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Scuole fredde, l’intervista alla dirigente scolastica Anna Amanzi

La dirigente scolastica dell'istituto industriale di Avezzano invita ad abbassare i toni e a non strumentalizzare la protesta degli studenti. Ognuno si prenderà le proprie responsabilità
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Avezzano. Studenti delle scuole superiori di Avezzano in rivolta. Le redazioni dei giornali sono “prese d’assalto” dagli studenti che si rifiutano di entrare a scuola, dove le temperature sono glaciali. Ieri mattina ci sono stati momenti di tensione all’istituto superiore industriale che si trova in via Aldo Moro.

La protesta si sta allargando a macchia d’olio e anche gli studenti delle altre scuole hanno iniziato a portare la loro protesta anche davanti alle sedi istituzionali.

Ieri sera abbiamo contattato la preside Anna Amanzi, in quanto ci sono state inviate le immagini che la ritraevano mentre fotografava gli studenti che si allontanavano da scuola.

La dirigente chiede di abbassare i toni e implora ragionevolezza ai suoi studenti e ai loro genitori.

Preside, molti ragazzi ci hanno contattato dicendo che sono stati trattenuti nei corridoio, che le aule sono fredde, che alcuni di loro sono dovuti andare nella la palestra della scuola. C’è un po’ di confusione. Ci può spiegare come stanno le cose?

I ragazzi questa mattina a un certo punto si sono lamentati del freddo. I termosifoni sono accesi da tre giorni come è freddo nelle nostre case è freddo anche nella scuola, a un certo punto alcune classi, alcuni ragazzi, sono usciti dalle aule e sono andati in palestra e fuori nel cortile della scuola.

Lo hanno fatto autonomamente?

Autonomamente. Forzando anche gli insegnanti che erano in classe, sorpassando gli insegnanti.

Qualcuno ci ha scritto che invece gli insegnanti hanno sostenuto la protesta degli studenti.

Gli insegnanti se hanno sostenuto la protesta degli studenti se ne assumeranno le loro responsabilità perché gli insegnanti non possono sostenere le proteste, gli insegnanti sono responsabili della vigilanza dei ragazzi e gli insegnati i ragazzi li devono tenere in classe quindi non penso che abbiamo hanno assolutamente avallato le richieste dei ragazzi che sono usciti a forza dalle aule e se ne sono andati in palestra e nel cortile della scuola dove ovviamente faceva freddo, molto più freddo. Io sono andata a richiamarli insieme ai miei collaboratori e li abbiamo invitati a ritornare in classe e li abbiamo riportati e ricondotti nelle aule. Questa è la situazione. I termosifoni sono accesi. Ovviamente è freddo perché è freddo dappertutto, le temperature sono basse, però noi tutti siamo a scuola in questa situazione. Quindi non vedo perché poi queste proteste debbano essere fatte in questo modo quando le cose si possono affrontare ragionandone insieme, cercando insieme le soluzioni. Io tutto quello che dovevo fare insieme al mio ufficio lo abbiamo fatto. Abbiamo scritto alla provincia, abbiamo contatto la provincia. La provincia è venuta e ha visto quali erano le problematiche delle temperature basse, ci ha assicurato e ha incominciato ad anticipare l’accensione dei termosifoni a mezzanotte e a spegnerli alle quattro di pomeriggio e quindi più di questo io penso non si possa fare.

Chi ha freddo si copra un pochino di più, i ragazzi arrivano senza i calzini, con la maglietta leggera, ai tempi nostri noi andavamo a scuola con i maglioni. Noi siamo l’unica a scuola nella quale funzionano tutti i termosifoni e dove sono accesi. Non vedo perché devono strumentalizzare così le cose

Io ho le proteste di tanti genitori che sono venuti a dirmi che ci sono alunni che stanno sobillando i figli e stanno intervenendo per far fare ai figli cose che non devono fare, nonché sotto minaccia. Stessero attenti perché partono le denunce. Quattro cinque capo- popolo che si permettono di intervenire sugli altri che mandano i messaggini ai compagnia adesso usciamo tutti e scappiamo in palestra, questo è da denuncia. Ognuno si assuma la sua responsabilità.

Io ho avuto le lamentele di un’infinità di genitori che sono venuti a scuola e che mi hanno fatto vedere i messaggi che sono arrivati sui telefoni dei propri figli che li invitano a non entrare. Questi genitori sono persone che hanno voglia che i propri figli vengano a scuola a fare quello che devono fare e che non vogliono strumentalizzare situazioni che non vanno strumentalizzate.

I ragazzi fanno tante assenze inutili, se non si sentono, se hanno troppo freddo possono rimanere a casa. Quando noi andavamo a scuola i termosifoni mica funzionavano come dicevamo noi, noi ci mettevamo i maglioni addosso, non è che andavamo con la magliettina e la t-shirt e poi pretendevamo che fosse tutto caldo.

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Magda Tirabassi

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