MARRUVIUM (La strada romana e le mura)

La strada, ha un’ampiezza di 3,60 mt. e presenta dei paracarri laterali sui quali è ancora possibile notare i segni, usurati, di fori utilizzati per “attraccare” i cavalli durante eventuali soste.

Infatti, all’interno della strada è possibile ripercorrere un tratto sul quale nei secoli si sono succeduti passi di migliaia di uomini e sicuramente alcuni, vi hanno trainato carri e cavalcato.

Proprio all’entrata è visibile la presenza di un attraversamento pedonale ancora perfettamente percorribile, formato da blocchi di pietra calcarea locale squadrati e posizionati ad una distanza tale, tra di loro, da permettervi il transito dei pedoni, ma non da infastidire la percorribilità del tratto da parte dei mezzi di trasporto del periodo. Un ribassamento di forma quadrata fa pensare alla precedente presenza di una epigrafe segnaletica. Nei due tratti di scavi ancora aperti è possibile ammirare un tratto di fogna romana.

Per quanto riguarda le puma esse sono realizzate in opera quasi reticolata, erano ancora in funzione nell’altomedioevo. Oggi si possono seguire il vistosi crolli sul lato del Fossato di Civita fino al Molino con tracce di una porta ed interventi bassomedievali relativi all’impianto di un molino. Come abbiamo gia detto, rimane oggi difficile ricostruire in modo chiaro l’andamento murario visto la sovrapposizione dell’abitato contemporaneo. Ancora nell’Ottocento, nel 1835, il circuito delle mura «di più di tre miglia» era ancora percorribile per intero con possibili due porte sui versanti sud-est e nord-ovest.

Fuori le mura, sul settore nord-ovest verso Pescina, entrava 1’acquedotto che riforniva la città di cui sono visibili i resti del condotto rivestito in opera signina. Esso e ricordato nel regesto farfense per gli anni 789-822 d.C.; le fonti idriche potevano fare riferimento allo stesso fiume Giovenco e alle vecchie sorgenti del santuario rupestre di Castelrotto di Pescina.

Testi del prof. Giuseppe Grossi

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