Abruzzo – “Abbiamo scritto una lettera indirizzata al Presidente Marco Marsilio per chiedergli di fare un passo indietro, di sospendere la delibera e aprire il confronto a un tavolo tecnico per la gestione faunistica dei cervi utile a contenere i danni, evitare incidenti stradali e garantire la presenza di tali esemplari che sono un vero e proprio simbolo dell’Abruzzo“, spiegano da LNDC Animal Protection e Rete dei Santuari Liberi in Italia.
“Abbiamo espresso a chiare parole la nostra indignazione per il fatto che i cacciatori assegnatari dei capi da uccidere dovranno versare un contributo economico, un premio, all’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) di riferimento basato su tariffe che cambiano in base all’età e al sesso degli animali abbattuti e alla provenienza del cacciatore. Un esempio? 50 Euro per un cucciolo di cervo trucidato sotto l’anno di età, 100 euro per una femmina, 150 euro per un maschio giovane e 250 euro per un maschio adulto, fino ad arrivare a 600 Euro. Questi soldi andranno agli ATC, quindi agli Ambiti territoriali di caccia, gestiti dai cacciatori stessi“.
E concludono “Ci opporremmo con tutte le nostre forze a una tale crudeltà perpetrata ai danni dei cervi, ci teniamo a ribadire che si tratta di un piano di gestione ingiusto, utile a soddisfare la lobby venatoria, ma inadatto a trovare soluzioni concrete e a lungo termine per soddisfare le esigenze degli agricoltori che lamentano danni causati alle colture. Ci sono ben altre soluzioni, meno sbrigative e più rispettose della vita di tutti“.
Questo il testo della lettera inviata al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio:
“Spett.le Ente,
scriviamo in qualità di Presidente di LNDC Animal Protection, una delle più antiche e importanti associazioni protezionistiche presenti in Italia, dal 1950 impegnata nella tutela della vita e del benessere degli animali di ogni specie e razza, con circa 70 sedi locali e migliaia di soci, volontari e sostenitori in tutto il territorio nazionale e di rappresentante della Rete dei Santuari di Animali Liberi, un collettivo che raggruppa tutti i santuari esistenti in Italia per la cura e l’accoglienza degli animali salvati dall’industria della carne.
La delibera in oggetto, che prevede l’uccisione di 469 cervi, è una pagina nera nella storia dell’Abruzzo e rappresenta un gravissimo passo indietro nella tutela della popolazione di animali selvatici. Una decisione che peraltro si scontra con la sensibilità della maggior parte dell’opinione pubblica, contraria a misure di questo tipo che hanno come unico obiettivo quello di tutelare gli interessi privati di alcune categorie, nello specifico gli agricoltori e i cacciatori. Appare assurdo, infatti, che le quote versate dai cacciatori per essere autorizzati a uccidere i cervi in questione vengano destinate agli ATC e cioè ai cacciatori stessi.
Quello che si sta per compiere in Abruzzo è un vero e proprio sterminio che, sebbene abbia ricevuto il parere positivo dell’ISPRA, non può in alcun modo essere considerato accettabile da un punto di vista etico e logico considerando anche il fatto che queste uccisioni non sono mai servite in maniera efficace a controllare le popolazioni di animali selvatici. Una riprova sono i cinghiali, da sempre sotto il mirino dei fucili, ma che continuano a proliferare proprio a causa delle uccisioni continue.
Per questi motivi, vi invitiamo a rivedere la decisione anche per rispetto della cittadinanza che in larghissima misura è contraria a questo scempio e a trovare una soluzione alternativa anche in accordo con le scriventi associazioni, dando la nostra totale disponibilità a collaborare in tal senso. In caso contrario, siamo comunque pronti a fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire che questo sterminio venga portato a compimento”.
Piera Rosati
Presidente Nazionale
LNDC Animal Protection
Sara D’Angelo
Portavoce
Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia