Canistro. “Presenteremo un esposto/denuncia in procura, con la richiesta dell’immediato sequestro dello stabilimento della Santa Croce e, in via subordinata, comunque il sequestro delle bottiglie d’acqua nella assoluta e documentata certezza che si tratta di un bene della Regione di cui l’azienda si è illegittimamente appropriata, come dimostrano gli acquisti effettuati in alcuni supermercati che testimoniano – attraverso i codici dei lotti – che l’imbottigliamento è successivo alle comunicazioni regionali di astenersi da qualsiasi attività di sfruttamento della risorsa idrica”.
E’ quanto stabilito dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli e dal sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, al fine di un incontro che si è tenuto nella sede della Regione dell’Aquila a cui però non si è presentato l’imprenditore molisano Camillo Colella.
Dopo l’ennesima trattativa saltata oggi pomeriggio, Colella ha diffuso una nota in cui spiega le sue ragioni e in cui dichiara “illegittimo” lo sciopero degli operai.
Il comunicato dell’azienda:
La società santa croce ha inviato un esposto tra gli altri alla Procura della Repubblica di Avezzano, al Prefetto e al Questore dell’Aquila, ai Carabinieri e al Presidente della Regione per denunciare l’attuazione “attraverso condotte delittuose” dello sciopero da parte di dipendenti e sindacati nello stabilimento di Canistro (L’Aquila) dove si imbottiglia l’acqua minerale distribuita a livello nazionale. Lo fa sapere il patron della Santa Croce, Camillo Colella, il quale motiva la scelta di interrompere le trattative con regione e sindacati e lavoratori, non partecipando al tavolo convocato all’aquila, dal vice presidente della giunta regionale Giovanni Lolli. Nel documento si chiede di “adottare ogni più opportuna misura affinché lo sciopero si svolga nel rispetto dei reciproci diritti ed in assoluta sicurezza, evitando ulteriori attività illecite e comunque garantendo il libero e sicuro transito di mezzi e persone da e per lo stabilimento”. “Non partecipiamo alla riunione e alle trattative perché la Santa Croce non sta ai ricatti – spiega Colella -. Nel summit di ieri abbiamo manifestato concrete disponibilità assicurando l’anticipazione della cassa integrazione, ci aspettavamo aperture come la cessazione dello sciopero, invece, oggi sono state cambiate le carte in tavola con un gioco al rialzo che vede la Regione complice di sindacati e lavoratori e con il Comune di Canistro protagonista di un silenzio assordante. Non saranno più prese in considerazione richieste fino a quando non potremo entrare nello stabilimento. Stiamo subendo da mesi danni che qualcuno pagherà – continua l’imprenditore -. Come ho fatto la scorsa settimana, quando ho allertato ufficialmente le forze dell’ordine sull’arrivo di tir a Canistro, mi rivolgo alle istituzioni e a polizia e carabinieri affinché vengano assicurati i miei diritti nel poter disporre di una mia proprietà. Non e’ possibile permettere ancora a lavoratori e sindacati di impedire l’ingresso e di minacciare noi proprietari, gli autotrasportatori e gli stessi dipendenti che non stanno facendo sciopero. Non e’ possibile che tutto ciò avvenga davanti alle forze dell’ordine. In qualche modo dobbiamo essere tutelati insieme ai tanti che sono legati a noi, come fornitori, clienti, indotto ed autotrasportatori. Rassicuriamo comunque tutti perché producendo da altri stabilimenti manteniamo impegni ed ordinativi”.
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