsi, citati da Livi o, erano Fresilia e Plestinia, oltre che Alonia, ecco che quello di Rocca Vecchia deve identificarsi con uno dei due (6). Il Prof.Grossi conclude dicendo che, ipoteticamente, Fresilia potrebbe trovarsi vicino Alba Fucens, trovando cosi, in uno storico di Villetta Barrea, una persona concorde con lui anche se scrisse solo nel 1949 (7).

Concludiamo questo capitolo tornando a quanto detto al principio, e cioè che le ipotesi sull’ubicazione di Plestinia, che i pescasserolesí indicano nei loro paraggi, sono molto diverse anche se l’ultima qui illustrata, a cui ci sentiamo più vicini, presenta un logico ragionamento, ma tutte mancano nella prova decisiva. Non arriviamo a nessuna conclusione pro o contro circa l’uno o l’altra di queste ipotesi, ma se nel giro di pochi anni, attraverso una ricerca metodologica, si è giunti alla identificazione di molti centri marsi lungo il loro confine con i Peligni, è auspicabile che con una simile ricerca anche nell’Alto Sangro si possano rinvenire interessanti reperti archeologici.


NOTE
(1) Il nome esatto sarebbe dovuto essere Piestinia e non Plistia (vedi nota 5 del paragrafo precedente) Infatti molti hanno confuso questi due nomi anche perchè esiste una Plistia rinvenuta presso S.Agata dei Goti, verso il monte Taburno dove oggi esiste il toponimo Presta e presenta resti di antichi edifici e di epigrafi (Ciarlanti: memorie storiche del Sannio, Napoli 1829, pag. 53). Un’altra Plestia, appartenente alla tribu Ufentina si trova presso Colfiorito, vicino Foligno (G.Alessio e M. de Giovanni: Preistoria e Protostoria linguistica in Abruzzo’, Lanciano 1983, pag, 94 più note); vedi anche C.Letta, op. cit. pag. 103.

(2) A.Di Pietro: ‘Storia dei paesi della Marsica’, ristampa Polla della edizione di Avezzano del 1869 pagg. 63 e 293.

(3) Da Campomizzo provengono una piccolissima macina ed una parte di disco di bronzo con figura antropomorfa conservati rispettivamente da privati e presso la sede dell’Archeoclub di Avezzano.

(4) N. Febonio: Historia marsorum, libri tres, Napoli 1668; P.A.Corsignani: Reggia marsicana, rist. Forni 1971, pag. 707 voi. 11; Terra-Abrami: Sopra il dftetto e l’importanza una storia deíMarsi, L’Aquila 1870, pagg. 132/133.

(5) Cirilli: Il Regno di Napoli descritto ed illustrato; Romanelli; antica topografia istorica del Regno di Napoli, Del Re: Cronisti sincroni.

(6) G. Grossi: L’assetto storico-urbanistico del territorio del Fucino nel periodo italico, in Profili di archeoìogia marsìcana’ a cura del Rotary Club di Avezzano, Pratola Peligna 1980 pagg. 139/143.

(7) E. D’Andrea “Notizie su Villetta Barrea”, Castel di Sangro 1949, pag.8

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