Citata per la prima volta nel 1308 e detta di valle Sorana, a metà dello stesso secolo prese il nome di San Giovanni in Cellibus e divenne collegiata con la dipendenza montana, grancia e di S’Elia.
la chiesa presenta al suo interno, oltre a colonnine e interessanti fregi e colonnine di scuola benedettina duecentesca, i resti ossei di San Deodato segnalati da una formella in pietra raffigurante il Santo Abbate mitrato ed aureolato con palio e superiore iscrizione gotica “Deodatus” ( secolo XIX).
Alla base del campanile è murata una base votiva del III-II secolo a.C. con dedica votiva della locale famiglia italica dei Gravii al Dio Ercole, iscrizione votiva documenta nelle vicinanze l’esistenza di un santuario italico-romano.