Avezzano – Una descrizione obiettiva della città di Avezzano dovrebbe mettere in luce il suo notevole sviluppo agricolo, economico e sociale con annessi distorsioni e squilibri; dovrebbe parlare del suo livello culturale e civile anche se deturpato spesso da fatti e situazioni aberranti come ad esempio la questione “tribunale” o il mondo della scuola; dovrebbe illustrare il livello elevato della qualità della vita per gran parte della popolazione anche se su tutto incombono fattori di inquinamento e deterioramento dell’ambiente, della natura, del patrimonio storico e standard dei servizi pubblici collettivi spesso modesti. In generale si dovrebbe parlare di una grande contraddizione che ne frena lo sviluppo, ne rallenta la crescita e il risanamento.
Essa sta fra le grandi risorse umane, intellettuali, tecnologiche, le grandi energie professionali lavorative imprenditoriali; le grandi virtù creative di cui dispone e un sistema politico-istituzionale che sta ancora cercando il suo assestamento. Ma il problema non è più quello dei ritardi,i rallentamenti o gli impedimenti allo sviluppo. Ancora di più pesa l’effetto di scadimento etico e morale, l’inquinamento criminale, le illegittimità diffuse che in questo sistema-apparato si producono. Insomma al processo riformistico necessario ed alla conseguente crescita che potrebbe aversi può pararsi contro, come un macigno, quel complesso di problemi che vanno sotto la definizione di “questione morale”.
La questione è grave e profonda. Nasce dai comportamenti degli uomini: si accresce la tendenza a comportamenti disonesti nella sfera delle responsabilità pubbliche e nell’esercizio del potere politico. L’incertezza dei confini fra amministrazione e politica è il terreno dove nascono le pratiche illecite e gli interessi illegittimi. Alla sfera politica le decisioni di indirizzo, all’amministrazione la gestione. Ma la questione non si risolve con i richiami, le denunce. La questione si può risolvere se si cambia finalmente ciò che va cambiato. Le riforme necessarie vanno ispirate a certezza e trasparenza. Naturalmente separazione delle competenze, trasparenza delle procedure, certezza del diritto sono i principi: inoltre le riforme e le norme innovative che ne possano discendere. (V.L.)