Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
Marsica – Sullo storico Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria, Annate CXII-CXIII (2021-2022), pubblicato a L’Aquila, alle pagine 269 e 270 il prof. Alessio Rotellini descrive...
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Aspetti della giurisdizione delegata nella Marsica durante il viceregno spagnolo e austriaco
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La grotta di Sant'Agata
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Luigi Colantoni (1843-1925), canonico, vicario capitolare e ispettore ai monumenti
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I banditi Marco Sciarra e Alfonso Piccolomini
Banditismo e rivolte nel territorio marsicano (1587-1592)
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Nasce in località San Carlo all’Arena (Napoli) alle ore venti del 3 ottobre del 1848 in quell’epoca l’intera regione si chiamava ancora “Regno delle due Sicilie”. Fu battezzato nella splendida chiesa barocca...
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Le confraternite di Celano e i riti della Settimana Santa
Le sei confraternite di Celano, a distanza di secoli dalla loro fondazione, sono ancora attive ed operanti. Tutte sono titolari di una propria chiesa la cui cura e gestione rappresenta l’impegno...
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L’anniversario della morte di Dean Martin 25 dic 1995 – 25 dic. 2020

L'anniversario della morte di Dean Martin 25 dic 1995 - 25 dic. 2020
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NECROLOGI MARSICA

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Dott. Paolo Sante Cervellini
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A quei tempi Steubenville, nello Stato dell’Ohio, era famosa per la lavorazione dell’acciaio. Le piccole fabbriche  avevano continuamente bisogno di mano d’opera. Questa necessità aveva  richiamato nella città una colonia di abruzzesi, la maggior parte originari di  Montesilvano. Erano arrivati già da qualche anno Carlo Di Pietro, Giuseppe Di  Cesare, Domenico Perdono, Michele Rinzetti,  

William e Dino Crocetti
William e Dino Crocetti

Luigi D’Onofrio, Antonio Verrocchia, Domenico D’Agostino, Sorrentino Marbella e tanti altri concittadini originari della provincia di Teramo, Chieti e Pescara. Nella comunità italiana, che andava sempre più aumentando, era consuetudine la domenica vestirsi bene e andare alla messa che si celebrava alla “St.Anthony Church” di Steubenville.

Gli italiani ed in particolare gli abruzzesi andavano a farsi la barba ed i capelli dal giovane Gaetano che tutti però chiamavano “Guy”. Era infatti frequente in quegli anni “americanizzare” il proprio nome di battesimo quasi a voler dimostrare una volontà ad integrarsi quanto prima nel “Nuovo Mondo”.

Così Nicola diventava Nick, Antonio si cambiava in Anthony e Francesco  diventava Frank. Anche le donne che man mano arrivavano in America, per  ricongiungersi con i mariti, seguivano questa consuetudine che ormai era  diventata una regola. Dopo qualche tempo dal loro arrivo, come per magia,  Maria diventava Mary, Lucia si cambiava in Lucy ed Elisabetta si faceva  chiamare Betty.
Naturalmente anche i figli che nascevano in terra americana  venivano battezzati con nomi americani. Alcuni esempi famosi sono stati  William e Paul Crocetti, i figli del
“barber” Guy nati entrambi a Steubenville. Il  primo figlio in realtà si chiamava Guglielmo ed il secondo Dino. Stesso discorso  per Robert De Niro figlio del pittore Mario Robert De Niro Senior e nipote di  Giovanni De Niro e Angiolina Mercurio entrambi originari di Ferrazzano in provincia di Campobasso. Per non parlare poi di Frank Sinatra figlio di  (Antonio) Anthony Sinatra e Natalina Garaventa il padre di Frank era originario  d Lercara Friddi in provincia di Palermo mentre la madre Natalina, che tutti  chiamavano “Dolly”, era nata a Lumarzo in provincia di Genova.

Ma torniamo  al giovane Gaetano Crocetti che partì da Montesilvano per la “Merica” il 30  agosto del 1913 .

Piroscafo Hamburg  
Piroscafo Hamburg

Il giovane Gaetano salutò il padre Giovanni e s’imbarcò a Napoli sul piroscafo  Hamburg, una nave da 10.500 tonnellate che poteva trasportare 2200  passeggeri (300 in prima classe, 100 in seconda e 1800 in terza, quella per  intenderci riservata ai “dannati della terra”. Gaetano arrivò a New York dopo  quindici giorni di navigazione, era il 15 settembre del 1913, aveva solo diciotto  anni. Andò a vivere dal fratello maggiore Giuseppe, più grande di lui di dieci  anni, era arrivato in America qualche anno prima, il 17 Maggio del 1907.  Giuseppe per i primi tempi era andato ad abitare dal cugino Carlo Di Pietro  arrivato a Steubenville nel 1905.  

A sua volta Carlo aveva trovato ospitalità dal cognato Di Cesare Giuseppe,  fratello di sua moglie Laura. Il 25 Ottobre del 1914, un anno dopo il suo arrivo  negli States, Gaetano sposa nella Chiesa di St. Anthony di Steubenville ,  Angela Barra una ragazza di diciassette anni di origini italiane ma nata a Fernwood in Ohio. La giovane coppia, lui vent’anni, lei diciassette, andò ad abitare al n.319 della South Sixth Street. Passarono un paio d’anni e il 24 giugno 1916 Angela diede alla luce Guglielmo (che poi cambierà il suo nome in William). Un anno dopo, il 7 Giugno 1917, nasce il secondo figlio di Angela e Gaetano che verrà battezzato il 16 Settembre di quell’anno dal parroco Joe Morello. La funzione religiosa si svolse nell’unica chiesa di Steubenville, la “St Anthony of Padua”.

Angela Barra  
Angela Barra

Padrini del battesimo furono Marietta Porreca e Giacomo Aristone un paesano  di Montesilvano. Si racconta che il piccolo Dino parlò il dialetto di casa fino  all’età di cinque anni poi lo dimenticò quando iniziò a frequentare la “Grant  School” costruita nel 1869 all’angolo della South e Fourth Street. Era il più  antico edificio scolastico di Steubenville.  

All’età di 10 anni, il 25 Maggio del 1927, il bambino fece la sua prima  Comunione e l’anno dopo, il 31 maggio del 1928, fece la “Confirmation” ovvero  la Cresima con la quale aggiunse al nome di Dino quello di Paul. Era un  ragazzo irrequieto, sarcastico ma soprattutto orgoglioso davanti agli sfottò di  chi guardava obliquamente gli italiani immigrati in quella terra. In quegli anni  della prima giovinezza il passatempo giornaliero di Dino (Paul) Crocetti era la  ricerca costante di qualche dollaro.  

A scuola era la perfetta incarnazione della distrazione e a sedici anni lasciò,  con grande disperazione di mamma Angela, i banchi di scuola per prestare la  sua opera in un distributore di benzina di Steubenville. Il padre, Gaetano  Crocetti, aveva una particolare indulgenza verso il figlio e presto si arrese al  fatto che il suo rampollo dovesse cercarsi un lavoro che trovò a Cleveland in  una bisca clandestina. Non era raro vedere un giovanissimo nei panni di un  croupier e Dino in quel lavoro era veramente abile ma le case da gioco  clandestine a quei tempi nascevano e si chiudevano con una certa frequenza  ed il ragazzo ben presto rimase disoccupato. Fu una parrocchia Italiana di  Cleveland ad accoglierlo e qualche volta a sfamarlo e a fargli conoscere la  boxe. Il curato cattolico era un vero appassionato della “noble art” e non impiegò molto a convincere l’allenatore a far salire sul ring “quell’italiano dalle  ampie spalle”.  

A soli 17 anni Dino staccò la licenza da professionista e diede un equilibrio per  oltre un anno al suo menage. Qualche lavoretto di mattino in parrocchia, il  pomeriggio dedicato all’allenamento e la sera in un piccolo bar a cantare per  intrattenere gli avventori. Dino Crocetti aveva una venerazione per Big Crosby  ed era in grado di cantare quasi tutte le canzoni del grande artista americano.  Il pugilato iniziò in maniera splendida. Sei “matches” con quattro successi  prima del limite a 15 dollari l’uno. Dino, quando indossava i guantoni si faceva  chiamare “Kid Crochet” e nel quartiere di Cleveland la voce che un peso welter  italiano (pesava 67 kg) aveva il fegato di battersi anche con dei mediomassimi  si propagò velocemente tanto che all’ottavo match il ragazzo si era fatto un  vero e proprio stuolo di tifosi (tutti italo-americani…naturalmente). Lo “stop”  della carriera di Dino-Kid Crocket coincise con il suo undicesimo match  affrontato contro un certo Franck Lowell.  

L’infortunio serio alla mano, una faccia gonfia come un melone convinsero Dino a dedicarsi alla musica almeno per qualche tempo. Il ragazzo non salì più sul ring e scelse di partire alla volta della California. Dopo essersi rifatto il naso e con il nome d’arte di Dino Martini, nel 1934 iniziò ad esibirsi come cantante nei night club di New York, ma con scarso successo. L’occasione d’oro arrivò grazie al fortuito incontro con il  comico ebreo esordiente Joseph Lewitch. Era il 25 luglio del 1946. Dino Paul  Crocetti alias Dino Martini stava cambiando nuovamente il suo nome per non  abbandonarlo più fino alla sua morte. Ora si chiamava Dean Martin e quel  comico ebreo incontrato per caso si chiamava Jerry Lewis.  

I due formarono una delle coppie più famose della storia del cinema. Il primo  film del bizzarro duo, “My friend Irma”, ottenne un successo clamoroso che  durò 17 anni. Dean Martin ruppe con Jerry Lewis per gelosia: “Mi sento un  comico”, spiegò’, “non posso fare l’eterna spalla a Jerry”. Tutti predissero che  sarebbe stata la fine della sua carriera. Ma due anni più tardi, con “I giovani  leoni”, Dean Martin eclissò due mostri sacri hollywoodiani, Montgomery Clift e  Marlon Brando. Fu interprete indimenticabile di “Un dollaro d’onore” insieme a  John Wayne. Finalmente si erano accesi i riflettori su quell’ex “fighter” italiano  che avrà un enorme successo anche come cantante. Indimenticabili sono i successi come “That’s Amore”, “Volare”, “Mambo italiano”, e con la canzone  “Everybody Loves Somebody”, Dean Martin scalzò dalla cima della classifica  “Hard Day’s Night” cantata dai Beatles. Fu allora che il cantante italo americano chiamò al telefono Elvis Presley dicendogli:” Io ce l’ho fatta a  superare i Beatles, tu no”. Il 2 Ottobre del 1941 Dean Martin sposa nella chiesa  di Sant’Anna a Cleveland Heights la giovane Elisabeth “Betty” McDonald.

I due  andranno a vivere al n. 2820 della Mayfield Road. Tra il 1941 ed il 1948 i  coniugi Martin misero al mondo quattro figli, Stephan, Claudia, Barbara e  Deana. Deana Martin oggi è una cantante americana di successo, il suo  repertorio è quello del padre. Sono famosi i suoi album: “Volare”, “Memories  are Made of This” e “Destination Moon” una compilazione di brani che  comprende un duetto che Deana canta con il padre. Nel 1949 la crisi tra i  coniugi Martin, il 23 marzo di quello stesso anno la coppia divorzierà.  Trascorrono sei mesi ed il nostro Dean sale sull’altare per la seconda volta. La  sposa si chiama Jeanne Biegger. Tra il 1949 ed il 1956 i due avranno tre figli:  Dino Paul Jr., Ricci James e Gina Caroline. A Natale del 1967 viene a mancare  Angela Crocetti la mamma di Dino aveva 67 anni era la nonna di sette nipoti.Il  papà di Dino, il vecchio Gaetano (Guy) Crocetti, morirà pochi mesi dopo la  morte di Angela, era il 29 Agosto 1968, aveva 73 anni. Non è un mistero che a  Dean Martin piacesse bere. La sua frase più famosa era: “Non sei ubriaco se  riesci a stare sdraiato a terra senza doverti aggrappare da qualche parte”  

La villa di Dean Martin a Bel Air- Los Angeles
La villa di Dean Martin a Bel Air- Los Angeles

Dean Martin si sposò tre volte ed ebbe otto figli, di cui uno adottato. Una  tragedia familiare lo colpì nel 1987 quando il figlio Dean Paul, allora trentacinquenne, morì in un incidente aereo. Il grave lutto fu un duro colpo per  la sua già debole salute. Un anno dopo si ritirò dalle scene: fu l’inizio di una  vecchiaia malinconica che si chiuse con la morte il giorno di Natale del 1995.  Poche settimane prima il suo vecchio amico Frank Sinatra non l’aveva voluto  alla festa per i suoi 80 anni, volendo evitare di vedere il vecchio compagno  ridotto ad un vegetale. La sua bellissima villa di Bel Air, poco distante da  Beverly Hills, fu abitata successivamente da Nicholas Kim Coppola in arte  Nicholas Cage che nel 2010 fu costretto a rivenderla per i debiti che aveva  accumulato. Dean Martin fu sepolto nel cimitero di Westwood in California,  sulla sua tomba fu scritto: “Everybody Loves Somebody Sometime” (Tutti  amano qualcuno qualche volta). 

 

 

La lapide sulla tomba di Dean Martin
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Ermanno Salvatore

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