Avezzano. Dormono arrotolati nei tappeti. Qualche residente li ha visti anche accendere fuochi con una bombola del gas. Mangiano, dormono e bivaccano, perché sono irregolari in Italia, non hanno un permesso di soggiorno e tantomeno un lavoro.
Non si rassegnano i residenti di via Del Sambuco, nella parte sud di Avezzano, che continuano a segnalare anche al Comune la presenza di un nutrito gruppo di uomini marocchini che occupano abusivamente una palazzina in costruzione, dove dentro, si vede di tutto. Si vede anche un continuo via vai di persone che passano presumibilmente a rifornirsi di droga.
E’ sotto gli occhi di tutti il degrado e la disperazione con cui alla fine si ritrovano a fare i conti solo gli agenti quando rispondono alle chiamate al 113 o al 112.
Ora il paradosso è un altro. Non si parla più solo dello scheletro di una palazzina occupata abusivamente. Ma si tratta del fatto che lì ci vivono e ci dormono persone che hanno dichiarato alle autorità che quello è il loro domicilio.
All’ultimo blitz della polizia del commissariato di Avezzano, che risale a una quindicina di giorni fa, sono scattate tre denunce. Una per evasione: il marocchino arrestato dai carabinieri, che sulle carte risulta lì agli arresti domiciliari, non c’era. La seconda per un altro marocchino che bivaccava sulla strada, nonostante fosse sottoposto alle prescrizioni di rimanere dentro (almeno si fa per dire viste le condizioni dello stabile. La terza, per un altro connazionale, che aveva con sé 25 grammi di hascisc.
Un altro gruppo di migranti è stato fatto allontanare ma a quanto pare dopo qualche giorno è rientrato come se nulla fosse.
Qualche residente ha fatto partire una petizione anche perché via Del Sambuco, ad Avezzano, è tristemente conosciuta anche per altri motivi. Si tratta della stessa strada spesso frequentata da tossicodipendenti, dove qualche anno fa un uomo morì tra i cespugli per overdose e un altro, dopo poco tempo, finì in coma in ospedale. I bambini che giocano nel quartiere più volte hanno anche trovato delle siringhe usate a terra.
Un fenomeno che sembra incomprensibilmente “irreversibile”, contro cui combattono i residenti, che si sentono sempre più impotenti e che non fanno altro che chiedere qualche telecamera per la videosorveglianza.
Via Del Sambuco non è il solo caso, ad Avezzano, che indigna. A maggio fece discutere il caso di “Via Crispi 48”. Qui, in contemporanea, in pochi metri quadrati, tra piccole stanze e scantinati, abitavano, sotto il regime degli arresti domiciliari: tre uomini di origine marocchina arrestati in un’operazione antidroga. Un loro connazionale arrestato da carabinieri e forestali mentre cercava di nascondere droga in un casolare di Fucino e un italiano che invece era è stato fermato mentre rubava rame in un deposito dell’Enel.
Un altro inquilino ancora, era stato preso per spaccio prima di essere sfregiato con l’acido da un amico che voleva impedirgli di testimoniare a un processo a suo carico, per rapina.
E così i controlli da parte di polizia e carabinieri dopo le convalide degli arresti al regime dei domiciliari finiscono così: nelle case (o, come nel caso di via Crispi, scheletri di case) occupate, alla stazione ferroviaria, in una piccola baracca costruita con materiali di fortuna nel cuore del Fucino o in un rimorchio annesso a un trattore alla frazione di Paterno.
Non per ultimo fa riflettere il caso di un giovane sottoposto alla sorveglianza speciale, che ha chiesto al tribunale aquilano competente di essere controllato in un nuovo domicilio. Dove si trova? In un appartamento che sta al piano di sotto a quello dove viveva lui, nella zona nord di Avezzano, occupato abusivamente dalla fidanzata, già denunciata dalla polizia per l’occupazione abusiva.