San Giovanni Battista
(Celano)
Santa Maria Valleverde
(Celano)
San Francesco
(Tagliacozzo)
LE METE DELL’ITINERARIO
San Giovanni Battista in Celano
Fondata nella seconda metà del duecento ad opera di Ruggero primo di Celano, figlio del famoso Tommaso (Conte di Albe, Celano e Molise), all’interno del nuovo castrum di Celano sul Colle di S. Flaviano, divenne col nome di S. Giovanni Battista la più potente chiesa feudale della Marsica esente dal controllo vescovile, quindi nullius Dioecesis, da cui dipendevano le chiese di Cerchio, S. Potito, Ovìndoli e Rovere.
Nel secolo XIV e soprattutto nella seconda metà del quattrocento la chiesa fu arricchita da decorazioni pittoriche ed architettoniche grazie alla beneficienza dei Conti di Celano (Jacovella) con l’intervento di artisti di scuola aquilana e locale come il famoso Andrea De Litio di Lecce dei Marsi. Altri interventi, di minore importanza, furono realizzati sotto i Piccolomini come il portone ligneo della fine del ‘500 voluto da Costanza Piccolomini d’Aragona. Nel 1584 l’indipendenza della chiesa celanese viene meno sotto il Vescovo dei Marsi Matteo Colli, quando il suo Preposto fu spogliato della Mitra e del Pastorale e sottoposto all’obbedienza verso il presule marsicano.
Un terremoto degli inizi del settecento portò al crollo del presbiterio e dell’abside ricostruiti nel 1706 con pesanti interventi in stile tardo-barocco. Dopo il grave terremoto del 1915, che distrusse la sagrestia e locali annessi, la chiesa è stata restaurata con la ricostruzione delle volte ogivali della navata centrale ed il ritrovamento degli affreschi quattrocenteschi sulla navata laterale destra.
La facciata a capanna divisa in due da una cornice orizzontale e delimitata da due lesene laterali, presenta il portale a strombo archivoltato quattrocentesco di scuola aquilana con lunetta superiore affrescata con Madonna con Bambino fra S. Giovanni Evangelista e il Papa Bonifacio IV della scuola di Andrea De Litio: ben conservato è il prezzioso portone in legno di castagno a due battenti della fine del cinquecento con i Santi Giovanni Avangelista e Battista, stemmi dei Piccolomini e Aragona-Castiglia e due rosoni.
In alto il bel rosone rinascimentale di stile gotico-fiorito sovrastato dal coronamento del timpano contrassegnato da una cornice modanata con sottostate teoria di archetti intrecciati. L’interno presenta tre navate divise da arcature ogivali poggianti su possenti pilastri ottagonali, mentre la copertura a crociera della navata centrale non è originale, ma dovuta al restauro del Gavini successivo ai danni del sisma del 1915…
Santa Maria Valleverde
Voluta da Leonello di Acclozamora e Jacovella dei Conti Ruggeri di Celano a metà del quattrocento, ma terminata sotto i Piccolomini nel 1508, Sanctae Mariae de Valleviridi con il suo annesso convento dei Riformati di S. Giovanni da Capestrano è indubbiamente la più bella chiesa rinascimentale francescana della Marsica: è del 1504 l’atto di fondazione indirizzato da Giulio Il a Giovanna Piccolomini d’Aragona.
Con il cinquecento, ad opera dei Piccolomini, la struttura cultuale fu arricchita da cappelle affrescate, cripta, coro ligneo, refettorio e due belle pale d’altare. Il convento con il bel chiostro, che arrivò ad ospitare fino a 50 frati, fu soppresso da Gioachino Murat nel 1809: danneggiato dal terremoto del 1915 fu restaurato nel 1932, restauro che permise il ritorno definitivo dei frati. Attualmente parte del convento è utilizzato come centro polivalente con piccolo museo annesso e ricca Biblioteca di S. Maria Valleverde in via di accrescimento data la cura amorevole di P. Osvaldo Lemme.
La chiesa si presenta con facciata a coronamento orizzontale, divisa in due parti da una cornice mediana con sottostante portale a strombo archivoltato di scuola aquilana del 1508 e sovrastante ampio finestrone voltato con superiore stemma dei sovrani di AragonaCastiglia.
Sull’architrave del portale è l’Agnus Dei con stendardo dei Piccolomini e iscrizione con data 1508 in latino, mentre nella lunetta superiore è un affresco raffigurante Madonna con Bambino tra i Santi Francesco e S. Giovanni da Capestrano. Sul retro dell’edificio è l’elegante abside poligonale decorato da monofore tardo-gotiche trilobate.
L’ interno francescano, ad unica navata con volta a crociera, presenta tre cappelle laterali affrescate: la terza è dotata di pregevoli affreschi delle Storie della Vergine opera del pittore veneziano Paolo Zoppare del 1558. Sulla parete destra, in alto, sono esposte le due belle pale d’altare: quella della Natività di scuola umbro-senese dei primi decenni del. ‘500; quella di Gesù e il Cireneo che è stata attribuita al famoso Giovanni Antonio Bazzi detto “il Sodoma” e datata al 1525-1530….
San Francesco in Tagliacozzo
In un Diurno del XV secolo del tagliacozzano Girolamo de’ Jacobutiis, Vescovo di Veroli, conservato in passato nella chiesa, era riportata la notizia della consacrazione dell’altare maggiore il 20 novembre del 1233, ma dubbi permangono sull’autenticità del documento.
E’ certo comunque che a metà del duecento era attivo un cantiere francescano in Tagliacozzo come confermato dalla Bolla di Innocenzo IV del 17 giugno del 1252, cantiere probabilmente avviato dal beato Tommaso da Celano. Sostanziosi furono gli interventi degli Orsìni nel XIV e soprattutto nella seconda metà del XV che portarono al completamento della facciata tardo-gotica firmata in alto dallo stemma della famiglia feudale, stemma successivamente abraso per volere dei Colonna successori degli Orsini nella contea di Tagliacozzo. Tra la fine del ‘500 ed i primi del ‘600 l’adiacente convento fu sottoposto ad ampliamenti ad opera dei Colonna con la realizzazione del chiostro con al centro la cisterna dotata di sovrastante vera quadrata ornata di pilastrini e datata 1692: nel 1608 furono affrescati sia le volte dell’androne che le lunette del porticato. Nel secolo XVIII l’interno della chiesa fu barocchizzato con la realizzazione di volte, altari e sovrapposizioni decorative in stile rococò.
Nel 1809 con la soppressione napoleonica degli istituti religiosi e l’allontanamento dei frati, la struttura cultuale fu adibita ad ufficio comunale e successivamente a scuola. Negli anni ’60 del nostro secolo sia la chiesa che il convento furono restaurati con l’eliminazione delle sovrastrutture decorative settecentesche, restauri che permisero il ritorno dei Francescani.
La facciata, originariamente terminante con il coronamento orizzontale decorato da archetti ciechi, si presenta strutturata nella sua forma della seconda metà del XV secolo con facciata divisa in due parti da una cornice (con Agnus Dei centrale) che delimita il portale tardo-gotico di scuola aquilana dal sovrastante grande rosone a ruota simile a quello di S. Maria della Tomba di Sulmona: sopra il rosone è scalpellato lo stemma degli Orsini a cui si deve il completamento quattrocentesco dell’edificio cultuale ed i cui cardinali (Jacopo e Giovanni) vi furono sepolti nell’interno.
L’interno ad unica navata con tre campate coperte da volte a crociera e presbiterio rialzato, presenta sulla parete sinistra una nicchia su cui sono conservate le spoglie dei frate Beato Tommaso da Celano, primo biografo di S. Francesco, morto nel monastero femminile di S. Giovanni di Va] dei Varrì nel 1260 e nel ‘500 traslato nella chiesa tagliacozzana. Nei transetti, nella sagrestia e sulle pareti delle campate sono invece conservate pale d’altare del XVI, XVII e XVIII secolo, un crocifisso ligneo e la statua lignea di S. Antonio di Padova del 500.