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Cartiera Burgo di Avezzano, l’ing. Marco Pietro Errani, direttore dello stabilimento, parla della depurazione nel sito produttivo

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Avezzano – A margine dell’incontro di San Vincenzo Valle Roveto del 20 giugno scorso, durante il quale l’ingegner Errani, direttore dello stabilimento Burgo di Avezzano, illustrò il progetto di riconversione del sito produttivo sul Containerboard, TerreMarsicane, rivolse al tecnico, alcune domande rispetto alle quali ci disse, avrebbe risposto nell’arco di qualche giorno per iscritto.

Qualche giorno fa, contattati dall’ufficio relazioni esterne dell’Azienda, ci è stato comunicato che l’ingegner Marco Pietro Errani, dal 1° luglio, ha assunto un nuovo incarico presso lo stabilimento di Villorba in provincia di Treviso, mentre il suo posto, presso la cartiera di Avezzano, è stato preso dall’ingegner Alberto Gasbarrini. Tuttavia Errani ha mantenuto la promessa rispondendo, via mail, alle domande che gli avevamo posto.

Di seguito tutta l’intervista

Qual è la materia prima per la produzione di ContainerBoard?

«La materia prima utilizzata per l’attuale produzione è costituita da carta e cartone da macero, provenienti dal circuito virtuoso di recupero e riciclo del Consorzio Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), in particolare si tratta di carta e cartone provenienti dalle piattaforme di raccolta e selezione dei rifiuti e dai rifili e sfridi provenienti dalle realtà produttive che lavorano gli imballaggi in cartone, che fanno ingresso in stabilimento sotto forma di balle compatte come Materia Prima Secondaria (MPS) e sottoprodotti, nel rispetto delle normative e certificazioni vigenti. Oltre alla suddetta carta da macero vengono utilizzati amidi per incrementare le caratteristiche meccaniche del prodotto finito.»

Quanta carta viene prodotta dallo stabilimento di Avezzano?

«Lo stabilimento di Avezzano ha una capacità produttiva annua di circa 200.000 tonnellate, un concreto esempio di Economia Circolare e Green Economy della zona industriale della Marsica

Quanto pesa il contributo dello stabilimento di Avezzano sul fatturato del gruppo in termini assoluti e percentuali?

«Burgo Group ha ampliato il proprio business con l’ingresso nel mercato del cartone per imballaggio con la riconversione dello stabilimento di Avezzano nel 2018 che ha permesso la salvaguardia dei posti di lavoro. Ad oggi la produzione da Containerboard rappresenta l’8% dei volumi totali del Gruppo.»

La Burgo scarica le acque di processo nella rete ARAP?

«La Cartiera è autorizzata allo scarico nella rete ARAP di via Galileo Galilei di una parte delle acque meteoriche di seconda pioggia. Tutte le acque di prima pioggia dell’intera superficie del sito e le acque reflue di processo vengono trattate nell’impianto di depurazione interno al nostro Stabilimento.»

Qual è la portata del suo conferimento in rete?

«Essendo uno scarico di acque meteoriche, ed in particolare di seconde piogge, la portata è variabile in base alle stagioni.»

Quali e quante tipologie di acque depura la Burgo? Acque uso civile, acque galvaniche, acque di raffreddamento?

«L’impianto di depurazione interno tratta tutte le acque del nostro processo produttivo e le acque di prima pioggia.»

Come vengono trattate queste acque?

«Il trattamento di depurazione, raddoppiato per capacità dopo la riconversione del 2018, si basa principalmente su un processo biologico a più stadi di ossidazione aerobica a fanghi attivi. In tali processi di depurazione vengono sfruttate le capacità di degradazione del carico organico proprie di alcune specie di microrganismi, così detti fanghi attivi. Nelle vasche viene ricreato un sistema dinamico aerobico controllato, che garantisce la stabilità in termini di ossigenazione e quantitativo di carico inquinante in ingresso, capace di generare una depurazione costante ed efficiente.»

Come vengono trattati e smaltiti i fanghi?

«Lo stabilimento riutilizza nel ciclo produttivo i fanghi di depurazione. Ciò che non viene riutilizzato viene smaltito presso impianti di destinazione autorizzati per il riciclo/recupero.»

È possibile avere copia del registro dei carichi e scarichi dei fanghi?

«Ogni anno vengono inviate le dichiarazioni ambientali contenenti i quantitativi e codici CER smaltiti alle Autorità competenti.»

Quanto incide il costo del trattamento, della depurazione e dello smaltimento dei fanghi sul bilancio?

«Le attività volte agli aspetti ambientali dello stabilimento di Avezzano – essenziali per la corretta convivenza dell’attività di produzione di carta con il territorio, necessitano del trattamento delle acque in ingresso, per renderle utilizzabili nel ciclo industriale, della depurazione delle acque in uscita, del trattamento e smaltimento degli scarti di lavorazione della carta da macero – sono rilevanti e incidono per il 20 – 25% sul costo della lavorazione.»

Qual è la portata in ingresso dell’acqua captata per il processo industriale e per la produzione di energia elettrica?

«Lo Stabilimento di Avezzano è nato e si è sviluppato insieme all’ex zuccherificio su una complessa rete idrica e di corrispondenti autorizzazioni, che consentono l’ingresso dai 300 ai 500 m3 di acqua l’ora, variabili in base agli standard e agli andamenti produttivi. L’acqua, dopo l’utilizzo viene trattata e restituita allo scarico nel ciclo naturale delle acque superficiali, che confluiscono nel fiume Liri attraverso la centrale idroelettrica di Canistro. È una centrale con produzione variabile e connessa alla stagionalità, dipendendo dal livello di acqua dei canali del Fucino, gestiti dal Consorzio di Bonifica. Del complesso sistema di autorizzazioni idriche è parte essenziale la possibilità di utilizzare le infrastrutture idrauliche della centrale (galleria e condotta) per alimentare la cartiera di Avezzano nei mesi di bassa portata all’Incile, restituendo comunque poi l’acqua al Liri attraverso la vecchia galleria. È stupefacente notare come questo sistema integrato e complesso di attività produttiva e idroelettrica, nel rispetto della direzione di deflusso naturale del Fucino e del Liri, tragga origine da progetti di imprenditori illuminati risalenti ad un secolo fa.»

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Alfio Di Battista

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