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Un opiana in America, dal romanzo “Straniera”

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Chi, ha letto il romanzo “STRANIERA” della scrittrice Pamela Schoenewaldt, presentato ad Opi da Dacia Maraini, il 7 agosto 2018, si sarà accorto che l’autrice nomina Opi, tante volte.

Noi abbiamo voluto contare e far sapere, a chi il romanzo non l’ha letto, agli Opiani residenti, a quali sparsi per l’Italia, a quelli in Europa e agli Opiano sparsi nelle Americhe in Australia e si perché i nostri amici Opiani sono sparsi in tutto il Mondo, quante volte viene nominato Opi.

Qualcuno si chiederà perché hai voluto parlare di questo argomento?

E’ presto detto, ma lo abbiamo detto infinite volte, gli Opiani si trovano sparsi in ogni dove, in cerco di lavoro e di una vita migliore a cui fa riferimento il romanzo, che abbiamo preso come guida.

Si sa, ma questo non lo diciamo noi, ma l’hanno già detto gli altri, l’uomo si è sempre fermato dove ha trovato lavoro e continua a farlo ancora oggi.

Torniamo però, sul nome Opi che compare nel corpo del romanzo “STRANIERA” cerchiamo di analizzare e capire i riferimenti che la scrittrice fa di Opi.

Il romanzo inizia dicendo: “Vengo da Opi, un paesino abruzzese arroccato sulla dorsale d’Italia, …la nostra era una famiglia di pastori.

Siamo tutti vissuti a Opi e quelli che hanno lasciato la montagna sono sempre andati in rovina”, sono morti tra gli stranieri” così ripeteva mia madre prima di morire.

Su mamma. Adesso non importa, dissi, anche se anch’io mi ero sempre chiesta perché mai Luigi fosse arrivato fino in Russia, sia pure per la paga da mercenario, quando bastavano gli inverni di Opi a ridurre un uomo a una statua di ghiaccio se proprio voleva fare quella fine…

Nel 1860 suo fratello Emilio lasciò Opi per arruolarsi con generale Giuseppe Garibaldi, ma morì sulla spiagge della Sicilia.

Nel 1871, quando avevo dieci anni, tutta Opi fu convocata sul sagrato della chiesa dove padre Anselmo lesse un proclama giunto da Roma.

Cominciò così un anno di fame, non il peggiore di Opi, assicuravano le vecchie…

Sei una donna di Opi, adesso…mi confondevo con Opi e con il posto ritagliato per me, …

In un arazzo di Opi …appartenevo a Opi, ma dopo la morte della mamma mi feci prendere dall’ansia.

Tre delle ragazze più carine del paese si sono sposate bene, a Pescasseroli, ma io non era carina.

Irma disse Carlo, non deve avere l’aria che viene da Opi, questo montarozzo sulla miserabile dorsale d’Italia.

Le donne sole raramente avevano diritto a una casa ad Opi… non deve avere l’aria di una che viene da Opi, questo montarozzo sulla miserabile dorsale d’Italia.

Perfino il nome Opi sembrava un rimasuglio…niente paragonabile a Pescasseroli…per arrivarci da Opi bisognava camminare una mattinata intera.

Irma i nostri antenati sono venuti per mare dalla Grecia, prima ancora che Roma fosse costruita…, navi che portavano ad ovest, a Opi.

Tornato ad Opi aveva stracciato tutti i lavori di famiglia…ma Filomena sarebbe rimasta ad Opi se ci fossero stati uomini a sufficienza per tutte.

Eccola là, un’altra montanara zoccola di Opi.

Carlo esplose: “a Roma, a Pescasseroli, persino ad Opi, vecchio stupido, la gente mangia pomodori? …scommetto che in America persino i maiali mangiano meglio.

“Ti ricordi quello che ha detto mamma? Se te ne vai da Opi, morirai con gli stranieri”.

Non parlavamo mai di Carlo e a Opi nessuno lo nominò più.

Tutti a Opi conoscono la figlia del taglialegna, che vive con il padre e la madre zoppa.

Sposarsi ad Opi? No, perché non ci sono uomini da sposare.

Sposarsi a Pescasseroli? E chi? Anche se ci fosse uno che mi vuole, per la vita intera sentirei le donne bisbigliare: La donnaccia di Opi.

Vivere ad Opi, da sola, zitella? …cercare la morte come la figlia del taglialegna?

Le pieghe della tovaglia da altare mi correvano sulle gambe come le colline intorno ad Opi.

Lasciare Opi? Morire tra gli stranieri? Ma loro erano in due e poi non erano di Opi.

Lei mi afferrò la mano. Ma prima di tutto te ne devi andare da Opi.

Certo, ma che cosa ti possiamo dare noi qui a Opi, noi che ti vogliano bene?

Una volta che mi fossi allontanata, anche Opi sarebbe andata avanti senza di me.

Quel pomeriggio percorsi tutte le strade di Opi, per ora dovevo prendere Opi e portarla con me.

Dovunque andrai, di alla gente che sei una Vitale di Opi.

Mio padre non ne aveva mai parlato. Forse non l’avrei mai saputo se non avessi lasciato Opi.

Mi sciacquai viso e braccia, alzai gli occhi e vidi Opi, come un coperchio brunastro sul monte.

Di certo non avrebbe parlato con me, una volta partita da OPI.

Fuori dalle mura della città la strada piegava verso sud, strappandomi da Opi.

Irma Vitale riuscii a spiccicare: la figlia di Ernesto Vitale. Di Opi. Opi? A , si ,qui a nord vero’.

Gli stranieri mi avrebbero guardato come noi una volta avevamo circondato un saltimbanco africano che si era spinto fino ad Opi.

Non da Opi, mio fratello è partito, ma nessun altro.

Le donne di Opi mi avrebbe tirato dalla manica.

Mai. Così vicino a Opi eppure così diverso:

A Napoli sarei sembrata straniera come l’africano di Opi?

Cacciata da Opi, rifiutata dall’America, sarei rimasta senza dimora come il vento.

Torna a Opi, bimba. Li almeno c’è la tua famiglia e l’aria buona.

Un sogno meraviglioso mi sollevò lo spirito come una foglia: tornavo ad Opi con un bel vestito e la piuma sul cappello.

A tastoni trovai lo schizzo ricamato di Opi e ne seguii con le dita le linee del filo.

A Opi ogni anno è uguale a quello dopo, proprio come la nostra vita.

La moglie del sindaco di Opi dice che in America le donne hanno bisogno di sposarsi.

Erano morti poco dopo, ridotti come stracci bagnati, quando erano stati forti come arieti prima di partire da Opi.

Il giorno dopo, a Caserta, mentre Attilio esponeva la sua merce su una piazza del mercato più grande di tutta quanta Opi, Rosanna…

Ripetei la mia litania, rividi nella mente tutte le case di Opi e tutti quelli che ci abitavano…

Vedemmo un chiesa di pietre intagliate a diamante, tutte di quelle pietre che sarebbero bastate a costruire un’altra Opi.

Siamo a Napoli, Irma mica a Opi.

Era questo che aveva provato zia, ascoltando i miei passi svanire quand’ero scesa di corsa per le strade che lasciavano Opi?

Ad Opi non l’abbiamo non l’abbiamo mai avuto, ammisi.

Mancò poco che lo implorassi di non andarsene, di riportarmi a Opi o magari con se…

Una volta un mercenario svizzero ubriaco arrivò fino ad Opi, dormì un po’ nella nostra piazza e poi se ne andò con una nebbia fitta.

Chi aveva mai consultato un listino di cambio a Opi?

Ad Opi non c’erano forbici come quelle.

Di dove sei, signorina? Chiese Franco. Opi in Abruzzo.

Nella pensione misi al deposito le mie provviste e provai le forbici nuove cercando di non pensare ad Opi.

Ma tutte quelle meraviglie sarebbero riuscite a lavarmi via dalla testa Opi?

Era se l’intera popolazione di Opi abitasse in una sola stanza fumosa.

Ero in preda alla frenesia di vedere ancora le colline e la strada per Opi.

,…come la valanga che ha spazzato via un villaggio vicino a Opi, trascinando con sé alberi, case, uomini e pecore.

Le ultime monete d’oro di Opi erano sparite dal sacchetto di camoscio che portavo al collo.

Si, potevo guadagnare altri soldi, ma non avrei più avuto quell’oro di Opi che avevo sperato di custodire come avevano fatto le donne della mia famiglia, per chi in futuro ne avesse avuto bisogno di me.

Sembravano le storie che si raccontavano a Opi d’inverno: …

Mentre rifinivo un orlo con le frange, sognai di essere ad Opi, seduta sulla porta con l’aria fresca in faccia, …

Disegnai una chiesa a punto croce, una crocetta per ciascun abitante di Opi.

Provai…sì, felicità malgrado la solitudine e la perdita di Opi e la paura dell’America.

Mia chiamo Gustavo Parodi. E lei, signorina? Irma Vitale. Di Opi, in Abruzzo, in montagna. E’ un paesino piccolissimo.

A Opi nessuna ragazza dei per bene divideva il cibo con un uomo se non faceva parte della famiglia o non era il fidanzato, ma qui sul mare…

Persino ad Opi conoscevano le abitudini dei marinai.

Anch’io pensavo di non poter lasciare Opi

Lo capisco. Gli parlai di Opi, dei fiori in primavera, dei colori accesi dell’autunno.

Certo anche a Opi raccontavano storie, ma erano tutte così risapute che ogni nuova versione veniva ascoltata solo in attesa delle divagazioni.

Nella il dischetto di balena nella borsa insieme alla pietra di Opi.

Gli consegnai la lettera del maestro e i miei documenti di Napoli e di Opi. Professione. Qualifiche. Cosa sai fare?

Quando il terno ripartì con uno scossone, Josep cominciò una lunga storia con un tono tranquillo e lineare che mi fece pensare ai vecchi di Opi che raccontavano le storie più belle….

Con le mie ultime monete, le forbicette a forma di cicogna, i bottoni di peltro, la pezza e il sasso di Opi al sicuro sotto il mio grembiule, forse potevo affidare la mia borsa a Josep e azzardarmi a scendere.

…una ragazza Italiana immigrata, e io sarei morta sola come tutti quelli che lasciavano Opi.

Capii che avrei dovuto lavorare più duramente che a Opi, perfino nella stagione della tosatura.

Ma io non sapevo niente delle loro città e nessuna di loro conosceva Opi né aveva visto un uomo che somigliasse a Carlo.

Girandomi con cautela sul letto per stirare i muscoli doloranti, scivolai in un sogno di Opi: ero con Zia in piazza, e guardavamo uccelli dai banchi colletti sfiorare la valle sotto di noi.

I pochi forestieri che arrivavano a Opi dicevano sempre che avremmo potuti tutti essere cugini, tanto ci somigliavamo.

Dopo qualche settimana quella lettera sarebbe stata ad Opi, aperta e accarezzata, e padre Anselmo l’avrebbe letta a Zia.

Di Opi tutti dicevano ”mai sentito”.

Carlo aveva litigato, spesso violentemente, con tutti gli uomini di Opi.

Dopo tutto avevo dichiarato che non avrei mai lasciato Opi.

Presto arrivò un freddo più duro, più penetrante e più carico di neve di tutti quelli che avevo conosciuto ad Opi.

…niente che somigliasse alle strisce lilla, viola, rosa e magenta delle auree invernali a Opi ai sui cieli azzurri di mezzogiorno.

Verso la fine di marzo mi arrivò una lettera da Opi…Leggila! mi esortò Marta.

Nel sacchetto di camoscio in mezzo ai seni avevo venti dollari, le forbici a cicogna, il sasso della casa di Opi, il medaglione intagliato di Gustavo, il suo disegno e il suo indirizzo.

Andavo a Opi, in vista portando un bel regalo per la chiesa: …

Le forbici a cicogna e il sasso di Opi, il panorama di Opi ricamato da me, …

Tornare a Opi? E come, con la borsa vuota? E a far che? A occuparmi del bambino di mio padre? O a lavorare per Assunta? …

Chissà se Gabriele, a Opi, si era sentito ardere a quel modo la prima volta che aveva picchiato un cane? …

Le facce di Opi mi fissavano stupefatte: Zia, padre Anselmo, persino mio padre che per quanto era rozzo e irascibile non aveva mai derubato nessuno.

L’ultimo inverno passato a Opi i forti venti avevano sradicato un pino e l’avevano scaraventato giù, facendolo rotolare lungo il pendio della montagna.

“Sono Irma”, avrei voluto gridare. Irma Vitale di Opi.

A Opi, imbastivano rotagli di tessuto sui buchi, senza preoccuparsi di nascondere il lavoro.

Qui c’era la stessa pace di Opi.

L’altra parte del mio piano era mandare i soldi a Opi: così Zia si rimetteva in forze, …

E allora, ecco il progetto di me a Opi con padre Anselmo che ammirava una vetrata a piombo comprata per la chiesa con i miei dollari.

Guardandola lavorare, pensai a tutte le vedova di Opi con i loro scialli neri …

A volte parlava di me come se io fossi ancora a Opi.

Il telegramma da Opi arrivò all’inizio di dicembre.

Tra poco lascerò Opi per andare a servire in Calabria.

Ogni giorno, da quando ero partita da Opi, mi ero immaginata Zia nella sua sedia, magari con la tosse ma sempre lì, che mi aspettava.

“Se lasci Opi morirai tra gli stranieri” mi aveva avvertito mille volte mia madre, …

A Opi mi capitava di rado di mettere in dubbio la mia vita.

Camminare per Opi non era mai stato così.

Se Zia avesse visto quegli sguardi che seguivano me, Irma Vitale di Opi, si, ne sarebbe stata felice.

Dunque qui finiva il mio lungo cammino partito da Opi? …

Quando la figlia del falegname si era impiccata, a Opi, padre Anselmo non l’aveva potuta seppellire in terra consacrata.

Sei sempre Irma di Opi. Irma di Opi, Irma, Irma. Stremata, caddi nel pozzo del sonno.

Non dire bugie per me è solo un’abitudini, perché era inutile mentire a Opi, dove tutti conoscono la tua famiglia, tutto quello che hai e fai ogni giorno.

Erano sei anni, contai rapidamente, che Filomena aveva lasciato Opi.

Sulla parete una fotoincisione di Opi, colorata di verdi, blu e morbidi marroni.

Buon giorno signorina, …mi chiese da dove venivo ed esclamò che era una straordinaria coincidenza, perché lui stesso veniva da Isernia, abbastanza vicino ad Opi.

Sei dell’Abruzzo’? Dove’? Glielo dissi. A, Opi.

Niente di quello che producevamo a Opi era così delicato e preciso.

Tra il vapore che saliva dal lavandino, vidi la gente di Opi con le spalle curve, …

Ero sola da quando avevo lasciata Opi, e lo ero perché vivevo per conto mia…

Avevo imparato a mangiare camminando, compravo roba alle bancarelle che a Opi nessuno mangiava né immaginava: ravioli di mele, fette di patate fritte, …

Quando la signora Gaveston ingaggiò un muratore siciliano non capii niente del suo dolce, ossessivo lamento, e lui non aveva mai sentito i miei canti di Opi.

Di un villaggio italiano, Opi. Avevamo le pecore.

A Opi seppellivamo anche gli ubriaconi e i ladri.

Quindi l’avevamo lavata e vestita come le donne di Opi avevano lavato e vestito mia madre.

Una sera dopo l’altra quei giardini mi sembravano più ripidi, come il sentiero roccioso che portava a Opi.

E’ vero. A Opi la mia vita si cullava in una rete intessuta dalle anime e da quelli che erano vicini.

Avevo lavorato abbastanza cucito abbastanza gonne da coprire tutta Opi.

Mi sarei fatta fare una foto e l’avrei mandata ad Opi, dove tutti si la sarebbero passata di mano in mano, tra esclamazioni e meraviglia.

Come Opi si era chiusa dietro di me quand’ero partita, …

Finalmente le montagne! Si ergevano dalla pianura del Colorado, … abbastanza da contenere un migliaio di Opi con pascoli altissimi sufficienti a sfamare un mondi di pecore.

Tornando con un sussulto in aula, spiegai che a Opi a volte mettevano sotto i vecchi una pelle di pecora, per tenere a bada le piaghe un po’ più a lungo.

Semmai fossi tornata a Opi e avessi parlato di Carlo, altre persone che conoscevo si sarebbero ricordato di lui.

Il mio Carlo era il Carlo di Opi, e se era perduto per me, era perduto per tutti noi.

Nell’affrontare la salita, mi ingobbii sotto la pioggia battente, pensando ai primi che erano saliti su fino a Opi per reclamarla come propria.

Tu chi sei’ Mormorò. Irma Vitale di Opi, Studio qui.

Opi? Disse in un sussurro. Così vicino. Io sono di Scanno.

E noi vediamo Opi.

Le spazzolai i capelli e le cantai una canzone di Opi, ma lei si ritirava di ora in ora sempre di più nel mondo privato del suo dolore.

Ora a Kos non c’è più niente per me. Forse è così anche per te, a Opi?

Si gli parlai di Francesca, venuta da un posto così vicino a Opi, e morta prima che potessimo parlare di casa.

Benvenuti si accomodi, la prego, signorina Irma Vitale di Opi, la stavamo aspettando, …

Il mio sguardo corse ad incontrare il suo: era troppo presto per ricevere di nuovo posta da Opi.

Noi saremo qui, Irma, ad aspettarti. Saremo come gli ulivi. Se devi andare a Opi, vai.

Potevo camminare per le strade di Opi che conoscevo tanto bene…

Se andavo a Opi adesso, il taglio e il tessuto dei miei abiti, l’acconciatura dei capelli, persino il mio modo di camminare avrebbero sottolineato che ero cambiata. Ma gli uomini mi avrebbero guardato storto e persino le donne avrebbero mostrato diffidenza per “ L’Americana” che non poteva conoscere il nuovo a razzo di nascite, matrimoni, gioie e dolori di Opi, che forse con loro avrebbe recitato la parte della gran signora.

Nella pizza della chiesa, …quelli che un tempo conoscevamo ogni passo che facevo durante il giorno avrebbero chiesto per quanto tempo mi fermavo a Opi, e … non avrei fatto che tradire quello che ero diventata: una straniera di passaggio nella loro vite.

Eppure, se non andavo a Opi, … come avrei fatto a sopportare l’inevitabile telegramma che annunciava la morte di mio padre? Mi nascosi la faccia tra le mani.

Vieni con me, Irma, disse Miko. Camminiamo un po’.

Non saremo mai tornati a Kos o a Opi, perché là non c’era più posto per noi, eppure quella era casa, intessuta in profondità nella nostra carne.

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Andrea Di Marino

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