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Da Celano la passione per la montagna racconta il monte Bianco

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NECROLOGI MARSICA

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- Terre Marsicane Angelo Ianni
Angelo Ianni

Siamo in Valle d’Aosta la più piccola regione d’Italia con un territorio interamente montuoso e un’altitudine media superiore ai 2.000 metri. Qui si trovano le più alte vette della catena alpina, dal Monte Rosa al Monte Cervino, dal Gran Paradiso al Monte Bianco.

Partiamo da Aosta, antica città fondata dai Romani nel I secolo a. C., per raggiungere la rinomata località turistica di Courmayeur, immersi in un paesaggio di straordinaria bellezza fatto di castelli, cascate, boschi di abeti, frassini e larici tra cui si snoda impetuoso l’ampio bacino della Dora Baltea, l’affluente di sinistra del fiume Po.

Arrivati a Courmayeur il Monte Bianco è impressionante (4810 m), è come se il massiccio del “Tetto d’Europa”, così è stato definito, aprisse le sue grandi braccia per accoglierci.
A differenza dell’altro grande gigante delle Alpi, il Monte Rosa, visibile dalla Pianura Padana nord-occidentale fino alle prime alture appenniniche, il Monte Bianco compare solo all’ultimo momento perché nascosto da numerose altre montagne delle Alpi Graie, sulla linea spartiacque tra la Valle d’Aosta e l’Alta Savoia, nei territori dei comune di Courmayeur (Italia) e Chamonix (Francia).  

Per 40 km si susseguono, una dopo l’altra, montagne e cime mitiche come Les Pyramides Calcaires, l’Aiguille du Glaciers, il Monte Bianco, il Mont Maudit, il Mont Blanc du Tacul senza dimenticare il suggestivo Dente del Gigante e Les Grandes Jorasses che da Courmayeur Mont Blanc si stagliano in verticale fino a raggiungere i 4.000 m delle vette.

Con la sua inconfondibile sagoma, il Dente del Gigante (4.014 m) è la vetta del Bianco più visibile da Courmayeur, quasi un suo simbolo. La parete settentrionale del “Dente” è a ridosso del Ghiacciaio del Gigante, uno dei rami della Mer de Glace, mentre quella meridionale domina la Val Ferret. Il nome da fiaba di questa cima viene direttamente da una leggenda popolare del luogo: si narra che Gargantua, discendente di una stirpe di colossi, decise di distribuire il suo corpo in diversi luoghi del mondo. Un dente fu lasciato nelle Alpi, incastonato nel Massiccio del Monte Bianco, un “amuleto” naturale che protegge gli abitanti del luogo dagli spiriti cattivi, di cui anticamente si credevano infestate le montagne.

L’ascesa al Dente del Gigante è una delle vie più richieste dagli alpinisti per la sua particolare storia. La prima ascensione della Punta Sella (4.009 m), la cima sud-ovest del Dente fu compiuta il 28 luglio del 1882 dalle guide valdostane Jean-Joseph, Baptiste e Daniel Maquignaz.

Dal Col de la Seigne al Col Ferret passando per alcune delle più belle cime delle Alpi fino a sua maestà il Monte Bianco, è un susseguirsi di guglie, cime, vette di incomparabile bellezza. A Courmayeur due spettacolari vallate laterali, la Val Veny, a nord-ovest, e la Val Ferret, a nord-est, autentica balconata sul monte più alto d’Italia e dell’Europa occidentale, sono meta di escursionisti e alpinisti provenienti da ogni parte del mondo.

 

La selvaggia Val Veny è una delle valli più belle della Valle d’Aosta, punto di partenza alle vette più alte delle Alpi. All’inizio della valle si trova il santuario Notre-Dame de Guérison, luogo di culto molto amato e frequentato sia dai credenti che dagli alpinisti, che si affaccia sul maestoso ghiacciaio della Brenva.

Raggiunto il lago Combal, con la palude d’alta quota e il laghetto del Miage posto sotto l’omonimo ghiacciaio, si scorge in lontananza il rifugio Elisabetta a quota 2.195 m.

Dal rifugio si raggiunge il Col de la Seigne (2.512 m) che segna il confine tra l’Italia e la Francia. Lungo il percorso si trovano le bellissime e particolari Pyramides Calcaires (le piramidi di calcare), cimette di roccia calcarea che si differenziano in modo particolare dal tipo di roccia granitica presente nel gruppo del Monte Bianco.

La Val Ferret è una splendida valle che dai piedi del Monte Bianco arriva fino a Col Ferret, accesso al versante svizzero. La Val Ferret è apprezzata per il suo dolce paesaggio, per i verdi pascoli e per la presenza di rifugi che facilitano l’escursionismo come il rifugio Bertone, il rifugio Bonatti e il rifugio Elena.

Il rifugio Bonatti sorge ai piedi del Grandes Jorasses (a 2.025 m. di quota) all’imbocco del Vallone di Malatrà. Si affaccia su un panorama che abbraccia la catena del Monte Bianco, dal Col de la Seigne al Col Ferret, con vista piena sulla Punta Walcher e sul ghiacciaio di Frébouge e, in lontananza, sul ghiacciaio del Miage dalla inconfondibile forma a ferro di cavallo. I rifugi in Italia sono di norma intitolati a persone defunte che i viventi intendono in tal modo onorare e ricordare. L’unica eccezione a questa consuetudine è rappresentata dal rifugio Bonatti, intitolato al famoso alpinista ed esploratore di fama mondiale Walter Bonatti nel 1998 quando era ancora in vita.

La gestione del rifugio cerca di limitare al massimo l’impatto sull’ecosistema montano, per diminuire l’uso dei mezzi meccanici il pane viene cotto di volta in volta in cucina e grazie alla raccolta differenziata per tre mesi all’anno si riesce a produrre compost anche a 2.000 metri di quota. Si cerca così di insegnare ai visitatori i principi dell’educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile.

Partiamo da Courmayeur a bordo del prodigio tecnologico Skyway ritenuta da molti ”l’Ottava meraviglia del mondo”. Una cabina rotante a 360° ci permette di osservare il panorama mozzafiato da ogni angolazione, passando in un quarto d’ora da 1.300 a 3.500 metri d’altezza. Si sale in due tronconi: la prima tratta da Pontal d’Entrèves la funivia raggiunge in quattro minuti la prima stazione, il Pavillon du Mont Fréty, a 2.173 m d’altezza dove si trova il giardino botanico alpino Saussurea, il più alto d’Europa, con una enorme varietà di fiori e arbusti d’alta quota di ogni genere e provenienza.

All’interno della stazione di Punta Helbronner si trovano due ascensori che in pochi secondi ci portano al livello del Rifugio Torino, che raggiungiamo mediante un tunnel pianeggiante lungo 150 metri completamente scavato nella montagna. All’uscita del tunnel ci troviamo sulla terrazza che porta fino al Rifugio Torino, a 3.375 metri. L’ultimo tratto italiano termina ai 3.462 m. della Punta Helbronner, al confine con la Francia, dove è ospitata un’esposizione permanente di cristalli.

Sul versante francese il percorso si divide in due tratti: il primo, più spettacolare, con i suoi 5 km di lunghezza, collega la Punta Helbronner all’Aiguille du Midi con il punto più alto a quota 3.842; nel secondo si trova una straordinaria opera ingegneristica, un pilone aereo che permette di ridurre la distanza tra i due punti collegati da piloni fisici, distanti oltre 3 chilometri. Dall’Aiguille du Midi si scende al Plan de L’Aiguille, a 2.137 m, e da qui a Chamonix

In queste due località hanno avuto inizio le pagine di storia dell’alpinismo internazionale. La nascita dell’alpinismo coincide proprio con la data della prima scalata della montagna più alta d’Europa da parte di un ricercatore di cristalli di 24 anni, Jacques Balmat, e un giovane medico condotto, Michel Gabriel Paccard, di 29 anni, che l’8 agosto 1786 raggiunsero per la prima volta la vetta del tetto d’Europa (4.810 m), dopo 14 ore e mezza dalla partenza da Chamonix sul versante francese.

Dal dipartimento francese dell’Alta Savoia ci trasferiamo in Italia percorrendo il traforo del Monte Bianco che congiunge la regione Alvernia-Rodano-Alpi alla Valle d’Aosta, due comprensori legati da un territorio montano unico al mondo.

La lunghezza del traforo è di 11,6 km, la parte più lunga si trova in territorio francese con 7.640 m, contro i 3.960 m in territorio italiano. L’altitudine è di 1.271 m sul versante francese, ai piedi del ghiacciaio dei Bossons, mentre raggiunge a metà galleria i 1.395 m, per salire poi ai 1.381 m sul versante italiano, ai piedi del ghiacciaio della Brenva. Il piano stradale del tunnel non è orizzontale, ma di forma convessa per facilitare il deflusso dell’acqua. Rispetto alla frontiera, il traforo passa esattamente sotto la verticale de l’Aiguille du Midi, dove lo spessore di copertura granitica raggiunge i 2.480 m, misura record per le gallerie autostradali e ferroviarie. Arrivati a Courmayeur ripartiamo per raggiungere Aosta in un paesaggio di eccezionale bellezza capace di creare emozioni in ogni istante.

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