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Gli eventi e le novità della III edizione del Festival della Piana del Cavaliere

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Presentati martedì 2 luglio, alle ore 11.30 presso la Sala Consiliare del comune di Configni (RI), gli eventi e le grandi novità della III edizione del Festival della Piana del Cavaliere.

Per la prima volta sul territorio della Sabina, il Festival si apre con la sua prima grande novità: la fondazione di una nuova orchestra. Numerosi anche gli eventi legati alle Masterclass e quelli che, invece, portano con loro un sentimento di maggiore riflessione e impegno sociale e culturale, come l’intervento della compagnia d’opera itinerante LiricoStruiamo. Tutti gli eventi e i concerti del festival saranno ad entrata libera e gratuita. 

 

VISSI D’ARTE, VISSI D’AMORE: LA SCOMMESSA DI QUEST’ANNO 

È la Tosca di Giacomo Puccini ad essere la protagonista della frase che quest’anno guida il pensiero e la missione del Festival della Piana del Cavaliere: Vissi d’arte, vissi d’amore. Dove sta la sfida? Perché una scommessa? 

Anna Leonardi, Direttore Artistico del Festival, ci spiega perché ha scelto questa citazione per intitolare l’edizione di quest’anno: “Innanzitutto perché il tema dell’amore, dell’amore per l’arte e dato dall’arte lo ritroviamo sicuramente nelle due opere liriche presenti in questa edizione del Festival: Nozze di Figaro e Rigoletto”.

Sebbene  si tratti di due modi diversi di approcciare l’amore, l’ironico di Mozart e l’intenso e tragico di Verdi, ci rendiamo subito conto di come in realtà, in entrambi i casi, questo amore non sia per nulla distante da quello che ci troviamo a vivere ogni giorno nella nostra quotidianità. Seppur nella forma di un’opera lirica, che sembra così distante da noi, “si parla di amore di coppia, si parla di amore tra padre e figlia, si parla di un uomo che semplicemente ama le donne” ci fa notare Leonardi. 

Amore è anche alla base della nascita del progetto LiricoStruiamo, compagnia itinerante su mezzi d’epoca che verrà a presentare Nozze di Figaro a Configni il 4 agosto: nata dopo l’ultimo terremoto del centro Italia, questa compagnia ha fatto quello che già Paolo Grassi aveva voluto fare dopo la fondazione del Teatro Piccolo di Milano, ha portato l’arte dove nessuno avrebbe pensato potesse essere utile, o accolta con gratitudine, perché “hanno capito davvero che la musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori” chiarisce sempre Leonardi. Nel terribile silenzio dopo il terremoto, loro hanno capito che la prima cosa, la più importante da riscostruire non erano le case, ma le persone, il loro sentire, il loro coraggio, la loro speranza. 

Non si poteva trovare niente di più calzante all’interno del tema Vissi d’arte, vissi d’amore: la loro arte è fatta non solo per l’amore dell’arte stessa, ma per la consapevolezza di come essa possa influire sulla quotidianità e sulla vita delle persone, anche nelle situazioni peggiori. 

Ancora, protagonisti degli eventi del Festival saranno tutti  gli insegnanti e tutti gli allievi delle Masterclass: nessuno meglio di loro può rappresentare il concetto di vissi d’arte, vissi d’amore; nessuno meglio di chi fa dell’arte la propria vita e il proprio lavoro. Gli allievi delle Masterclass, incontrando e vivendo l’esperienza musicale con artisti che suonano nelle più grandi orchestre del mondo, avranno modo di toccare con mano cosa effettivamente significhi vivere d’arte e vivere d’amore per l’arte, capire come la passione e il sentimento che ha guidato e guida tutti i giorni la vocazione di questi artisti sia una motivazione più importante e più impegnativa di una scelta di carriera qualsiasi. 

Una parte fondamentale di questi Corsi di Alto Perfezionamento Musicale sarà costituita dal valore che avranno per gli ascoltatori, molto più che per i partecipanti. L’iniziativa di portare Musica e Teatro in un posto come Configni, dove purtroppo il teatro non c’è, ha una valenza sociale di enorme portata: “andare a teatro non è solo un dovere, un piacere, di chi fa l’arte di professione” ci spiega Leonardi, “ma, chi è in grado di andare ad ascoltare un concerto, chi è in grado di capire ed ammirare un’opera d’arte, chi è in grado di rendersi disponibile all’ascolto per poi crearsi una propria opinione, sicuramente fa un grandissimo esercizio di democrazia”. 

Un’ultima riflessione va fatta sul ruolo che ha l’Italia nel mondo dell’arte e della cultura: di sicuro può affermare Vissi d’arte, vissi d’amore perché come sappiamo, è la tradizione lirica e musicale italiana che ha fatto la storia nel mondo, ma la domanda fondamentale è se effettivamente si stia facendo abbastanza per preservare e sviluppare quella tradizione culturale che solo l’Italia può vantare. Il Festival della Piana del Cavaliere, nel rispondere a questa domanda, ha deciso di spingersi ancora più avanti nella sua missione fondando una nuova orchestra, l’OrchestraFilarmonica “Vittorio Calamani”, che sarà residente a Configni per cinque giorni debuttando il 14 agosto con la sinfonia 89 di Haydn e la quarta sinfonia di Schumann. A concludere in bellezza quest’edizione del Festival, quindi, sarà un concerto sinfonico guidato da una personalità che non solo rappresenta una sicurezza in termini di qualità artistica, ma anche un meraviglioso esempio degli ideali che il Festival vuole vedere rappresentati nel corso di tutta l’estate, e questa personalità è Hossein Pishkar, direttore iraniano di fama internazionale residente in Germania da circa dieci anni, che ha deciso di interrompere le proprie vacanze per passare 5 giorni a Configni e guidare l’OrchestraFilarmonica nella sua prima avventura. 

Perché lo farà? Cosa lo ha spinto ad accettare? Glielo abbiamo chiesto, e la risposta ha trovato uno spazio accogliente e un sentimento di gratitudine nel cuore di tutti quelli che credono ancora profondamente nel valore della cultura: “fare la musica con i musicisti giovani è una parte fondamentale del mio lavoro, perché noi siamo il futuro” dice Pishkar. Continua poi affermando che la musica non è un bene di lusso, quello noi facciamo è una necessità per la cultura, per la bellezza e soprattutto per la vita umana”. Per quanto se ne possa parlare, niente è più efficace che fare la musica e vedere che il pubblico la vive, ne vive la sua intensità e la sua portata emozionale: “questa è un’esperienza che ti cambia la vita”. 

Ecco allora la sfida e la speranza: fare in modo che più persone possibili si accorgano che la cultura è un bene di primaria necessità e, conclude Leonardi, “che l’Italia possa tornare a dire vivo d’arte, vivo d’amore; non vissi”. 

GLI EVENTI SPECIALI: BERLINO, KAZAKISTAN E LIRICOSTRUIAMO A CONFIGNI 

La serata inaugurale del Festival, il 12 luglio alle ore 21.00, vedrà protagonista una formazione cameristica berlinese di grandissimo spessore artistico quale è il Trio Nimrod, formato da Christope Horak (Berliner Philarmoniker), Francesca Zappa e Ulrike Hofmann. Nella suggestiva cornice della Chiesa di Santa Maria Assunta a Configni, saranno presentati brani di Beethoven, Kodaly e Dohnany. 

A seguire sarà ancora ospite del Festival il Forte Trio, trio di stato della Repubblica del Kazakistan, che si esibirà sempre nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Configni il 17 luglio alle 21.00, portando un programma che spazia dal primo romanticismo alla musica moderna dell’ultimo novecento: Felix Mendelssohn – Trio N. 1 in re minore, Astor Piazzolla – The Four Seasons of Buenos Aires, Zhaim, Körogli – Poema, Sergej Vasil’evič Rachmaninov – Vocalise, Manuel De falla – Fire dance e in conclusione di Ksenia Raimkulova, due brani dal balletto “Sounds of the Time”. 

Sarà invece agosto che vedrà arrivare l’opera lirica a Configni, con Le Nozze di Figaro il 4 agosto a cura della compagnia LiricoStruiamo e una rivisitazione teatrale e musicale a cura di Stefano Iagulli ed Elisabetta Raimondi Lucchetti tratta dal Rigoletto di Verdi che andrà in scena il 10 agosto

LA MOSTRA DI MANNINI: IL COLLAGE DELL’ARTE TOTALE 

Armando Mannini, autore del manifesto della III edizione del Festival della Piana del Cavaliere, nasce a Firenze nel 1943. Frequenta l’Istituto d’Arte di Porta Romana, nella sezione dedicata alla scultura in bronzo. Entra casualmente nel Piccolo Teatro di Firenze e lavora volontario dietro le quinte: comincia così ad essere richiesto nei teatri italiani e nelle compagnie di giro. Alla fine degli anni ’70 fa esperienza nel cinema come arredatore e, nel frattempo, compie le prime esperienze come scenografo in alcuni teatri, venendo chiamato anche all’estero per decorare villaggi vacanze e per realizzare importanti scenografie sia di lirica sia di prosa. Negli anni più recenti si dedica con piacere e divertimento agli amati collage e alla campagna. 

Lo studio dell’artista è un atelier e un laboratorio dove, con la tecnica appresa dai maestri cartai fiorentini, si preparano grandi fogli colorati che serviranno da sfondo per le centinaia di ritagli, ora di grandi dimensioni, ora minuscoli. 

Alla fine, la sensibilità e l’intuizione dell’artista renderanno quei frammenti qualcosa di nuovo e di vivo e, come nel teatro, l’immagine si trasforma in qualcosa di inaspettato: un arto umano diviene un canestro, una scheggia di pietra diviene l’ala di un uccello… 

Dal 12 luglio al 14 agosto a Configni sarà esposta una selezione di opere realizzate negli ultimi tre anni. 

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