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Cantanti e complessi musicali «Beat» nella Marsica

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Tony e i Marsi di Cerchio|

I primi gruppi musicali cominciarono a formarsi ad Avezzano nel 1956, con la nascita della New Orleans Jazz Band, un complessino stile «dixieland», i cui elementi erano: Silvio Bonanni alla tromba, Bruno Ciaciarelli al trombone, Ermanno Salvini al sax alto, Renzo Vigna al clarino, Giulio Palanza al basso tuba, Gino Santilli alla chitarra e armonica, Francesco (Ninni) Bonanni alla fisarmonica e Nino De Meo cantante solista.

Quasi contemporaneamente, Gino Santilli, detto «Pecos» e Peppino D’Orazi (batteria), costituì anche i Crazy Boys, già alle prese con il nuovo genere «rock’n’ roll» (per intenderci, quello suonato da Bill Haley and his Comets o da Buddy Holly and The Chirping Crickets).

L’anno dopo (1957), la formazione fu rimaneggiata confluendo nel nuovo gruppo dei Lunatici, con Silvio Bonanni alla batteria, Ninni Bonanni al vibrafono, Corrado Antoniani alla chitarra elettrica e Peppe D’Orazi al basso elettrico. Tra le innumerevoli apparizioni, questo primo nucleo marsicano si esibì anche sotto i portici (dove una volta c’era il Bar Ciccio), accompagnando una giovanissima cantante di Avezzano (Marisa Di Poggiovalle) che imitava alla perfezione Rita Pavone.

cantantivContemporaneamente nasceva il complesso di Gigi Antoniani (fratello di Corrado), che suonava la chitarra elettrica e cantava, accompagnato da: Tonino Di Silvio alla tromba, Marco Pisegna alla fisarmonica, Peppe Marchioni al violino e vibrafono, Carlo Mele alla batteria. In seguito si unì al sodalizio Luigino Angelucci di Luco dei Marsi, che suonava la fisarmonica e il sassofono.

Il 31 dicembre 1959, alla festa di fine anno organizzata dal Circolo dei Marsi di Avezzano, si affermò il complesso dei Manhattan Boys, che raccolse particolari consensi dal “raffinato” pubblico partecipante. La cronaca giornalistica, in seguito ad altre innumerevoli esibizioni del gruppo, scrisse di loro: «I Manhattan Boys hanno ravvivato con le loro indiavolate esibizioni musicali l’atmosfera» in tutta la Marsica.

Oltremodo, il 30 gennaio 1960 un importante avvenimento richiamò l’attenzione di centinaia di giovani fans marsicani della musica leggera. Si trattava del “noto” cantante Elio Mauro (il cui nome di battesimo era Adolfo Collacciani) che stava per convogliare a giuste nozze. Intervistato nei pressi del comune di Avezzano, circondato da una folla strabocchevole, dichiarò alla stampa di partire presto per una lunga tournée in America, per poi esibirsi a Caracas, Avana, Portorico, Buenos Aires, Rio de Janeiro e Città del Messico. Il giovane “sampelinese” proprio quell’anno, purtroppo, era stato escluso dal Festival di San Remo. Per questo, dichiarò con amarezza che i suoi brani «Inno alla vita» e «Buon viaggio», messi a confronto con le altre canzoni presentate all’importante manifestazione canora, non avrebbero certamente sfigurato.

Nello stesso periodo, in occasione delle rappresentazioni di una brillante rivista diretta da Remigio Orfica nei teatri di Avezzano, Celano e Sulmona, salì alla ribalta il complesso dei Four Boys, trascinato dalla possente voce di Roberto Moroni di Avezzano.

Nel 1961, durante il «Veglione della Stampa» il gruppo musicale Sette in Soffitta ottenne ad Avezzano un discreto successo, dovuto alle capacità del maestro Franco Rebecchi. Durante l’esibizione, il cantante Angelo Gallipoli propose brani «alla Celentano». Gli altri elementi dell’orchestrina erano: Giulio Viola, Tonino Santucci, Gino Contessa e Franco Di Mauro.

A una delle prime riviste studentesche presso il Cine-Teatro Impero di Avezzano, parteciparono con impeto quattro giovani musicisti chiamati I Vampiri: Franco Eleuteri, Silvano Di Domenico, Mauro Di Mauro e Giuseppe Viola.

Nel 1962, invece, al tradizionale «Ballo delle Violette», organizzato in occasione del Carnevale, partecipò il complesso dei Lunatici, che fece divertire i numerosi partecipanti fino all’alba. L’anno dopo, ancora una volta, la tradizionale rivista studentesca di dicembre galvanizzò l’attenzione di molti giovani in un panorama musicale marsicano ancora molto arretrato: I Lunatici e I Vampiri furono al centro dello spettacolo.

Tra i complessi musicali più in voga nel 1963, emersero con forza I Cinque Marsi di Luco, già ingaggiati nei locali del Fascination di Roma ma anche a Tagliacozzo, Avezzano, Pescara, Maccarese, etc. Gli elementi del complesso erano: Vinicio Cherubini, Mario Fusarelli, Vittorio Paris, Vinicio Marchi, Alberto Fabriani e Giuseppe Grossi.

Nell’ottobre dello stesso anno, cominciava a farsi largo in tutta la Marsica il gruppo dei Fantastici, composto da: Franco Rebecchi, Augusto Giuliani, Mario Di Mauro e Antonio Di Pede. Nel frattempo, i cantanti Franco Morgante, Mariano Santomaggio e Marisa Di Poggiovalle si mostrarono in varie manifestazioni musicali.

Quando la musica dei Beatles e dei Rolling Stones cominciava a diffondersi ormai anche in Italia, suscitando l’ilarità di molti giornalisti che scrissero della rassegna sanremese: «Ai capelloni, pala e picconi», molti ragazzi marsicani, invece, accolsero con entusiasmo il nuovo messaggio lanciato dai complessi inglesi, imbracciando per la prima volta una chitarra elettrica, indossando stivaletti, giacche e pantaloni simili ai «quattro di Liverpool». Anche il taglio dei capelli, chiamato “zazzera”, cominciava a prendere piede in tutta la Marsica, ostacolato dalle tradizionali famiglie borghesi.

Tra i primi gruppi «beat» nati nella zona sulla scia della musica inglese, vanno annoverati Gli Antenati di Avezzano che si erano già esibiti al Cine-Teatro Don Orione nel 1965, cantando una canzone dei Beatles intitolata «Misery». La loro esibizione, davanti ad un pubblico in maggioranza composto da adulti e bambini, lasciò sgomentati gli spettatori, non certo abituati a quel tipo di musica molto ritmata.

Alla rivista studentesca pre-natalizia del 1964 fecero il loro debutto ufficiale I Profeti, composti da: Cesare De Vincentiis (organo, xilofono e sassofono), Gino Contessa (chitarra), Luciano Iacovitti, detto Barabba (basso) e Alberto De Meo (batteria). In quell’occasione suonarono anche I Fantastici con una nuova formazione: Augusto Giuliani, Mariano Santomaggio, Augusto Fracassi, Mario Di Mauro e Antonio Di Pede. Contemporaneamente nascevano Gli Innominati, incoraggiati dal «Circolo avezzanese Castamars». I membri del gruppo musicale erano: Pino Crisigiovanni (organo e percussioni), Gianni Gurnari (contrabbasso), Enrico Cristofaro (batteria) e Gino Contessa (poi anche con I Profeti), considerato da molti un vero virtuoso della chitarra. Il complesso fu più volte rimaneggiato con l’introduzione di nuovi elementi: Albano Pandoli all’organo Farfisa, i fratelli Franco e Romano Castellano, rispettivamente al basso e alla chitarra solista, che in seguito andarono a fondare il complesso Cast 97, con l’aggiunta di Ezio Stati alla voce. Con la partenza di Franco Castellano (chiamato alla leva obbligatoria), il gruppo cambiò il nome con quello de I Notturni, annoverando tra i musicisti nuovi elementi come Claudio Scagliarini al basso, Mario Gatti all’organo, Tonino Di Rocco alla batteria, Marcello Di Pietro alla chitarra, Ugo Marziale alla chitarra e alla voce, in seguito subentrò anche Bruno Ricci alla batteria.

Nella rivista studentesca del 1965 fecero il loro esordio ufficiale Gli Antenati di Avezzano: Fulvio D’Amore (chitarra e voce), Walter Spera (chitarra e voce), Alberto D’Angelo (basso chitarra e voce), Carletto Damiani (batteria e voce). Nei tre spettacoli della giornata, gremiti di giovani marsicani di tutte le scuole (mattina, pomeriggio e sera), l’entusiasmo per quelle esibizioni “infuocate” superò ogni limite. Si susseguirono sul palco del Cinema Impero i gruppi degli Innominati, dei Profeti e del Cast 97 ma anche cantanti come: Caterina Buttazzo, Franco Morgante, Lidia Di Berardino (che partecipò poi a parecchie edizioni del Cantabruzzo), Ezio Stati e Carla Taglienti. Con il proliferare dei cosiddetti club, nati in ogni rione di Avezzano e degli altri paesi del circondario, nacquero altri gruppi musicali come: Le Calze Nere di Pescina, I Notturni, I Siderali, Tony e i 5 Marsi di Cerchio, I Gatti Neri, I Cristalli, The Lady Killers, The Hangmen, The Rivers, The Rockets, The Go-Pop, Gli M7 di Claudio Torres, I Talias e Le Onde di Tagliacozzo, Gli Astri, Gli Indifferenti, i Flash Dawn capeggiati da Marco Losardo, The What’s di Celano; I Gentlemen, The Bats, The Starings di Trasacco; The Mac Cabs; I Ritmici di Tagliacozzo (poi diventati Pik Up); Gli Anonimi di Capistrello, The Jonatha’s; I Sicari; I Condors; I Cobra di Magliano dei Marsi, Gli Spring Time di Avezzano, etc. Pur avendo spazio nei locali del comprensorio, pochi di questi giovani riuscirono a realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni. Infatti, fu spesso impossibile varcare i confini marsicani e abruzzesi per svariate cause, dovute, soprattutto, alla forte resistenza delle famiglie, a una preparazione strumentale approssimativa con pochi mezzi a disposizione ma anche all’infausta “posizione geografica” della zona rimasta molto isolata, senza autostrade che certamente avrebbero permesso contatti prolifici con Roma, Milano o altri importanti centri musicali (1).

NOTE

(1)Le notizie, in sintesi, sono state estrapolate da una dettagliata ricerca musicale di tutti i complessi abruzzesi, dal titolo: D’Amore, Cantanti e complessi musicali «Beat» in Abruzzo (1960-1970). I sogni, le speranze, le illusioni di una generazione (al momento senza editore).

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