Canistro. Chissà in quanti questa mattina facendo la spesa e acquistando le casse d’acqua Santa Croce si sono accorti che qualcosa è cambiato.
Sugli scaffali dei supermercati della Marsica, infatti, sono arrivate le bottiglie con l’etichetta dell’acqua Santa Croce che non arriva più da Canistro ma che viene direttamente dalla sorgente Castellina di Castelpizzuto, il paesino in provincia di Isernia, in Molise.
Comunque è successo: una cliente si è accorta della dicitura sull’etichetta e ha lamentato al direttore dell’esercizio commerciale che quella “Non era l’acqua di Canistro”. Eh già… perché alla fine, è innegabile, al marchio Santa Croce, di proprietà dell’imprenditore Camillo Colella, è legato indissolubilmente il territorio di Canistro, nella Valle Roveto e della sua fonte Sponga. Il luogo in cui sgorga una delle migliori acque minerali d’Italia e dove da dieci giorni, i lavoratori presidiano giorno e notte quello stabilimento che per tanti anni è stato una fabbrica di oro più che di acqua.
Colella è il proprietario del marchio e pertanto può mettere, sulle bottiglie che arrivano dal Molise, l’etichetta della Santa Croce. Ora più che mai lo slogan scelto per una delle più famose campagne pubblicitarie della sua acqua minerale è valido. “Leggi bene l’etichetta” è impresso su tutte le bottiglie come anche sui manifesti pubblicitari.
Chissà se i clienti lo faranno davvero e comunque si affretteranno ad acquistare le ultime bottiglie di acqua, scorte di magazzino di altri centri commerciali marsicani.
Intanto la battaglia dei lavoratori di Canistro va avanti. Per la giornata di domenica 6 Novembre il presidio davanti ai cancelli dell’azienda sarà sospeso, per poi riprendere lunedì ed andare avanti fino a domenica 12.
Non si fermano nemmeno le indagini della procura di Avezzano su tutta la vicenda in cui è piombata negli ultimi giorni l’azienda. In Procura sono stati chiamati Iris Flacco, dirigente regionale e il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli. Saranno ricevuti dal procuratore capo Andrea Padalino martedì.
Altra certezza è che l’imprenditore molisano ha mantenuto la sua promessa. Per lui lo sciopero avviato il 26 ottobre dai lavoratori è “illegale e abusivo” e pertanto ha presentato una denuncia in procura.