Luco dei Marsi – Sta suscitando scalpore la scelta del Cam di procedere a tappeto, proprio in questo periodo segnato dall’emergenza Coronavirus, con le chiusure delle utenze morose.
Squadre di tecnici del Consorzio, che serve la gran parte dei comuni della Marsica, stanno procedendo alla sospensione del servizio a centinaia di famiglie morose, una prima tornata che ha nel mirino centinaia di utenze in tutto il territorio. In cima alla classifica per morosità – in soldoni – svettano i comuni di Avezzano e Celano, seguiti da Tagliacozzo e Carsoli, in coda Luco dei Marsi e Trasacco; gli altri comuni insieme concorrono per oltre 12 milioni di euro alla formazione del credito vantato dal Cam per bollette non pagate.
All’interno dei locali del Consorzio, nei giorni scorsi, numerosissimi gli utenti in coda, provenienti da vari paesi della Marsica, gran parte dei quali in attesa di essere ammessi proprio allo sportello di gestione dei pagamenti arretrati dovuti al Cam; tra i cittadini, ammessi a entrare in piccoli gruppi nella sala d’attesa per le disposizioni anti contagio, molti i malumori che, in alcuni casi, si sono trasformati in concitazione e tensioni: dai – volenti o nolenti – clienti, varie lamentele: dalle tariffe alle modalità di comunicazione, o non comunicazione, agli utenti, pure a quelli morosi, fino alla decisione di lasciare all’asciutto i rubinetti proprio nel momento in cui lo Stato chiude tutto e raccomanda la massima igiene.
Una prescrizione che, ovviamente, richiede l’uso di acqua. La preoccupazione è stata raccolta dalla sindaca di Luco dei Marsi, paese su cui, da un paio di giorni, è calata la mannaia del Cam.
“In piena emergenza per il Coronavirus, con le scuole chiuse, così come inibite sono diverse e tante altre attività, e con l’obbligatoria permanenza prolungata di bambini, giovani e anziani nelle abitazioni, il Cam Spa, che gestisce il servizio idrico integrato del comune di Luco dei Marsi e di altri 32 comuni marsicani, dal 4 marzo sta eseguendo operazioni di chiusura delle forniture di acqua potabile a oltre 500 famiglie del nostro paese. Senza entrare nel merito della procedura adottata dal Cam”, sottolinea la sindaca De Rosa, “in considerazione dell’emergenza in corso, in qualità di Autorità sanitaria locale, ho chiesto al Prefetto della provincia di L’Aquila, al Commissario per l’emergenza Coronavirus e alle altre Autorità competenti di verificare la compatibilità di tali operazioni con la situazione emergenziale che stiamo affrontando, senza precedenti, operazioni che potrebbero generare un ulteriore diffuso allarme tra la popolazione, dato che senza accesso all’acqua corrente è impossibile, come ovvio, osservare anche le minime prescrizioni igieniche richieste. Inoltre”, chiosa la Sindaca, “fermo restando che i consumi vanno pagati e nessuno dice il contrario, auspico che si sia provveduto e si provveda a stanare il sommerso e a regolarizzare le utenze che pagano somme risibili a forfait, prima di mettere in certe condizioni tante famiglie, munite di regolare contatore e magari finite in difficoltà anche per le tariffe applicate, altro capitolo che ritengo dovrà essere sarà affrontato a breve”.