Soldati spagnoli e commissario
Spese gravose delle Università marsicane per mantenere commissari e soldati spagnoli (1607-1631)
Le «gabelle» (che erano molteplici forme di contribuzione, non legate da alcun rapporto d’identità, come un’imposta diretta o indiretta oppure anche una tassa), gravarono in modo particolare sui prodotti...
Magliano de' Marsi si prepara a celebrare il bicentenario della nascita di Padre Panfilo Pietrobattista, insigne teologo e missionario
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   La Necropoli di Val Fondillo
La presenza dell’uomo nel nostro territorio è documentata sin dal Paleolitico tra 300.000 e 120.000 anni fa, quando quest’area era occupata da gruppi di cacciatori in cerca di cibo, quindi alla ricerca...
Le rovine della sede della Banca Marsicana di Pescina distrutta dal terremoto del 1915
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Pescina – Tra le fotografie che ci permettono di conservare la memoria di quanto avvenne nella Marsica a seguito della violenta scossa di terremoto del 13 Gennaio 1915 c’è anche quella che...
Preziose maioliche della chiesa della Madonna delle Grazie di Collarmele portate a Genova: "Analizzate per capire fabbricazione e datazione"
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Collarmele – Con l’arrivo del parere favorevole della Sovrintendenza, possiamo ufficializzare la partenza, a stretto giro, di alcuni frammenti delle maioliche della Chiesa di Madonna delle...
Castello baronale dei Colonna
Il sistema fiscale delle imposte nella Marsica vicereale dopo la peste del 1656
Lo studioso Ugo Speranza pubblicò alcuni rogiti del notaio Domenico Bucci (1658)  nei quali possiamo riscontrare la numerazione dei «fuochi» delle università di Avezzano, Collelongo, Trasacco, Luco...
Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
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Marsica – Sullo storico Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria, Annate CXII-CXIII (2021-2022), pubblicato a L’Aquila, alle pagine 269 e 270 il prof. Alessio Rotellini descrive...
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Aspetti della giurisdizione delegata nella Marsica durante il viceregno spagnolo e austriaco
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Tre problemi della vita di Mazzarino

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NECROLOGI MARSICA

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Mazzarino  era l’amante di Anna d’Austria?  – Era sposato segretamente con lei ? – Era prete?
Quale era la natura delle relazioni di Mazzarino con la Regina ?  – C’era fra essi un matrimonio segreto ? –Mazzarino era prete ?
Andiamo ad esaminare in successione questi tre problemi .

Quando Mazzarino successe  a Richelieu , ostentò  per  molti anni il più grande disinteresse e sembrò inaccessibile a ogni pensiero  di nepotismo  . “ Egli dichiarava” , dice La Rochefoucauld  nelle sue Memorie “, che non voleva niente per sé e  che , essendo tutta la sua famiglia in Italia  ,  voleva adottare  i suoi parenti  , tutti come  servitori della regina e cercare lo stesso  la sua sicurezza e la sua grandezza nel  colmarli di beni “ .  Mostrando le statue antiche che faceva venire da  Roma ,  diceva che erano quelle i soli parenti che avrebbe voluto avere in Francia . A differenza del l“ aspro e temibile Richelieu “  che “ aveva  fulminato   piuttosto che governato gli uomini ,“  egli si mostrò “ dolce , benigno  , umile , modesto , senza ambizione , civile , accessibile a tutti , pieno di buona  grazia  , di  insinuazione , di benevolenza . “ Si pranzava  con lui come con un privato ” ; “ egli lasciava anche molto “l’obitorio  dei cardinali “ ,  per contatti  normali “ .  In breve , “  fece così bene ,che si trovò sulla testa di tutto  il mondo , nel tempo in cui  tutto il mondo credeva di averlo ancora ai suoi fianchi ”.

Richelieu aveva trovato la sua forza nell’animo di Luigi XIII° ,  gli si era imposto per il puro ascendente del suo genio . Mazzarino , per consolidare il suo dominio , per fare adottare la sua politica ad Anna d ‘Austria  , non ebbe altro  desiderio  ed altro mezzo che guadagnare il suo cuore .  In  mezzo a tanti signori così rinomati per la loro eleganza  , la loro grande aria , i loro nobili modi ,  si fece  apprezzare per la sua grazia tutta italiana e i modi  squisiti  che emanava  dalla sua persona . Aveva  quaranta anni , ma  era senza dubbio uno degli uomini  più belli della corte . “ Di una bella statura  , un poco  al di sotto della media  , l’incarnato   vivo e bello  , gli occhi pieni di fuoco , il naso grande , la fronte larga e maestosa , i capelli castani e un poco crespi , la barba nera e sempre ben curata con la lama  ,”  le mani belle e molto curate “ , tale è il ritratto che ci ha lasciato di lui Henri de Loménie  , conte di  Brienne .

“ Egli aveva il dono di piacere” , dice dal canto suo la Signora di Motteville,  che non lo amava per  niente “, ed era impossibile non lasciarsi incantare  dalle sue dolcezze” . “ Era l’uomo del mondo meglio fatto , era bello , aveva l’approccio gradevole  , lo spirito di una grande estensione  ,  lo aveva fine , insinuante , delicato , faceva con molto piacere  un discorso …. “ . Chi parla così ?  Il satirico Bussy-Rabutin  . Tale era il seducente successore di Richelieu  , che ebbe l’arte di insinuarsi così avanti nel favore della sua “padrona “. Anna d’Austria , ancora bella e  impunemente Spagnola  ,  Anna , che si dedicava  alle conversazioni  galanti ,  alle letture romantiche e in cui la fierezza non avrebbe  potuto essere insensibile alle folli dichiarazioni di Buckingham , si mostrò meno severa con Mazzarino che con Richelieu . Mazzarino cominciò ad andare le sere dalla Regina , ebbe con lei lunghe  conversazioni  . “ Il suo modo  dolce ed umile  , sotto il quale nascondeva la sua ambizione e i suoi disegni , faceva si che la cabala contraria ne avesse quasi paura “ . Ma insensibilmente le cose cambiarono di molto . Per entrare nel centro  del potere  , si fece nominare sovrintendente dell’educazione del giovane Re,  che rendeva costantemente necessaria la sua presenza al Palazzo-Reale . Vi ebbe il suo alloggio .

Le conferenze  politiche vi divennero così frequenti  e così lunghe , che i cortigiani e i devoti se ne allarmarono e si allearono per rompere il fascino , alla sua  nascita .   La scrupolosa e graziosa signorina di Hautefort  fu  incaricata per prima di avvertire la Regina delle dicerie  spiacevoli  che correvano su di lei , mal gliene prese , fu subito fatta cadere in disgrazia  dal Cardinale , che ebbe premura  di annotarla sui suoi “carnets” . La cabala devota non si tenta per battute  e persegue le sue insinuazioni  , e  Mazzarino vedeva nemici  dappertutto . Siccome la Regina seguiva assiduamente le minuziose pratiche della devozione spagnola  e frequentava senza posa  le chiese , la Valle delle Grazie  , andava ai conventi , dai frati , alle devote e ai devoti  che ,“ sotto la scusa di intrattenere la passione  della Regina  non hanno altro scopo  , “diceva  lui” , che fare perdere il suo tempo per tutto questo  ,  per  non averne  più per i suoi affari e per parlarmi “.

”La Regina , “dice ancora” , subordina  gli affari  pubblici agli affari domestici ed in particolare agli affari di devozione , dovrebbe fare tutto il contrario … Dio è dappertutto e la Regina potrebbe pregarlo nel suo oratorio “ . La Signora di Brienne  , moglie del segretario di Stato , un giorno osò ,  lei stessa  , intrattenere la Regina sui maligni  discorsi che correvano sul suo conto alla corte e in città . Siccome non nascondeva  niente , si accorse , senza farlo sembrare  , che più di una volta la Regina “ era rossa fin nel bianco degli occhi “ .   Quando ebbe finito , gli occhi molli di lacrime , la Regina le rispose . “ perché , mia cara  , non mi ha detto questo ? Confesso  che lo  amo e ti posso dire anche teneramente  , ma l’affetto che gli porto non arriva fino all’amore o se  ci va , senza che lo sappia , i miei sensi non vi  partecipano , soltanto il mio animo è affascinato  dalla bellezza del suo  . E’ una cosa criminale ? Non mi nascondo per niente  , se c’ è anche in questo amore l’ombra del peccato  , vi rinuncio da subito davanti a Dio e davanti ai Santi ,  le cui reliquie riposano in questo oratorio . Parlerò con lui  , ti assicuro , soltanto   degli affari di Stato e romperò la conversazione se mi  parlerà  di altre cose  “ .

La signora di Brienne  era in ginocchio , prese la mano della regina , la baciò  , la mise  vicino a una reliquia  che prese  sull’ altare della cappella del Palazzo-Reale . “ Giuratemi , Signora ,” disse “, ve ne supplico , giuratemi su queste Sante Reliquie  , di mantenervi  per sempre  quello che state  per promettere a Dio “ . “ Lo giuro , “disse la Regina “, posando la sua mano sul reliquiario , e prego Dio ,( di più) , di punirmi se vi fosse il minimo male ….” Bisogna starsene alla spiegazione platonica data dalla Regina alla sua confidente ?  Può essere , in quel periodo  Anna d’Austria parlava in tutta verità e sincerità ed  è possibile che avesse resistito fino ad allora alle seduzioni del Cardinale . Ma , di  sicuro , il seguito ha sufficientemente  provato che lei non mantenne bene il suo giuramento . Si conoscono le curiose rivelazioni di La Porte , il fedele valletto da camera del Re che , anch’egli , fu cacciato dalla corte per aver parlato molto francamente alla sua padrona . Il cardinale di Retz  è un poco troppo sospettoso, perché non si scarti la sua testimonianza su un tale argomento .

Non bisogna accordare più nessun  credito ai “pamphlettari” del tempo  , ma quello di cui bisogna tener conto e che fa dichiarare la verità in tutta la sua luce ,  è la corrispondenza  di Mazzarino con Anna d’Austria e le risposte della Regina a Mazzarino . Si trovano là le testimonianze vere , giammai amanti avrebbero  usato  fra di loro un linguaggio più tenero , più appassionato . Queste lettere erano scritte con numeri  e , al riparo di questi numeri  che essi credevano sicuri , entrambi si esprimevano con il più intero abbandono . No , non erano, quelle,  pure frasi di galanteria , alla maniera  degli  italiani . La passione era  vera , profonda , soprattutto da parte della Regina . Due numeri  misteriosi terminano tutte le lettere dei due amanti . Una esprime la passione di Mazzarino per la sua padrona , l’altra quella di Anna per il suo favorito . Il Signor Ravennel  , nella sua pubblicazione delle “ Lettere di Mazzarino alla Regina “, le ha interpretate così e noi abbiamo scoperto la prova che non si è sbagliato .  Baluze , il segretario di Colbert e suo confidente , che ebbe fra le mani tutte le carte del Cardinale , dà la chiave di tutte i numeri  della Regina e del suo caro corrispondente .

Si ferma rispettosamente davanti  ai due  che esprimono una l’amore della Regina per il Cardinale e l’altra l’amore di Mazzarino per la Regina , numeri che si trovano alla fine di tutte le lettere che essi si scrivevano . Egli non dà nessuna spiegazione e il suo silenzio stesso è tutt’affatto caratteristico . Rileggete la lettera brillante  che Mazzarino scrisse da Brulh alla Regina  il 11 maggio 1651 ,  non può essere che di un amante . Durante la Fronda , quando è esiliato e la Regina languiva  lontano da lui ,  lei  termina così una delle sue lettere : “ Fino all’ultimo sospiro , addio , non ne posso più “ . Si potrebbero moltiplicare le citazioni simili e quasi all’infinito . Contentiamoci di citare un passaggio di un’altra lettera che gli scriveva  , il 30 luglio 1660 .

Aveva  allora sessanta anni . “ La vostra lettera mi ha dato una grande gioia , non so se sarò assai contenta  come  voi lo pensate  . Se avessi creduto che una delle mie lettere vi fosse stata  tanto più gradita , ne avrei scritte di buon cuore ed è vero vedere i trasporti con ( i quali ) si ricevono  e li vedevo leggendo  , mi faceva ricordare un altro tempo , di cui mi ricordo spesso in tutti i momenti  che voi non potete credere . Se potessi così  far vedere bene  il mio cuore  come  quello che vi dico su questo foglio , sono sicura che sarete contento  o sarete il più ingrato uomo del mondo e non credo che sia così “ . Questa  invincibile , questa immutabile passione della Regina , ci può solo spiegare l’ostinazione senza pari che mette  durante la Fronda  , per  mantenere agli affari il suo Primo Ministro .

Invano fu che tutti si schierassero contro di lui , invano che fosse dilaniato dai “pamphlettari”, abbandonato al disprezzo pubblico , bandito dal parlamento ,  decretato  di prigione , invano fu chela sua testa fosse  messa  in vendita . La Regina   lo  sapeva  , si giocò più di una volta la sua corona ed egli ritornò  sempre trionfante . Questa resistenza di  Anna d’Austria  , a voce unanime di tutti i corpi dello Stato e della maggioranza dei suoi sudditi , sarebbe quasi inspiegabile se la politica soltanto  avesse potuto ispirargliela .

(Prima parte)

Per approfondimenti: https://francofrancescozazzara.wordpress.com/

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Franco Francesco Zazzara

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