Madonna dei Bisognosi
(Pereto – Rocca Di Botte)
IL LUOGO IN BREVE
Nell’attraversare la piana del Cavaliere, che aprica si estende do Carsoli a Riofreddo, si vede, a sinistra, sulla montagna che separa Pereto da Rocca di Botte, un fabbricato biancastro che, non vicino ad abitati, spicca solitario tra la boscaglia. E’ il Santuario della Madonna dei Bisognosi. L’origine di esso rimonta al secolo VII, cioè al tempo in cui un’icone della Vergine fu traslata dalla Spagna in Italia, giusta memoria tramandata da un’analoga pergamena che, sincrona all’avvenimento, e servita di base ai diversi storici nella narrazione delle vicende del Santuario stesso.
In detto secolo veneravasi presso Siviglia una statua della Madonna di cui era particolarmente devoto un tal Fausta Questi, che esercita:va il commercio, avendo smarrito in un naufragio presso le cos,te italiane il suo unico figlio di nome Procopio, ne imploro il ritrovamento da Lei. La Quale, apparendogli in sogno, lo consolo dicendogli che glielo avrebbe fatto ritrovare se – onde salvarla dalla distruzione dei Saraceni che si apprestavano ad invadere la Spagna – avesse trasferito la sua .immagine al monte di Carsoli. Fausto accolse il desiderio della sua celeste Protettrice e preso il simulacro, con suoi connazionali tra cui un ebreo convertito, s’imbarcò per l’Italia.
Risalendo l’Adriatico, approdo a Francavilla a Mare ove, acquistata una mula, le carico la sacra effigie e proseguì per la montagna di Carsoli. Quivi la mula si fermò e, scaricata, mori all’istante. Da tal fatto i pii profughi capirono che quello doveva essere il luogo prescelto dalla loro divina ispiratrice per porvi la sua nuova dimora. E di ciò furono assicurati anche dal fatto che ivi ritrovarono Procopio, il quale lodando la celeste Madre, felicemente riabbraccio suo padre e disse: « Qui ove e restata estinta la mula e il luogo precisatomi dalla Vergine stessa, che poc’anzi e partita da me; qui devesi collocare la sua immagine ». Frattanto il monte di Carsoli, che per l’innanzi era stato brullo e arido, immediatamente cambio il suo sterile aspetto adornandosi di rigogliosa vegetazione, mentre le popolazioni di Pereto e di Rocca di Botte, turbate da una accanita contesa confinaria, decisero di far pace stabilendo come termine delimitativo dei rispettivi territori la nuova chiesa nella cui sagrestia esiste tutt’ora la colonnina che anticamente segnava il confine tra i due paesi.
Tali prodigi richiamarono sulla montagna di Carsoli innumerevoli fedeli ch’e, in collaborazione con Fausto, ben presto edificarono una chiesetta nel luogo dove era morta la mula, per ivi venerare la sacra icone cui, con riferimento all’ubicazione, diedero poi l’appellativo di Madonna del Mente oltre che dei Bisognosi. ’Intanto la fama dei prodigi di Essa si diffondeva sempre più e giunse persino al papa Bonifacio IV che, essendo inguaribilmente malato, implorata la guarigione dalla Madonna dei Bisognosi, fu immediatamente esaudito. E così risanato, quel Pontefice – che aveva avuto i natali in Civita dei Marsi (già Marruvio) – volle recarsi a ringraziare la miracolosa sanatrice sul monte di Carsoli.
Ove giunto non solo sciolse il suo voto, ma, l’11 giugno dell’anno 610, consacrò pure la chiesa, cui lascio fondi per ingrandirla, concesse indulgenze e donò un Crocifisso, che e tuttora oggetto di tanta devozione. In quanto all’arte, il Santuario della Madonna dei Bisognosi ne contiene abbastanza. La sola statua della Vergine col Bambino, scolpita in legno d’ulivo probabilmente prima del VII secolo, benché non sia un fine lavoro, costituisce un monumento di eccezionale importanza, poiché ci riporta a un’epoca di cui esistono rarissime sculture. Ma vi e ancora altro, ben degno di considerazione. L’attuale chiesa, che rimonta al s.-colo XIV, e adorna di parecchi dipinti. In una parete si ammirano tre grandi affreschi che rappresentano la Crocifissione, la Discesa dello Spirito Santo e la Resurrezione; nonché la Sepoltura di Gesù, Daniele profeta, San Gioacchino, la Madonna col Bambino e Santa Elisabetta, mentre nella parete attigua alla sagrestia sono particolarmente notevoli gli affreschi che raffigurano l’Annunciazione, il Presepio, l’Adorazione dei Magi e la Visitazione.
Passando poi nella cosi detta Cappella, che costituisce la chiesa primitiva, restaurata pero nel 1488, nel corridoio spiccano due Madonne col Bambino, in mezzo a quattro Angeli, e la Presentazione al Tempio, cui si aggiungono i quadri raffiguranti l’arrivo di Fausto in quel monte e il suo incontro col figlio Procopio, invece, nella parete che sovrasta l’arco tra la cappella e il corridoio, gli affreschi del Paradiso e dell’Inferno sono degni di particolare considerazione sia per l’espressione artistica che per la concezione delle pene inflitte ai dannati. Questi vengono ingoiati da Satana che, dopo averli digeriti, li evacua in forme varianti secondo la colpa commessa; cosicché i superbi, forse perché più somiglianti degli altri al re dell’Inferno, riescono integri come sono entrati nella bocca di lui. Oltre alle predette raffigurazioni, delle quali diverse sono deteriorate, ve ne sono parecchie altre che, sebbene di minore importanza, suscitano discreto interesse.
Gl’innumerevoli prodigi operati dalla Madonna dei Bisognosi, dei quali fan menzione gli storici hanno richiamato intorno al suo altare un’infinita di devoti.
Tale devozione non e mai venuta meno nelle nostre genti, ma, crescendo sempre più, ha dato luogo a manifestazioni di fede veramente indimenticabili, com’e di recente avvenuto nella cosi detta «peregrinatio Mariae», giro trionfale in cui la gloriosa immagine della Madonna dei Bisognosi, trasportata nei paesi del Carsolano, ha ovunque ricevuto unanime e fervido omaggio dalle popolazioni imploranti i suoi carismi.