Avezzano – Palazzo Torlonia è stato, ancora nelle scorse ore, al centro di polemiche roventi e una querelle che pare tuttora lontana dal risolversi. Di fatto e in atto, lo storico palazzo, tornato nella disponibilità della Città con l’amministrazione Di Pangrazio, resta ancora, come spiegato oggi dal presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, nella disponibilità degli avezzanesi, su disposizione del Consiglio regionale. La questione ha assunto, nei giorni scorsi, toni curiosi, alla luce delle dichiarazioni incrociate giunte dalle parti e siglate, a oggi, dalla conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio regionale e dalla nota ufficiale giunta dal primo cittadino avezzanese.
Dall’amministrazione De Angelis era giunto l’allarme su un’imminente chiusura del Palazzo Torlonia, con annessi e connessi. Il comunicato giunto alla nostra redazione in data 8 maggio recitava così:
La Giunta regionale chiude l’Arssa. De Angelis: “Fatto gravissimo, si rischia degrado della struttura e si penalizzano associazioni e cittadini. Il sindaco scrive al presidente Di Pangrazio: “Provveda a riaprire subito!”
“La Giunta regionale ha deciso di chiudere il complesso dell’Arssa. Ho appreso con preoccupazione che, a partire dal 4 maggio, non possono essere più autorizzate iniziative ed eventi culturali, condannando così la struttura a un rapido e inarrestabile degrado. Mi rammarica – affermava il sindaco Gabriele De Angelis nella nota – che tale scelta sia stata presa, come comunicato dalla nota inviata in data 3 maggio dalla direzione risorse e organizzazione della Giunta regionale al presidente del Consiglio regionale, a causa della mancata pronuncia della stessa presidenza del Consiglio regionale sulle determinazioni conseguenti alla mia richiesta di prorogare alle precedenti condizioni la gestione provvisoria da parte del Consiglio Regionale, almeno fino all’avvio e al completamento dei lavori del Masterplan. Con delibera della Giunta regionale n. 174 del 26 marzo scorso, è bene ricordarlo, gli accordi già sottoscritti tra Comune e Regione con regolare contratto di locazione del 22 dicembre 2015, erano stati modificati unilateralmente dalla Regione. Tale atto, inatteso quanto irrituale, ha reso insostenibile – in primis sul piano economico – la presa in carico da parte dell’amministrazione comunale dell’imponente complesso immobiliare, il cui costo di gestione è stato valutato intorno ai 200mila euro l’anno. Tanto più alla luce delle nuove esigenze sollevate dalla Regione, come l’esclusivo uso di alcune stanze a fini di mera rappresentanza e dal collocamento arbitrario all’interno della struttura di associazioni e collegi professionali non culturali privi di alcun titolo concessorio. Ho scritto in data odierna una lettera al presidente Di Pangrazio – rende noto il primo cittadino – affinché, coerentemente con le dichiarazioni pubbliche con cui ribadiva l’importanza in termini di polo culturale dell’ex Arssa, assuma con tempestiva sollecitudine gli atti necessari a far riaprire il prezioso complesso, sottraendolo a una paralisi che penalizzerebbe associazioni e cittadini, privando la città di un irrinunciabile punto di riferimento, soprattutto in vista dell’estate e delle manifestazioni che negli ultimi anni hanno rappresentato un momento di aggregazione e intrattenimento per moltissimi marsicani”.
La smentita del Consiglio regionale è stata circostanziata, come si è appreso nel corso della conferenza stampa di cui diamo conto nel servizio dedicato, ma, nel frattempo, sempre in data 8 maggio, la seconda nota dal Comune spiegava: “Apprendiamo che, sia pure in ritardo e su sollecitazione della stessa Giunta regionale e del Comune di Avezzano, il presidente del Consiglio regionale ha finalmente affrontato la questione Arssa facendo approvare questa mattina, 8 maggio, dall’ufficio di presidenza, un provvedimento sulla concessione provvisoria della struttura con decorrenza retroattiva al 1 maggio, stanziando un contributo di soli 15mila euro, sulla cui congruità nutriamo serie perplessità. Prima di pronunciarci nel merito dell’atto e soprattutto sul regolamento relativo alla concessione, approvato al di fuori di ogni condivisione e solo dopo la chiusura del complesso decretata dalla Giunta regionale in data 4 maggio scorso, ci pronunceremo non appena avremo avuto la possibilità di leggerne dettagliatamente il contenuto. In riferimento, infine, agli oneri di competenza del Comune relativi al finanziamento del Masterplan, si precisa – per evitare equivoci – che l’amministrazione comunale ha già provveduto ad affidare la progettazione dei lavori e pertanto attende fiduciosamente che sia la Regione ad attivarsi con altrettanta tempestività”.
Nella conferenza stampa tenuta dal presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio hanno trovato risposta diversi quesiti e, ci segnalano da Palazzo di Città, il sindaco di Avezzano Gabriele De Angelis ha espresso “Soddisfazione per la scongiurata chiusura del palazzo Torlonia, disposta qualche giorno fa dalla Giunta Regionale”, come riporta la nota ufficiale a firma del Sindaco, “Abbiamo fatto risparmiare al Comune di Avezzano circa 200mila euro l’anno per la gestione di una struttura, il complesso dell’ex Arssa, che non avremmo comunque potuto utilizzare dopo la recente delibera con cui la Regione ha di fatto modificato unilateralmente il contratto di locazione stipulato tra Regione e Comune nel 2015. Era giusto, pertanto, che tali costi rimanessero in carico all’ente proprietario del palazzo Torlonia, ovvero la Regione, almeno fino al completamento dei lavori del Masterplan. L’importante – conclude De Angelis – è che, come avevamo fortemente auspicato, venisse consentito alle associazioni culturali e ai cittadini tutti di poter accedere a iniziative ed eventi evitando un degrado che sarebbe stato inevitabile con la chiusura”. Il sindaco di Avezzano non vuole alimentare la polemica sorta nei giorni scorsi, viene spiegato nel comunicato, anche se, conclude, “trovo quanto meno irrituale che un presidente di consiglio regionale presenti il nuovo regolamento approvato in data 8 maggio per l’uso della struttura alla stampa ancor prima che al sindaco della città che ospita il complesso”. Insomma, in soldoni: si compiace, il primo cittadino, del fatto che gli avezzanesi, per decisione della Regione, possano continuare a fruire della struttura, ma, poiché la stessa Regione ha di recente precisato gli usi possibili del palazzo – destinato alla valorizzazione di attività culturali, sociali e formative – e di cui perciò, come afferma, non avrebbe potuto usufruire – non avrebbe potuto trovarvi posto il quartier generale della polizia locale, ad esempio – ha ritenuto opportuno disimpegnare l’amministrazione, lasciando gli oneri alla Regione, almeno, asserisce, “fino al completamento dei lavori del Masterplan”. Però, precisa, “L’importante è che, come avevamo fortemente auspicato, venisse consentito alle associazioni culturali e ai cittadini tutti di poter accedere a iniziative ed eventi evitando un degrado che sarebbe stato inevitabile con la chiusura”.
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