Colella perde il pacchetto di maggioranza della Holding Colella, nominato amministrazione giudiziario

una buona notizia per i 75 ex lavoratori, licenziati dall'imprenditore molisano dell'acqua minerale, in quanto il nuovo amministratore giudiziario disponendo del pacchetto azionario potrebbe decidere di mettere finalmente in pagamento tutto quanto dovuto agli ex dipendenti

Canistro. E’ ufficiale: Camillo Colella non è più l’amministratore della Holding Colella.

A seguito del sequestro da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila, di 20 milioni di euro, sono state sequestrate le quote azionarie rappresentative del pacchetto di maggioranza della Holding Colella, la società finanziaria che tramite la Beverage controlla la Santa Croce.

Il pm della Procura di Avezzano, Roberto Savelli ha chiesto la nomina di un nuovo amministratore e ora, con la firma del gip, è arrivata l’ufficialità.

E’ dunque avvenuta la nomina del nuovo amministrare giudiziario della Holding Colella a cui spetterà ora la gestione di tutto il pacchetto azionario di cui disponeva Colella.

Questa potrebbe essere una buona notizia per i 75 ex lavoratori, licenziati dall’imprenditore molisano dell’acqua minerale, in quanto il nuovo amministratore giudiziario disponendo del pacchetto azionario potrebbe decidere di mettere finalmente in pagamento tutto quanto dovuto agli ex dipendenti.

Il colonnello Aloia

Lo scorso 22 febbraio i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila, agli ordini del colonnello Sergio Aloia, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare reale pari a circa 20.000.000 di euro emessa dal Tribunale di L’Aquila nei confronti di Colella, legale rappresentante della società di rilievo nazionale operante nel settore della commercializzazione di acque.

Con il nuovo sequestro fu ripristinata la misura cautelare, pari a 13 milioni di euro circa, già eseguita, su richiesta del pm Savelli lo scorso 4 novembre 2016 ma che, per meri vizi procedurali sollevati dalla difesa dell’indagato, il Tribunale del riesame dell’Aquila aveva dichiarato, il successivo 23 novembre, inefficace.

Il pm Savelli

Il Tribunale, in accoglimento dell’appello proposto da Savelli a febbraio ha così ripristinato l’originario vincolo cautelare disponendo il sequestro per un ammontare pari a circa 20 milioni di euro, comprensivo di sanzioni e interessi nel frattempo maturati.

“La misura cautelare ripristinata nei confronti di Colella”, si legge in una nota inviata a febbraio dalla Guardia di Finanza, “trae origine da una complessa attività di polizia giudiziaria sviluppatasi attraverso articolate investigazioni economico-finanziarie svolte dai finanzieri del locale Nucleo di Polizia Tributaria e sfociate nell’autunno scorso nell’accertamento di rilevanti importi, per circa 9 milioni di euro, sottratti al pagamento dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte sui redditi (IRES, IRAP, RITENUTE ALLA FONTE) relative agli anni dal 2008 al 2013. Con riferimento a tali omissioni Colella veniva deferito all’autorità giudiziaria di Avezzano per i reati di cui agli artt. 10 bis, 10 ter e 10 quater del D.Lgs. 74/2000. Sulla scorta di ulteriori approfondimenti investigativi concordati con l’autorità giudiziaria inquirente, le attività d’indagine venivano estese all’accertamento di tutte le posizioni debitorie della società nei confronti del Fisco, anche in considerazione delle risultanze di pregresse attività ispettive svolte nei suoi confronti da parte della Direzione Regionale Abruzzo e della Direzione Provinciale di L’Aquila dell’Agenzia delle Entrate.

Tale attività, eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila congiuntamente a personale dell’Agenzia delle Entrate, portava alla luce ulteriore materia imponibile che faceva lievitare le imposte dovute ma non versate a circa 13 milioni di euro. Importo, questo, sottratto al versamento delle imposte attraverso insidiose ed artificiose manovre di dissimulazione, prontamente intercettate e compiutamente ricostruite dai finanzieri.

Dette operazioni dissimulatorie, attentamente pianificate e puntualmente realizzate dall’indagato con il fine precipuo di rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva promosse da Equitalia, consistevano principalmente nell’effettuazione di finanziamenti infragruppo infruttiferi per importi considerevoli”.

Intanto il lavoro della commissione che in Regione sta visionando punto per punto le offerte del nuovo bando per la concessione delle acque di Canistro va avanti anche alla luce della nuova sentenza del Tar che ha respinto il ricorso di Colella che mirava a farlo dichiarare illegittimo. Tra qualche giorno, finalmente, si saprà chi potrà portare di nuovo speranza e lavoro a Canistro.

Il Tar dichiara inammissibile il ricorso di Colella contro il nuovo bando della Regione per la concessione della Sponga di Canistro

 

LA FINANZA SEQUESTRA 20 MILIONI DI EURO A CAMILLO COLELLA, FRODE FISCALE DA 13 MILIONI

https://www.terremarsicane.it/182427-2/

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