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Nuovo Piano Regionale dei Rifiuti impugnato dal Governo Gentiloni: inceneritore in arrivo in Abruzzo

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Regione – E’ notizia di ieri, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la Legge Regionale recante l’adeguamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) approvata in Consiglio Regionale lo scorso Dicembre, con il voto contrario del M5S.

I PASSAGGI DELLA DELIBERA DI IMPUGNAZIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Una delibera di impugnazione che non lascia spazio a dubbi. Quello adottato del Consiglio regionale, si legge nella delibera, è un provvedimento  che “non ha fornito adeguati elementi in ordine alle azioni di riduzione della produzione che potrebbe ragionevolmente considerarsi sovrastimata rispetto ad eventuali obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti non adeguatamente considerati” ed ancora “in questo senso appare difficile dare credito alle previsioni cosi ambiziose della Regione Abruzzo in tema di riduzione della produzione dei rifiuti, ai fini di un eventuale aggiornamento del fabbisogno di incenerimento di cui al d.P.C.M. 10/08/2016”.

Passaggi che tradotti vogliono dire che nessuna azione è stata posta in essere dal Governo regionale per evitare la costruzione di un inceneritore in Abruzzo.

Ma il giudizio del Consiglio dei Ministri si spinge in ulteriori analisi che demoliscono il nuovo PRGR “Giova inoltre evidenziare che, nello scenario di riferimento regionale al 2022, più che aver previsto un efficentamento dell’impiantistica di trattamento preliminare, appare piuttosto esservi un peggioramento” dovuto, evidentemente, a impianti che aumentano le frazioni di sottovaglio da inviare in discarica.

La delibera evidenzia inoltre, che Regione Abruzzo non ha dato seguito a nessun accordo con altre Regioni per il trattamento dei rifiuti. Rispettivamente, Regione Molise per lo smaltimento del CSS nell’inceneritore molisano e Regione Basilicata per lo smaltimento in discarica.  Le conclusioni della delibera di impugnazione sono durissime “[…] Risulta chiaramente da quanto sopra esposto che molti aspetti della pianificazione regionale risultano non adeguatamente plausibili e non supportati da adeguata motivazione e documentazione. Da tale premessa risulta la conseguenza secondo la quale le valutazioni della Regione circa l’andamento della produzione di rifiuti e la loro gestione non consentono di modificare il fabbisogno previsto dal d.P.C.M. 10 Agosto 2016”.

LE RESPOSABILITA’ DEL GOVERNO NAZIONALE

“Da una prima lettura della delibera del C.d.M. non possiamo che restare sgomenti” dichiara Sara Marcozzi “secondo il Consiglio dei Ministri l’Abruzzo non potrà esimersi dalla costruzione di un inceneritore. Eppure il M5S aveva avvisato il governo regionale già nel lontano agosto 2016 di questo pericolo, suggerendo soluzioni efficaci rimaste, per la cecità di Mazzocca e D’Alfonso, inascoltate”.

A causa dell’approvazione del DL “Sblocca Italia”, le Regioni sono state spogliate di diverse competenze legislative, fra le quali  quelle in materia di rifiuti. In particolare, è stato affidato al Presidente del Consiglio dei Ministri, l’individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti in esercizio o autorizzati a livello nazionale, nonché l’individuazione del fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento, qualificando in infrastrutture di interesse nazionale la realizzazione degli stessi.

A questo scellerato provvedimento è seguito l’osteggiato d.P.C.M. del 10 Agosto 2016, scoperto e denunciato dalla consigliera M5S Sarà Marcozzi, con cui veniva calcolata la capacità complessiva di trattamento dei rifiuti da parte degli inceneritori presenti in Italia e il relativo fabbisogno. Un provvedimento che aveva previsto l’insediamento di un nuovo inceneritore proprio in regione Abruzzo e per il quale il M5S aveva lanciato da subito l’allarme.

Siamo di fronte al compimento del disastro ambientale targato PD. Un governo nazionale che  grazie al combinato disposto fra il DL “Sblocca Italia” e il d.P.C.M.  sugli inceneritori, obbliga le regioni non virtuose a risolvere il problema dei rifiuti attraverso la costruzione di inceneritori” commenta Sara Marcozzi “sono due anni che incalziamo il governo regionale sull’allarme inceneritore, ma ad ogni proposta presentata, sia in commissione che in Consiglio Regionale, il Sottosegretario con delega ai rifiuti Mario Mazzocca e il Presidente Luciano D’Alfonso hanno preferito darci degli allarmisti piuttosto che lavorare a scongiurare l’arrivo dell’inceneritore”.

LE CONDOTTE REGIONALI E L’INADEGUATEZZA DI QUESTA CLASSE POLITICA. 

Una regione che per anni non ha mai raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) che si era posta nel proprio piano. Basti pensare che attualmente la quota di raccolta differenziata in Abruzzo è intorno al 40%, il precedente Piano Regionale di Gestione Rifiuti prevedeva un obiettivo di RD da realizzarsi al 2012 del 65%. Obiettivo ovviamente mai raggiunto!

Il M5S aveva chiesto a più riprese misure forti, quali il commissariamento dei Comuni inadempienti e incapaci di innalzare il proprio livello di RD, richieste restate inascoltate. Una situazione fuori controllo di cui sia il precedente governo di centro-destra che l’attuale maggioranza di centro-sinistra sono responsabili.  L’attuale PRGR approvato dalla maggioranza di D’Alfonso, con il voto contrario del M5S pone le sue basi su uno scenario misto: recupero materia e recupero energia, dunque incenerimento. Una impostazione che condanna l’Abruzzo all’inceneritore.

Avevamo chiesto attraverso un Consiglio Regionale straordinario di adottare un PRGR che basasse le proprie fondamenta sul solo recupero materia ma la maggioranza di governo ha inspiegabilmente preferito scegliere lo scenario misto che prevedeva produzione di CSS (Combustibile solido secondario), materiale che ha bisogno di inceneritori per essere smaltito.  A questo si aggiunge anche la contestazione della delibera di impugnazione del C.d.M. che evidenzia come nel 2022 il conferimento in discarica aumenterà.

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