Abruzzo – “Siamo in un momento drammatico, in cui servirebbe un’unità di lavoro e di intenti che deponga, almeno provvisoriamente, l’ostilità politica e aiuti a superare questa grande emergenza sanitaria e le annesse criticità, ed invece per alcuni le priorità sembrano essere altre“. Così interviene in una nota il Consigliere regionale Americo Di Benedetto a proposito delle polemiche degli ultimi giorni sulla ASL N 1.
“Ritengo che la politica – prosegue Di Benedetto – pur nel legittimo confronto di idee, debba stare sempre dalla parte delle persone, non dei partiti; le uniche ingerenze dovrebbero esserci, piuttosto, per la tutela del merito, non delle carriere, e ciò non riguarda solo le posizioni apicali, basta guardarsi intorno per comprenderlo. Tutela del merito proprio nell’ottica di una condivisione delle scelte per la crescita e la difesa del territorio provinciale, liberandolo da sterili campanilismi e matematiche ripartizioni politiche.
Se solo ci soffermassimo sulla proposta di riordino della rete ospedaliera costruita dalla maggioranza in Regione, ci accorgeremmo di quanto si stia indebolendo la nostra Provincia: a Sulmona, come ad Avezzano; a Castel di Sangro, come a Pescina e a Tagliacozzo, e, ancor più a L’Aquila, in particolare nella limitazione oggettiva dello sviluppo del presidio ospedaliero come DEA di secondo livello.
Un nosocomio aquilano, quindi, minato nella sua funzionalizzazione su base regionale e non affatto tutelato dalle politiche strategiche Aziendali locali (su queste sì che si dovrebbe alzare la voce!) sia sull’innalzamento qualitativo delle proposte a venire riguardo le risorse umane che sulla difesa delle eccellenze professionali già in disponibilità della nostra struttura ospedaliera, eccellenze queste, che potrebbero presto stancarsi di restare al servizio di una Sanità che non ne riconosce e valorizza il pregio medico, l’impegno lavorativo e la disponibilità.
Bisognerebbe sempre avere fermo in mente che la qualità della Sanità – conclude Di Beneddetto – la fa la qualità di chi ci lavora, non di certo la prossimità alla politica di chi la dirige“.