Tagliacozzo – Turbata libertà degli incanti in concorso con altre persone e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Sono questi i reati contestati a Roberta Amiconi, 49enne di Magliano, responsabile del servizio amministrativo, sociale e culturale del Comune di Tagliacozzo.
Amiconi è stata raggiunta da un’informazione di garanzia scaturita dall’inchiesta sugli appalti che ha interessato il Comune e che alla fine di Marzo portò all’arresto dell’ex sindaco Maurizio Di Marco Testa, insieme all’allora assessore alla Cultura, Gabriele Venturini, al responsabile dell’ufficio tecnico Gianpaolo Torrelli e all’architetto Carlo Tellone. Provvedimenti poi annullati dal tribunale del Riesame che scrisse: «deve rivelarsi come il gip abbia semplicemente operato una trasposizione automatica di quanto il pm ha riportato nella sua richiesta», di fatto liberando tutti. Altre dodici persone rimasero indagate all’interno dello stesso procedimento. Amiconi all’interno dell’inchiesta scaturita dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, agli ordini del capitano Edoardo Commandè, era stata già ascoltata in procura, come persona informata dei fatti. Ora diventa invece la 17esima indagata.
Secondo l’accusa, in tre diverse edizioni (2012/2013/2014) avrebbe (insieme a Venturini e a Mauro Volpe quale amministratore della società Evol sound srl), turbato “la procedura finalizzata all’affidamento della fornitura di strutture, attrezzature e servizi tecnici” al riguardo del Festival internazionale di Mezza estate (importi che si aggiravano sempre sui 20mila euro). Da qui il reato di turbata libertà di incanti. In due occasioni, invece, le viene contestato “di aver attestato falsamente di aver verificato l’impossibilità di conseguire tramite il sistema di mercato elettronico il noleggio dei servizi”.