Il restauro di utensili e vecchie attrezzature artigianali

l 2020, a causa della pandemia da Covid-19, è stato un anno critico per l’economia e tutti i settori hanno subito una dura battuta d’arresto. Perfino il comparto delle macchine utensili, ritenuto uno dei più solidi, ha visto un drastico crollo nelle vendite.

Le sfavorevoli condizioni economiche derivanti dagli altalenanti lockdown, però, hanno permesso di riscoprire abitudini che il consumismo aveva quasi cancellato. Nel settore dell’artigianato e del fai da te, quindi, molti hanno colto al volo questa opportunità e si sono dedicati all’attività di restauro e recupero dei macchinari e attrezzature di lavoro.

Una tendenza rinnovata
In passato il restauro degli utensili era una pratica comune, dettata sia da questioni puramente economiche sia da abitudini di vita più “lente” e da un certo rispetto per gli strumenti di lavoro.

La crisi pandemica non ha portato solo problemi, quindi, e obbligando tutti a stare a casa ha contribuito lentamente ad avvicinare le persone ad alcuni antichi metodi di vita erano salutari anche dal punto di vista etico ed economico. Se alcuni hanno imparato a fare il pane in casa con il lievito madre, quindi, gli artigiani non sono rimasti inattivi e hanno sfruttato il blocco forzato delle attività per dedicarsi finalmente al recupero di vecchi attrezzi manuali e perfino di elettroutensili obsoleti e inutilizzati, che sono stati riportati a nuova vita dopo un paziente intervento di restauro.

Seguendo quest’onda, molti appassionati di fai da te e hobbisti esperti hanno colto al volo l’opportunità e si sono organizzati in modo tale da allestire un piccolo laboratorio di restauro; del resto la riscoperta di questa attività ai fini del rilancio economico nel mondo del lavoro era iniziata già un paio d’anni prima del diffondersi del Covid-19, come dimostra questo vecchio articolo del quotidiano Il Mattino.

Le applicazioni nel concreto
Il restauro delle attrezzature da lavoro abbraccia un campo più vasto di quel che si possa immaginare, interessando peraltro diversi ambiti e in particolar modo il settore dell’artigianato, quello dell’agricoltura e quello dei mercatini dell’usato e dell’antiquariato.

Non esiste una cantina o una rimessa dove non sia possibile trovare dei vecchi attrezzi di lavoro o macchinari in disuso, ricoperti di polvere e di ruggine, e per chi ha scelto di dedicarsi nello specifico all’attività di restauro, questi oggetti possono rappresentare una vera e propria miniera; gli oggetti rimessi a nuovo, infatti, possono essere tranquillamente riutilizzati oppure rivenduti attraverso i giusti canali.

Facciamo un esempio pratico di quanto appena detto usando un classico attrezzo da lavoro: la morsa da banco. Su questo sito web potete dare un’occhiata ai diversi modelli che è possibile trovare in commercio, ma questo attrezzo è estremamente facile da reperire anche usato o restaurato, e non è difficile mettere le mani su morse vecchie e completamente arrugginite che, per mancanza di tempo o per altre ragioni, sono state messe da parte dai rispettivi proprietari finendo così in disuso.

Lo stesso discorso vale per molti attrezzi e utensili, tra cui incudini, pinze, chiavi, falcetti, seghe, martelli e altro ancora. Il recupero di questi oggetti permette non solo di risparmiare, evitando di acquistarne di nuovi, ma può rappresentare una fonte di guadagno se il restauro è finalizzato a una successiva vendita dell’oggetto.

I materiali e le tecniche per i restauri fai da te
L’attività di restauro richiede soprattutto pazienza, esperienza e una discreta capacità di adattamento, perché ogni oggetto da restaurare rappresenta una sfida a sé. Ovviamente servono anche prodotti specifici e uno spazio ben attrezzato.

Usando ancora la morsa da banco come esempio, in caso di restauro la prima cosa da fare è sbloccare tutte le parti mobili e i bulloni “incollati” dalla ruggine. In questa fase l’uso di un prodotto specifico, come per esempio l’olio WD-40, è fondamentale; l’olio va applicato e lasciato agire per un lasso di tempo che può variare dai pochi minuti alle ore, quindi bisogna procedere con cautela allo smontaggio di tutti i pezzi.

Questa operazione potrebbe rivelarsi più o meno difficile a seconda della quantità di ruggine presente sulla morsa, inoltre è consigliabile agire il più delicatamente possibile per non correre il rischio di rovinare i vari pezzi.

La completa rimozione della ruggine può essere eseguita in vari modi: mediante l’uso di diluente nitro, tramite un bagno galvanico oppure usando spazzole, lime o abrasivi. Dopo aver pulito con cura i vari pezzi, non resterà altro che verniciarli, ingrassarli e rimontarli. Il procedimento di restauro appare semplice nella sua descrizione, ma per essere portato a termine può richiedere molte ore, se non addirittura giorni.

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