IL BRIGANTAGGIO NELLA MARSICA (la conquista di Roma)

L’occupazione di Roma da parte delle truppe piemontesi non fece altro che acuire la forte tensione già esistente tra clero e autorità civili nella Marsica. Una lettera del Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti (il ministro Raeli), scritta quando già era stata decisa la presa della città, venne inviata anche al Vicario don Ricciotti, che la ricevette appena qualche giorno dopo il 20 settembre 1870. Tra l’altro, il Ministro cosí scriveva:

«(…) Facciamo voti che il Santo Padre accetti le nostre proposte; quali che siano per essere le di lui risoluzioni, il Governo non permetterà mai che si rechi da chicchessia la benché menoma offesa od insulto alla Chiesa, ai suoi Ministri, e all’esercizio del loro ministero spirituale. Ma nello stesso tempo è deciso di adempiere al proprio dovere verso la Nazione, di non permettere cioè che dal clero con qualsiasi atto o discorso, o in qualunque altro modo, si tenti provocare alla disobbedienza alle Leggi ed ai provvedimenti della pubblica Autorità, con censurare le Istituzioni o le Leggi dello Stato, eccitare il disprezzo o il malcontento contro le medesime, turbare la coscienza pubblica e la pace delle famiglie.

Contro i colpevoli si procederà con tutto il rigore delle Leggi» (93).
Comunque, la conquista di Roma da parte dello Stato italiano rappresentò da una parte il culmine della politica anticlericale del liberalismo, ma dall’altra anche l’inizio di un atteggiamento piú tollerante e, talvolta, piú conciliatore.
Se, negli anni 1860 e seguenti, «era accaduto piú di una volta che i banditi difendessero i conventi e il clero», perché la borghesia garibaldina e liberale «era stata decisamente anti-clericale per formazione ideologica», e la borghesia terriera lo era stata «per questioni di concorrenza fondiaria» (94); dopo il 1870 i governanti dello Stato italiano attenuano la loro virulenza anti-ecclesiastica. Si cerca di addivenire, almeno in sede locale, a compromessi che consentano un’ordinata convivenza (95), pur dovendosi attendere una tragedia apocalittica (il terremoto del 13 gennaio 1915) perché nella Marsica Chiesa e Stato potessero ritrovare un comune accordo per il progresso morale e civile della zona. Ma questo è un altro discorso, ed esce ormai fuori dai limiti (cronologici e tematici) che ci siamo imposti.


NOTE

93) ADM, fondo E/Stampati, 12 settembre 1870.
94) Cfr. Il sud e lo Stato sabaudo negli anni dell’Unità d’Italia, collana di documenti storici (Editore P.3), Milano 1970, p.27.
95) G.JETTI, op.cit., p.181.
Testi del prof. Angelo Melchiorre

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