Le informazioni più significative sugli antichi abitanti dell’Abruzzo provengono dall’area del Fucino; infatti se in tutta la regione sono stati rinvenuti manufatti in pietra e osso che forniscono dati importanti riguardanti le attività di questi uomini, pochi sono i resti ossei, unici in grado di darci informazioni sulle caratteristiche biologiche dei nostri antenati: statura, sesso, età alla morte, malattie avute in vita, per le donne il numero dei parti, la composizione dei cibi. Tranne i reperti di Calascio, i più antichi resti relativi all’Abruzzo in nostro possesso provengono da Ortucchio e precisamente dalle grotte situate a circa 30-50 metri sopra la piana: grotta dei Porci, grotta Maritza. grotta La Punta’. I resti, venuti alla luce durante gli scavi condotti dall’Istituto di Paleontologia Umana dell’Università di Pisa tra il 1958 ed il 1960, sono riferibili ad un gruppo omogeneo di uomini del paleolitico vissuto tra 14.000 e 10.000 anni fa sulle rive del lago Fucino.
Sebbene distanze cronologiche distinguano i vari reperti, tuttavia l’unità geografica e culturale di provenienza e le notevoli somiglianze permettono di considerare gli stessi come appartenenti ad un gruppo unitario da cui e possibile isolare caratteri comuni:
1) il cranio dei soggetti di sesso femminile e più gracile e più piccolo di quello maschile;
2) le arcate sopraorbitarie sono molto pronunciate; La scelta dell’insediamento sarà stata certamente favorita dalla presenza del lago che mitigava le condizioni climatiche e costituiva al tempo stesso una risorsa economica. 36. Nella grotta La Punta sono stati ritrovati un cranio e un frammento di mandibola; nella grotta Maritza sono stati trovati lo scheletro di un bambino e di un adulto;, nella grotta dei Porci un cranio femminile.
3) le orbite oculari sono basse e rettangolari;
4) la fronte e bassa con mandibole relativamente alte;
5) il cranio e allungato in senso antero-posteriore, le ossa che lo compongono sono massicce e pesanti;
6) i denti sono massicci con molari di grandi dimensioni;
7) la mastoide e molto sviluppata;
8) la statura, cosa sorprendente, e abbastanza elevata visto che, secondo i calcoli fatti, l’uomo del Fucino era alto circa 170 cm. L’uomo del Fucino, nel lungo cammino dell’evoluzione biologica, e riferibile al tipo detto Cro-Magnon che in Europa sostituì l’uomo di Neandertal. Mentre infatti nel resto del mondo l’Homo Erectus cedeva il posto all’uomo di tipo moderno (Homo Sapiens Sapiens), in Europa veniva sostituito, durante il paleolitico, da una razza speciale dai tratti arcaici: i Neandertaliani che rappresentarono un fenomeno locale tipico dell’area mediterranea, di cui per lungo tempo (circa 40.000 anni) furono gli unici abitanti. Nell’arco di 2-3 mila anni i Neandertaliani scomparvero dall’Europa sostituiti dagli uomini di tipo Mladoc-Cro-Magnon che disponevano di capacita tecniche migliori e più avanzate.
La sostituzione non fu pero tanto veloce da impedire uno scambio non solo culturale ma anche genetico tra i due gruppi, cosicché l’uomo del Fucino pur appartenendo al tipo cromagnoniano presenta alcune caratteristiche dell’uomo neandertaliano. La sua storia si colloca in un periodo caratterizzato da un’economia legata ancora alla caccia e alla raccolta che nella zona fucense si protrasse a lungo, favorita dalla presenza del lago che rallentava la ricerca di fonti alternative di sussistenza quali allevamento e agricoltura.