I Colonna conti di Albe e duchi di Tagliacozzo

Testi tratti dal libro Storia e araldica della città di Avezzano
(Testi a cura di Francesco Belmaggio)

Nel 1497, alla morte di Ferdinando II d’Aragona, saliva al trono Federico II che investiva del ducato di Tagliacozzo e delle baronie di Carsoli e di Civitella Roveto il capitano Fabrizio Colonna il cui diploma di nomina riporta i seguenti feudi: ” Tagliacozzo, Albe, Celle, Oricola, Carsoli, Scanzano, Alto Santa Maria, Castelvecchio, Marano, Colle di Luppa, Magliano, Scurcula, Avezzano, Castello in Fiume, Luco, TrasaccoLo stemma O’Aragona era d’oro a 4 pali di rosso, mentre gli Aragona di Sicilia inquartavano in decusse:nel I e nel IV d’Aragona; nel II e nel III di Svevia “d’argento all’aquila spiegata e coronata di nero”; sul tutto lo scudetto di Borgogna antica “bendato d’oro e d’azzurro, alla bordura di rosso”.

I Colonna si denominarono duchi di Tagliacozzo e dei Marsi, oltre che baroni di Carsoli e della Valle Roveto e ne furono insigniti nel tempo: Lorenzo Onofrio conte di Albe dal 1419 su nomina della regina Giovanna; Odoardo conte di Celano, Albe e dei Marsi nel 1427 su nomina del papa Martino V; Fabrizio I (m.1520) conte di Tagliacozzo cui seguirono Ascanio (m.1557), Marcantonio I (m.1584), Fabrizio (m.1580), Filippo I (m.1639), Marcantonio II (m.1659), Lorenzo Onofrio (m.1689), Filippo II (m.1714), Fahrizio II (m.1755), Lorenzo (m.1779), Filippo (m.1818) ultimo feudatario prima dell’eversione feudale. La genealogia segue la storica successione dell’insuperabile Litta con riscontri sul campo archivistici mediante i numerosi diplomi di nomina nelle chiese della ducea di cui i Colonna possedevano il “Jus praesentandi” al vescovo dei Marsi.

Lo storico rovetano G. Squilla riporta la seguente successione ducale: Fabrizio (m.1520) padre della poetessa Vittoria Colonna; Ascanio (m.1557) l’irriducibile avversario di papa Clemente VII; Marcantonio (m.1584) celebre vincitore della battaglia navale di Lepanto; Marcantonio II (m.1595); Marcantonio III (m.1611); Filippo I (m.1639); Federico (m.1641);Marcantonio IV (m.1659); Lorenzo Onofrio (m.1689); Filippo II (m.1714); Fabrizio II (m.1755); Lorenzo (m.1779) e Filippo III (m.1818) ultimo duca. Il Pagani riporta la stessa successione araldica: Fabrizio, Ascanio, Marcantonio I, Marcantonio II, Marcantonio III, Filippo I, Federico, Marcantonio IV, Lorenzo Onofrio, Filippo II, Fabrizio II, Lorenzo e Filippo III. Il Gattinara riporta stranamente la novita che a Fabrizio I conte che “a vigor di animo intrepido congiunse consiglio prontissimo e prudenza vivace” succedesse il cugino Prospero Colonna,i quali furono assieme a servizio dello spagnolo Consalvo di Cordova in Puglia e dove si svolse la famosa disfida di Barletta contro i francesi.

Tra i primi luogotenenti colonnesi in Tagliacozzo insigniti, del feudo di Val dei Varri, si ricordano i Leoni i quali eressero un sepolcreto di famiglia nella chiesa di San Cosma e San Damiano con stemma individuale troncato: nel I al leone nascente dalla partizione; nel II allo scaglione accompagnato da tre anatrelle. La famiglia Colonnese detenne in esclusiva la carica di Gran Contestabile una delle sette supreme magistrature dello stato, il cui distintivo consisteva nell’apporre allo stemma due bastoni in decusse e ne furono insigniti nell’ordine: Fabrizio per l’Imperatore Carlo V; Ascanio nel 1535; Marcantonio per Filippo II; Marcantonio per Filippo III; Filippo per il re Filippo IV; Federico; Marcantonio sotto il re Filippo IV; Lorenzo sotto i re Filippo IV e Carlo II; Fabrizio e Filippo fino al 1805. I Colonna derivano il loro nome dall’iniziale feudo della Colonna in campagna romana, dividendosi in più rami e diventando signori di Palestrina, Zagarolo, duchi di Traietto, conti di Fondi, duchi di Tagliacozzo, principi di Salerno nel 1442, duchi e principi di Paliano nel 1520, duchi di Zagarolo nel 1569, principi di Galatro nel 1668, principi di Stigliano, Aliano e marchesi di Castelnuovo dal 1716 e Grandi di Spagna dal 1739. Emersero dal casato diversi santi e beati, molti cardinali, arcivescovi ed abati, ammiragli ed ambasciatori.

Tra i personaggi illustri si ricordano Stefano senatore di Roma che assistette all’incoronazione del Petrarca in Campidoglio leggendo l’elogio del poeta che ricambiava paragonandolo a Scipione l’Africano e dedicandogli i sonetti “Gloriosa Colonna e Vinse Annihal” nonché la canzone “Spirto Gentil”, poi riadattata per Cola di Rienzo. Un altro Colonna famoso fu Pompeo, dapprima uomo d’armi e poi cardinale, colto e mecenate in Roma dove teneva un centro di vita letteraria e mondana divenendo, nel 1530, al seguito degli spagnoli, luogotenente e viceré del regno napoletano. Un abile condottiero fu Prospero, dapprima favorevole ai francesi dal cui re Luigi XII fu fatto Contestabile di Napoli nel 1501, poi passato a fianco degli spagnoli di Massimiliano II Sforza e creato da Carlo V comandante supremo dell’esercito imperiale contro gli stessi francesi che furono battuti nel 1522 alla Bicocca e scacciati da Genova. Nel 1632 fu vescovo dei Marsi mons.Muzio Colonna. La famiglia porto ai massimi onori ben 5 papi: S.Marcello nel 304; S.Sisto nel 432; Stefano IV nell’816; Adriano II nell’884 e Martino V nel 1417. Tra gli altri titoli e feudi si ricordano: il ducato di Marino; il marchesato di Patrica e di Cave; la contea di Ceccano; la signoria di Atessa, Montepiano, Anticoli, Arnara; Castro, Collepardo, Falvaterra, Genzano, Giuliano, Morolo, Piglio, Pofi, Ripi, Rocca di Papa, S.Lorenzo, S.Stefano di Serrone, Scurgola, Supino, Trivigliano, Vallecorsa, Vico.

Monumenti di famiglia sorgono a S.Giovanni lateranense in Roma con un bronzo di Simone Donatello raffigurante il papa Martino V con tiara pontificale e chiavi in decusse. Lo stesso pontefice inizio il palazzo di famiglia Colonna che oggi ospita una galleria di dipinti che vanno da Van Dik a Bosch; a Lorenzo Lotto con il ritratto del cardinale Pompeo; al Tintoretto con il Narciso alla fonte; al Rubens con l’Assunzione e Giacobbe che si accomiata da Esau; al Poussin con l’Apollo e Dafne; al Canaletto con una Veduta di Venezia. Un monumento funebre e dedicato a Lucrezia Colonna Tomacelli di Capua moglie di Filippo, con stemma composito di parentela. Alla chiesa della Trinita dei Monti a Roma, esiste un monumento funebre a Lucrezia Colonna della Rovere con stemma di parentela raffigurante la colonna coronata e la rovere dai rami in doppia croce di sant’Andrea.

Il pittore fiammingo Rubens immortalo il duca dei Marsi Carlo Colonna, morto nel 1686 e allo stesso fu elevato un monumento funebre alla chiesa dei Santi Apostoli in Roma. Prima dell’eversione feudale del 1806, oltre al principato di Paliano e di Sonnino, al ripartimento di Genazzano e di Pofi nello stato pontificio, la famiglia colonnese possedeva nel dipartimento di Tagliacozzo le seguenti terre: Tagliacozzo con 2881 abitanti; Villa S.Sebastiano con 983; Poggitello con 354; Castel a Fiume con 1178; Cappadocia con 1166; Petrella con 958; Rocca di Cerro con 1247; Tre Monti con 425; Sante Marie e S.Giovanni con 1296; Scanzano con 618; Castel Vecchio e S.Stefano con 301; San Donato con 374; Gallo, Tubbione e Villa S.Maria con 178; Carsoli con 1033; Villa Romana e Monte Sabinese con 598; Colli con 481; Rocca di Botte con 749; Pereto con 1081; Oricola con 645; Scurcula con 1854; Cese con 479; Curcumello con 462; Sorbo con 145; Poggio Filippo e la meta della Villa S.Sebastiano con 495; Magliano con 1802; Rosciolo con 694; Marano con 249; Corvaro ducato e Villa di S.Stefano con 985; Sant’Anatoglia con 459; Spedino con 163; Albe ducato con 170; Androsciano con 507; Cappelle con 317; Massa Superiore e Inferiore con 797; Castel Nuovo con 170; Forme con 466; San Polino con 338; Avezzano contea dei Marsi con 3166; Paterno con 422; Luco con 1668; Trasacco con 1087; Civitella di Roveto con 1282; Capistrello con 1249; Peschio Canale con 276; Canistro con 840; Meta con 448; Civita d’Antino con 1541; Morino con 1078; Rocca de Vivi con 753.

I Colonna erano ancora infeudati del dipartimento dell’Atessa e Manoppello con i centri di Atessa Marchesato con 7526 abitanti; Tornareccio con 1903;
Manoppello contea con 2754; Rocca Montepiano con 1928; Orsogna con 5478; Venna con 1043; Rapino con 2026; Pretoro con 1572; Fara con 1214, oltre ai feudi di Pacentro con 5541 abitanti; Gagliano stato con castelli annessi con 1350; S.Eusanio stato con castelli annessi con 825 e Cicoli stato. In Sicilia possedevano la citta O’Aidone principato; Burgio contea; Monteallegro; Caltamauro; Chiusi marchesato; Giuliana idem; Contessa; Castiglioine principato; Noara contea e Oliviero. Il ramo dei Colonna Sciarra possedeva nello Stato pontificio il Principato di Carbognano, di Roviano, di Nerola e di Palestrina; il ducato di Bassanello, Anticoli Corrado e Montelihretti e le terre di Montorio Romano, Monteflavio, Corese, Ponticelli, Capranica, Castel S.Pietro, S.Vetturino e la baronia di Collalto. Nella chiesa di Sant’Andrea in Paliano ci sono monumenti funebri a Lorenzo Onofrio, Marcantonio e a Filippo Colonna il cui stemma classico con colonna coronata, ha come cimieri un drago alato con fascia di verghe in banda. Lo stemma di famiglia e “di rosso ad una colonna d’argento, la base ed il capitello d’oro, coronata dello stesso”.

Il cimiero e dato da una sirena al naturale coronata d’oro con motto “Tuta contemnit procellas”. L’Amayden riporta la variante “Contendit tuta procellas”. La corona fu concessa ai Colonna da Ludovico il Bavaro. Altri stemmi presentano varianti a seconda dei rami della famiglia cosi quello di Czasnowski dimoranti a Volinia in Polonia e a Roma e “di rosso alla colonna toscana d’argento movente dalla punta dello scudo, colla base e capitello d’oro coronata alla principesca al naturale”; quello di Sciarra originata da Maffeo, nobili romani, principi di Carhognano, duchi di Montelibretti e nobili di Ancona e “di rosso ad una colonna d’argento la base ed il capitello d’oro coronata dello stesso”;quello di Spreti, dimorante a Padova, Castelfranco, Parigi, Genova e Venezia e “d’azzurro alla colonna d’argento con base e capitello d’oro sormontato da un ferro di lancia d’oro appoggiato al capitello e fondata su un lastricato di pietra”; quello dei Colonna romani dimoranti a Palermo, Roma e Alcamo e”di rosso alla colonna d’argento coronata d’oro piantata su onde d’azzurro da cui emergono due giunchi di verde con motto “Flectimur non frangimur undis”; quello di Stigliano dimorante a Napoli e “di rosso alla colonna d’argento con la base e capitello d’oro e coronata dello stesso”. Il Litta riporta un ulteriore stemma di famiglia con colonna d’argento su campo rosso senza corona, sormontato da un elmo di profilo con cimiero rappresentato dal biscione divorante un bambino tipico dei Visconti di Milano.

Ricettività e servizi