Il paese risulta di antica origine, anche se le prime notizie attendibili sono soltanto del X secolo. All’epoca della nascita di S.Pietro l’Eremita (ancor oggi considerato il protettore del paese), probabilmente Rocca di Botte era giá sede di un monastero basiliano o benedettino. Appartenente nel 1173 a Ottone de Montanea e rimasta a tale famiglia fino alla metá del XIV secolo, Rocca di Botte contava, nei primi secoli del secondo millennio, circa 350 abitanti e possedeva giá le chiese di S.Pietro e di S.Biagio, cui piú tardi si aggiunsero le chiesoline rurali della Madonna della Febbre e di S.Rocco.
Nel XV secolo, sotto gli Orsini, il paese si arricchí di altri edifici, raggiungendo il suo massimo sviluppo edilizio sotto i Colonna. Nell’Ottocento Rocca di Botte, aggregata (insieme con Oricola) al comune di Pereto, diede inizio a una lunga lotta per l’autonomia amministrativa, conquistata finalmente agli inizi del XX secolo per merito di un agguerrito «Comitato cittadino».
CENNI ARTISTICI
«Se c’è una cosa che subito colpisce di Rocca di Botte — ha lasciato scritto in un suo lavoro inedito il compianto Ernesto Pomilio — è che, nonostante la lontananza dalle grandi vie di comunicazione e, forse, la modestia dell’economia, è stata per lunghi secoli un vero e proprio centro di attivitá artistiche».
E, infatti, c’è ancor oggi da vedere molto: l’antica chiesa di S.Maria del Pianto (o della Febbre), tutta decorata da affreschi probabilmente quattrocenteschi; l’importante chiesa abbaziale di S.Pietro (si ammirano ancora l’ambone, il ciborio e frammenti dell’iconostasi); le rovine di un castello sito su uno sperone roccioso del vicino monte S.Fabrizio; la fontana del municipio, che un’antica tradizione ricollega alla vita di S.Benedetto; e, infine, il santuario di S.Maria dei Bisognosi (amministrativamente dipendente dal comune di Pereto).