LA STORIA DI SANTA FELICITA… Reliquie e culto

Testi tratti dal libro “Santa Felicita e sette figli M. M. Protettori di Collarmele”
(Testi a cura di Emilio Martorelli)

Troviamo le reliquie di questi santi martiri, cari al popolo di Collarmele, sparse qua e la nella Roma sacra. Nel 1885 fu ritrovata la primitiva cripta storica, ove un affresco, tuttora visibile, indica nel cimitero di Massimo, detto poi di Santa Felicita, il sepolcro primitivo di Santa Felicita e del figlio Silvano.
In questo luogo il Papa Bonifacio aveva fatto costruire una Basilica che ora non esiste e alla porta d’ingresso aveva fatto scolpire questi versi: “Discite quid meriti praestet pro rege feriri – femina non timuit gladium cum natis obivit – confessa christum meruit per saecula nomen”. Nell’ottavo secolo il Pontefice Leone III fece trasportare il corpo di Santa Felicita e quello del figlio Silvano nella chiesa di Santa Susanna; ivi ancor oggi sono venerati e nella parete si può ammirare un affresco che rappresenta il supplizio di Santa Felicita ed intorno i cadaveri dei sette figli martirizzati. Gennaro fu sepolto nel cimitero di Pretestato; Felice e Filippo nel cimitero di Priscilla, ove tuttora esiste una pietra con i loro nomi ed una memoria scritta, in loro onore, dal Papa Damaso; tutto ciò si trova nella chiesa di San Silvestro I Papa, che fu sepolto nello stesso luogo dei due martiri.

Alessandro, Vitale e Marziale furono sepolti nel cimitero dei Giorelani e le loro reliquie sono conservate in un altare della chiesa di S. Marcello (Cappella Francipani). Nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, nella parete destra della cappella del SS. Sacramento (Crociera di sinistra), vi è un gran,de quadro dipinto a buon fresco, rappresentante il martirio di Santa Felicita e dei suoi sette figli e la madre che incita uno di questi. Nella nuova chiesa di Santa Maria della Mercede in Viale Regina Margherita vi è un altare con una grande pala rappresentante Felicita con i suoi sette figli. Nella chiesa delle sacre stimmate, a Roma, vi è una piccola statua di Santa Felicita donata dal Pontefice Leone XIII.

A Firenze vi è un chiesa dedicata a Santa Felicita con annessa parrocchia ove si può mirare un quadro rappresentante Santa Felicita che ha tra le ginocchia il figlio più piccolo morente ed attorno gli altri sei figli martirizzati sotto il suo sguardo. A Collarmele il culto di questi martiri già esisteva nel secolo XV, epoca in cui si riunirono i vari villaggi: Canzano, San Simone, Valle, Santa Cecilia, Loreto, Armele e Colle, distrutti dal terremoto del 1450 sotto il Vescovo clei Marsi, Mons. Colli.

Nei pressi dell’attuale cimitero esiste una località che va sotto il nome di “Fosse di Santa Feilcita”, quivi sorgeva una edicola nella quale era posto in venerazione il busto di Santa Felicita che ancora esiste nella chiesa parrocchiale di Collarmele ed ogni anno nella festa di Santa Felicita del 23 novembre (giorno del suo martirio) viene portato in precessione. A questa antica memoria del culto di Santa Felicita a Collarmele si aggiungere quella di una medaglia, incastonata nella quattrocentesca croce capitalare della scuola di Niccolo da Guardiagrele, nella quale è inciso il nome di Santa Felicita. Il gruppo esistente sull’altare maggiore, rappresentante Santa Felicita ed i suoi figliuoli, è opera dello scultore Luigi Caputo professore di Napoli, il quale ebbe l’ispirazione da un quadro esistente nel museo di San Martino in Napoli; il quadro viene attrihuito a Guirlo Reni. Di epoca imprecisa è pure la reliquia che si conserva nella chiesa parrocchiale di Collarmele dedicata a Santa Felicita e ai Sette Figli Martiri.

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