Preziose maioliche della chiesa della Madonna delle Grazie di Collarmele portate a Genova: "Analizzate per capire fabbricazione e datazione"
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Collarmele – Con l’arrivo del parere favorevole della Sovrintendenza, possiamo ufficializzare la partenza, a stretto giro, di alcuni frammenti delle maioliche della Chiesa di Madonna delle...
Castello baronale dei Colonna
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Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
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Marsica – Sullo storico Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria, Annate CXII-CXIII (2021-2022), pubblicato a L’Aquila, alle pagine 269 e 270 il prof. Alessio Rotellini descrive...
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Grotta di Sant'Agata
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bcvff
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Esposti, Proietti e Spuri

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Ognuno sa il significato dei vocaboli ma, ammesso che non si sappia, consultando i vocabolari, sia essi cartacei che on-line, si può trovare il significato e nel nostro caso: Esposti, Proietti e Spuri.

libriantichiNoi, però, vogliamo parlare di questi vocaboli, usati in passato, pure essi registrati negli archivi di Stato Civile di ogni Comune Italiano, per la registrazione dei bimbi e di persone adulte e il perché venivano registrati in questi registri, che pochi conosco.

Tutti sanno che i registri di Stato Civile, vengono usati dai Comuni per la registrazione di atti nascite, di pubblicazione di matrimonio, di matrimonio e di cittadinanza, di morte, oggi poi, alcuni Comuni hanno anche istituito i registri delle unioni civili.

Facciamo un po’ di storia, prima di cercare di capire i tre vocaboli.

Gli Stati Civili datano a partire dall’inizio dell’ottocento e sono tre: quello Napoleonico, quello della Restaurazione e quello Italiano.

Quello Napoleonico fu introdotto a partire dal 1806 e rimase in vigore fino al 1815, quello della Restaurazione relativo al periodo 1815 al 1865, era presente nell’ Italia meridionale Regno di Napoli e in alcune zone settentrionali nel Modenese, mentre in altre zone vigeva ancora il sistema misto: registrazione da parte della Chiesa e controllo delle autorità civili, come in Toscana.

La Chiesa con il Concilio di Trento del 1545 al 1563, istituì la registrazione delle anime, nelle varie fasi, come quella delle nascite, dei matrimonio e delle morti.

Con lo Stato Civile Italiano, istituito con R.D.n.2602 del 15 novembre 1865, entrato in vigore dal 1 gennaio 1866, ha inizio presso i Comuni la registrazione degli atti di nascita, di pubblicazione di matrimonio, di matrimonio, di cittadinanza e di morte, con i relativi allegati.

Noi però vogliamo far conoscere che oltre ai registri innanzi menzionati ed in uso nei 7.998 Comuni d’Italia alla data del 1 luglio 2016, ma questo dato è in continuo cambiamento, per la fusione di Comuni oggi in atto; vogliamo parlare delle persone che venivano annotate nei registri degli: Esposti, Proietti e Spuri.

Nei registri degli esposti, venivano registrati i nati abbandonarti e i trovatelli, mediante la segnalazione alle autorità.

Nei registri dei proietti venivano registrati i corpi di persone, gettate, abbandonate, segnalate alla autorità.

Nei registri degli spuri venivano registrati i figli illegittimi, adulterini, che venivano segnalate alle autorità.

Qualcuno si chiederà.

E’ possibile che venivano abbandonati i trovatelli? Si che venivano abbandonati, trovati poi, venivano presentati agli uffici per la registrazione.

E’ possibile che venivano scacciate e buttate le persone? Si che venivano buttate e scacciate, trovate poi, venivano presentati e registrati.

E’ possibile che venivano abbandonati i figli? Si che venivano abbandonati, poi segnalati, venivano segnalate alle autorità e registrati.

Ora chiediamoci il perché di questi episodi, che per la verità non erano molti ma, si verificavano, anche nei nostri paesi.

La fame, la povertà, il lavoro, la lontananza dal paese, l’emigrazione all’estero, erano la base di tutto quanto abbiamo detto.

Per concludere, diciamo che l’argomento, è interessante ed andrebbe approfondito ma, questo basta, per far sapere che erano tempi molto difficili quelli che hanno vissuto i nostri avi.

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Andrea Di Marino

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