Antichi Rioni

(Testo a cura di Adelmo Polla)

Questa iniziativa del corteo storico “Bulla Indulgentiarum” trae origine dalla suddivisione dei tre casali che contribuirono alla unificazione e crescita, nel XVI secolo, del nostro paese. Dei tredici casali enumerati da Andrea Di Pietro, furono tre quelli che diedero l’apporto prevalente alla fusione, e specificamente i casali di Torpigliano e Villamagna (o Villa Mayna).
Naturalmente il casale “de Circulo” assorbi i due predetti agglomerati, dando origine alla formazione di un unico paese.

Ovviamente i casali di Torpigliano e Villamagna persero la loro identità, ma non i privilegi che mantennero in tutte le forme. Ad avvalorare la mia ipotesi mi soccorrono due documenti conservati presso la Biblioteca Vaticana nei quali e riportata la fusione di altri casali al nucleo principale del casale “de Circulo”: il primo e del 1577; in questo il Vescovo dei Marsi, Mons. Milanesi, si assume l’incarico di presentare alla Duchessa di Amalfi, padrona di tutti i paesi della Marsica, un certo don Terenzio Marchetti (forse un pubblico notaio) preposto alla unione della chiesa di S. Silvestro di Torpigliano con tutte le sue pertinenze al casale “de Circulo”.

L’altro, del 1589, e una Bolla vera e propria promulgata dal Vescovo Mons. Colli, nella quale viene sancita l’unione dei benefici delle chiese di S. Vito e S. Lucia con quelli di S. Bartolomeo extra moenia. Non una semplice supposizione, dunque, ma verità storica indiscutibile che non ha bisogno di indagini e approfondimenti di sorta. Dai documenti a noi pervenuti e conservati nell’Archivio Comunale di Cerchio, acquista un significativo valore storico la suddivisione delle cariche che venivano assegnate durante i periodi bellici ai maggiori esponenti dei tre casali riuniti, che si ripartivano l’onere e la responsabilità del “terzo” di loro competenza, e per questo furono chiamati “terzieri”: “… si e da tutti in un animo Consenzo ad alta voce risoluto e stabilito che la spedizione della leva in massa proposta si esegua l’allestimento in massa sotto la direzione del Condottiere generale Don Lorenzo d’Amore colla legge che restino eletti tre Condottieri per eseguirsi ripartitamente in egual numero con tre spedizioni.

E i condottieri Dottor Don Venanzio d’Amore, Don Lorenzo d’Amore, ed il Signor Nicasio Maccallini i quali abbiano la facoltà di Condurre seco il corrispondente numero di cittadini atti alle armi che sono quelli dell’età dei quindici fino ai sessant’anni; e ogni Conduttore debba condursi il Corrispondente numero di gente che dovrà prendere dal quartiere che gli resta assegnato cioè a Don Lorenzo d’Amore dalla fontana alla porta di Piazza; al Dottor Venanzio d’Amore gli abitanti che sono dalla di lui casa al rione sopra la Chiesa fino alla porta suddetta; al Signor Nicasio Maccallini tutto il resto del paese che non avrà precedenti Condottieri, ed essendovi necessita ad ogni avviso debbano accorrere i tre condottieri colla loro compagnia…”.

Da questo importantissimo documento si nota chiaramente che queste “ordinanze”, promulgate nei Consigli straordinari del Comune, si tenevano in occasione di particolari situazioni di pericolo per la popolazione. Nel caso sopra citato, il proclama viene emanato durante la rivoluzione francese, periodo quanto mai travagliato per quelle popolazioni, ma nulla toglie che altrettante “ordinanze” dello stesso genere e contenuto siano state promulgate anche nei secoli precedenti. E per finire, e davvero interessante riportare il contenuto di altro documento relativo al governo del Comune (Universitas) di Cerchio tratto dalla “Relazione del Regio Tavolario Donato Gallarano (1718 1723)”:
“… la detta terra si governa da due Massari e sei Eletti e per loro ministero, il Razionale, Cangielliero, e baglivo, li quali s’eliggono nel mese d’Agosto di ciaschedun’anno, e fatta l’elezione, il magnifico Governatore, che interviene a tale elezione piglia il giuramento delli nuovi Massari de bene, fideliter ecc. e dalli Predecessori se li consegna il suggello dell’Università, con’anche, il Camerlengo; quale e tenuto ad assistere alli Consegli privati che si fanno in dies dall’Eletti, e può decidere le cause da Carlini 15 a basso ecc. come l’ha certificato la detta Università di Cerchio…”.

La lettura di questi documenti ci porta a formulare una considerazione: ogni agglomerato di gente, anche se di modeste dimensioni come il nostro, può assumere una importanza e un interesse di alto valore storico che mai avremmo supposto. E’ questo il filo conduttore che, attraverso il corteo storico, ci permette di continuare un discorso più generale che vuoi essere, infine, un punto di partenza per ulteriori ricerche.

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