Tagliacozzo. Portare i ragazzi ad aprirsi, a confidare i loro eventuali disagi fino a chiedere comprensione e aiuto. Sono questi solo alcuni degli obiettivi del progetto organizzato per le classi superiori dell’istituto onnicomprensivo Argoli di Tagliacozzo, a guida della dirigente scolastica Patrizia Marziale.
“Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta già dall’ex preside Domenico Amicucci”, spiega la professoressa Claudia Sansone, referente del progetto, “già in passato degli studenti, grazie agli incontri organizzati con la collaborazione delle forze dell’ordine, hanno fatto venire alla luce alcuni disagi che i ragazzi si sono sentiti di raccontare. In passato ci sono stati dei casi di bullismo”, va avanti la docente, “ma anche episodi molto gravi che poi hanno fatto nascere un’inchiesta che è scaturita in un processo, dove rimasero coinvolti dei ragazzi della zona che avevano abusato di una ragazzina”.
“Nella vita quotidiana dei ragazzi”, prosegue Sansone, “la presenza della scuola è fondamentale e per questo curiamo questo tipo di iniziative. Qualche volta gli studenti si sentono più a loro agio in un ambiente che si apre alle loro esigenze e chiede loro di farsi avanti. Qualche tempo fa abbiamo avuto un altro episodio molto significativo, al Teatro Talìa, in un altro progetto simile a questo, dove un ragazzo, alla vista di alcuni video proiettati, si è alzato dalla platea e al microfono ha chiesto scusa, per essere stato in passato scorretto nei confronti di una coetanea”.
“Chiarire alcuni aspetti della legalità, della giustizia e del vivere civile ai più giovani”, conclude la professoressa che insegna diritto al Turistico, “significa investire sulle generazioni del futuro”.
A parlare ai giovani della scuola superiore è intervenuto il comandante della compagnia dei carabinieri di Tagliacozzo, Edoardo Commandè che ha approfondito, in un intervento durato quasi due ore, il tema del bullismo, del consumo delle droghe e dell’alcool. Il capitano dell’Arma ha anche spronato i ragazzi a richiedere l’intervento dei carabinieri davanti ai fatti illeciti e a non tirarsi indietro per timore di esporsi o di essere giudicati male dai coetanei. E proprio su questo punto si è aperto un dibattito a cui i ragazzi hanno partecipato in prima persona.