Fabio Capriotti, pianista che eleva lo spirito: riflessioni della scrittrice Maria Assunta Oddi

Luco dei Marsi – Il talentoso pianista di Trasacco Fabio Capriotti il 24 agosto si è esibito in una performance dedicata al tema “Armonie della sera” nella piazza di Luco dei Marsi, meravigliando, per la maestria della sua arte, la numerosa ed attenta platea. Del resto il nostro pianista, già da tempo, richiama migliaia di appassionati sui canali social con la creazione di una piazza musicale virtuale nominata “Salone Capriotti”.

L’appuntamento settimanale, nato durante il lockdown nel tentativo di attenuare l’isolamento tramite le emozioni suscitate dalla musica, ha mostrato una grande capacità di aggregazione riuscendo a miscelare le immagini con il linguaggio musicale. Suggestive le riprese di una sua esibizione sulla zattera in un lago. Stupenda, anche, la rielaborazione in piano, nel video della cover di “Brividi” di Mahmood e Blanco, condivisa da 15.000 followers.

Tuttavia, se Capriotti è molto apprezzato sui social, assistere dal vivo ad un suo concerto incanta per l’eclettico creare musica mescolando i vari generi in una partitura sonora originale e nel contempo versatile e poliedrica. I suoi brani che pulsano emozioni racchiudono il grande disegno dell’universo con le stelle protagoniste. Quelle stelle che con il loro brillio hanno sempre affascinato l’uomo, lo hanno fatto sognare e sperare. Con l’appello agli astri Fabio all’inizio della serata ha voluto omaggiare il grande scienziato e divulgatore, Piero Angela, evocando astri avvolti di mistero, così come l’animo umano.

Il suo coinvolgere emotivo, tramite il veloce e sapiente muovere le dita sulla tastiera, a mio avviso, pur trasportando il fruitore nella sfera dell’evasione non viene meno all’intento formativo con la trasmissione di valori rispettosi della vita. Il suo intercalare le note con parole tratte dai testi dei cantautori mostra una particolare sensibilità alle problematiche di una realtà complessa e spesso tragica come quella contemporanea.

In scaletta, che spesso varia a seconda degli interessi del pubblico, si alternano brani di musica classica da Bach a Mozart, il jazz di Kapustin, i ritmi brasiliani, il medley rock dei Beatles e dei Pink Floyd insieme alle canzoni-poesie di Fabrizio De Andre e di Francesco De Gregori. Intervistato sulla sua musica Fabio ha dichiarato:” La musica per me è una sola (…) e il pianoforte è per me uno strumento capace davvero di tutto”.

È proprio vero che, ascoltando attentamente e chiudendo per un attimo gli occhi, si ha la percezione di sentire insieme ai tasti del pianoforte il suono acuto della tromba, quello stridente del violino, quello ritmato delle percussioni o le note alate degli strumenti a fiato. Un concerto nel concerto in un gioco architettonico che evidenzia atmosfere che scaturiscono dalla sua inesauribile creatività.

L’ironia, che testimonia la sua intelligenza acuta e viva, durante lo spettacolo gli consente di interloquire con i presenti in un modo informale ma altamente empatico e coinvolgente.
In un vortice di sinfonie, che per la virtualità tecnica delle sue esecuzioni ricordano i versi dannunziani della “Pioggia nel pineto”, l’orizzonte dell’artista si fonde con quello del fruitore fino a rappresentare la necessità intrinseca in ognuno di noi di esprimere il sentire più che il vedere.
Nell’illusione antropocentrica della cultura delle note dove la musica è tutto, il suono del suo pianoforte è vivo, acuto, vario, multiforme e nel contempo obbediente alla tradizione in un lavoro di ricerca che con duttilità nella sintesi raffinata di armonie si fa sogno e bellezza.

Il suo stile, pertanto, in una modalità solo apparentemente estemporanea, fluisce senza forzature ricco di echi fascinosi in un “Pathos narrante” per chi sa ed è disposto a coglierli. Al talentoso pianista, Fabio Capriotti, ma soprattutto all’uomo gentile e geniale che ne costituisce l’essenza non solo artistica ma umana ed esistenziale, auguriamo nuovi ed inediti successi.

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