La sua vita spezzata a 18 anni: lacrime e dolore per l’addio a Valerio. “Ci manca la tua voce, ci manca il tuo sorriso, ci manchi tu”

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Celano – Lacrime e dolore uniti a tanta incredulità per una vita spezzata troppo presto. E poi fiori bianchi, palloncini e un grande cartellone da parte dei cugini: “Alziamo gli occhi al cielo e sussurriamo alle nuvole. Cosa non daremmo per sentire un’ultima volta la tua voce. Ci manca la tua voce, ci manca il tuo sorriso, ci manchi tu”.

Si sono svolti oggi pomeriggio, nella chiesa del Sacro Cuore di Celano, i funerali di Valerio Tatarelli, scomparso a causa di una brutta malattia a soli 18 anni. Scene strazianti durante l’ ultimo saluto al “gigante buono”, come tutti amavano definirlo. Valerio, studente dell’IIS di Avezzano, appassionato di moto e tifoso della Juventus, avrebbe compiuto 19 anni il prossimo mese, ma non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia contro il male che da alcuni anni lo aveva colpito. Se n’è andato gettando nello sconforto l’intera comunità che lo ricorda come un ragazzo sensibile e altruista.

“In momenti come questi – ha detto il parroco nell’omelia – ci chiediamo: perché Dio ha permesso una cosa del genere? Non c’è una risposta. Valerio fu portato qui il 17 gennaio 2004 per ricevere il battesimo. Poi nel 2014 ha ricevuto la comunione e nel 2017 la cresima. Con questo sacramento è diventato un soldato di Dio. Lo hanno definito un gigante buono, lui era un soldato buono. Ora siamo qui per salutarlo un’ ultima volta, con il cuore pieno di dolore. Quanta sofferenza ha avuto Valerio in questo ultimo tratto di strada. Risuona questa domanda: Dio dove sei? La morte non è stata creata da Dio, ma è entrata nel mondo con il peccato. Dio soffre e piange, insieme a noi, di questo momento. Valerio mi era entrato nel cuore. Ho conosciuto la sua storia, fatta di momenti di sofferenza e di dolore. Quando una persona muore i legami non si rompono, ma si accrescono. Due sono le strade da seguire in questi momenti: la strada della disperazione o la strada di Dio.Quella della fede. È quest’ultima la strada da perseguire”.

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