Testi tratti dal libro Il Santuario di Sant’Angelo
(Testi a cura di Tullio Sante)
“Fratelli in Grotta”
Il canone 16 nel regolamento scritto sul libro delle preghiere e delle regole degli esercizi spirituali cosi recita: “quando si chiama qualcuno, bisogna premetter al nome, l’appellativo di “Fratello”, chi risponde dica “Ave Maria”. Siccome le funzioni sacre iniziano sempre in Grotta, per richiamare l’attenzione di tutti gli eserciziandi, i preposti, aggirandosi nei vari locali del Santuario, al alta voce chiamano “Fratelli in Grotta”.
Scala Santa
La scala santa e una presenza quasi fissa in tutti i Santuari; anche nel Santuario di Sant’Angelo da antica tradizione tramandata da generazione in generazione, tutti i pellegrini che lo visitano, in qualsiasi momento dell’anno, lo fanno per redimersi dai peccati e come atto di devozione. Nel salire suddetta scala, composta da 27 scalini che conducono alla Cappella della Madonna dello Spirito Santo, con le braccia aperte si recita “Viva Gesu e Maria, muoia il peccato”. Arrivati davanti alla Madonna, inginocchiati sul gradino della balaustra si dicono tre Ave Maria alla purita di Maria Santissima.
Nel ridiscendere le scale, composte da 23 scalini, dalla Cappella di
S. Michele Arcangelo al piano terra, invece si implora l’Arcangelo S. Michele come difensore della propria anima con le parole: “Sant’Arcangelo Michele difendete l’anima mia nella vita e nell’agonia a o scampi il di crudele”.
Panini Benedetti
A chiusura degli esercizi spirituali, e, precisamente durante il pranzo conclusivo vengono benedetti, da parte del Direttore Spirituale degli esercizi i panini del peso di 150 grammi ognuno da portare di ritorno alle proprie famiglie. Questa e la preghiera: “0 Padre che ci dai la gioia di ritrovarci intorno alla stessa mensa, apri il nostro cuore ad amare i fratelli e a spezzare il nostro pane con loro e concedi a tutti quelli che mangeranno questo pane di partecipare un giorno al banchetto del cielo”.
Berretti
Secondo la tradizione durante gli esercizi spirituali, per ripararsi la testa dalle gocce di acqua che cadono continuamente in diversi punti della Grotta e come segno di rispetto nel luogo sacro, si sostituì il cappello o il berretto tradizionale con il caratteristico copricapo che porta la scritta “Viva S. Michele”.
Getto del sasso
Secondo una leggenda, nella località chiamata “Pietra Vecchia” sargbbe apparso alla Madonna il demonio, da Lei messo in fuga: infatti nella roccia poco distante ci sono ancora oggi impressi i suoi artigli. A ricordo di ciò tutti i pellegrini che si dirigono al Santuario, gettano un sasso su di esso: questo gesto ha lo scopo di liberarli dal peccato, prima di entrare nell’area santa del Santuario.
Compari e comari
Nella Grotta delle “Riconche”, posta più in alto di 30 metri circa dalla Grotta del Santuario di Sant’Angelo e formata da una cavità naturale si trovano numerose vaschette a forma di concoline, che raccolgono lo stillicidio continuo della volta contenenti quindi acqua purissima. Il rito che si svolge utilizzando queste vaschette, e quello per cui si diventa “compari e comari”, cioè più amici per sempre. Insieme alla persona con cui si vuole stringere amicizia si sale attraverso il tratturo che conduce alla grotta, ci si avvicina alla vaschetta e, con un sassolino nel pugno della mano destra, incrociando i mignolini, ci si immerge le mani recitando un’Ave Maria. Finita la preghiera, si lasciano cadere i sassolini dentro la vaschetta e da quel momento si e compari veramente.
Crocista
Nell’anno, detto dell’annona, per la grande arestia che regno nella zona, si ricorda, che negli otto giorni parteciparono soltanto quattro persone col Rev. Parroco di Balsorano, agli esercizi spirituali. In quella dolorosa circostanza, un fratelli appartenente alla famiglia Tullio di Balsorano, porto la croce nelle funzioni e nelle due processioni di andata e ritorno dal santuario: da quel momento in poi, un membro della famiglia Tullio porta sempre quel Crocifisso in processione senza mai cedere ad altri fratelli questo diritto, ritenendo di averlo acquisito per sempre.
Il bastone
Da sempre come difesa personale, soprattutto dalle cadute, chi sale in montagna si fornisce di un bastone. Nel Santuario di Sant’Angelo il bastone e diventato, per tutti i fratelli una tradizione fissa. La maggior parte di questi viene donata dal fratello Tuzi Loreto di Balsorano, non prima pero di averli intagliati con frasi prese dalla Bibbia e di avere inciso sopra il nome del fratello destinatario con la data di consegna.